Xx

Coexist

2012 (Young Turks)
slow-alt-pop
7.5

Un flusso equoreo, minuto, deflagrante. Un soffio languido e seducente, ma al contempo dimesso. Il silenzio e l'estasi, entrambi compassati, l'una che si sviluppa nell'altro. L'aria fresca di una notte estiva, malinconica e nostalgica, libera. Delicata persuasione, un processo lento e progressivo. E infine, l'attesa conclusione: ce l'hanno fatta ancora.

Nel 2009, gli XX avevano debuttato con quel connubio di shoegaze, intimismo acustico e melodia che portava il loro stesso nome, stupendo non poco e facendosi notare fin da subito. Per una band capace di un simile esordio, poteva essere difficile ripetersi o confermarsi, ridare linfa alla propria ispirazione. Poteva esserlo, ma per loro, almeno apparentemente, così non è stato. E "Coexist" è il seguito più naturale e sciolto possibile, l'evoluzione più probabile. Eppure, la sua forza è ancora più prorompente, più stupefacente.

Le ragioni stanno, prima di tutto, nel sentiero che i tre paiono aver deciso di intraprendere: quello della purezza, della semplice complessità. E' un'emozione fradicia di lacrime gelide quella che compone le nove miniature - la sola "Swept Away" supera i tre minuti di durata - di "Coexist". Lacrime serene, che conducono in un viaggio nello spazio aperto dove non c'è limite né spigolo: un limbo, per certi versi, che Croft, Sim e Smith arredano di secondo in secondo, cambiandone colori, odori e rumori in un caleidoscopio in continua catarsi.
In secondo luogo, è la forma musicale a scomporsi ulteriormente, acquisendo elementi nuovi: il già fragile impianto melodico diviene ancor più gracile e intangibile; il ritmo si dilata - quando non scompare - e lievi pulsioni elettroniche, trasportate direttamente dall'universo dubstep, attraversano i tortuosi ma limpidi sentieri emotivi.

Si parte dal vuoto, dunque: e "Angels", scelto anche come singolo di lancio, inizia il suo cammino fra tastiere placide che sanno di Sigur Rós, prima che queste cessino per lasciar spazio alla tiepida e sensuale voce di Croft. "And the end is unknown, but I think I'm ready as long as you're with me": mentre queste parole colpiscono dritto al cuore, gli strumenti si fermano, quasi per lasciare che sia la voce, nella sua interezza, a lasciarle penetrare. L'ambiente è ancora vuoto e già rarefatto; ma ecco che, qua e là, le strutture cominciano ad assumere una forma, incarnandosi nel duetto vocale fra Croft e Sim di "Chained", nei battiti ipnotici e cullanti di "Fiction" o nel rasserenante rallentamento à-la-Slowdive di "Try".

Le due voci si incrociano di nuovo nella ballata elettronica di "Sunset", forse il brano più uptempo, non distante dagli ultimi Hundred In The Hands, e nella ricaduta dimessa di "Unfold", in cui i Mazzy Star sfiorano con lo sguardo i Codeine. I tasselli prendono via via forma, intersecandosi l'uno con l'altro: è un ritratto che vive di sfumature impercettibili, un arcobaleno che si apre nel cielo notturno. E se "Missing" cosparge le sue candide trame di nera pece, seguendo la primordiale lezione dei Jesus And Mary Chain, il lampo di luce è rappresentato da "Swept Away", retta da un cuore pulsante su cui le due voci tornano a scambiarsi messaggi ed effusioni.
A concludere ci pensa invece "Our Song", unisono romantico che chiude il cerchio riportando alle atmosfere lievi e sospese di "Angels". "The walls I hide behind, you walk through, you just walk trough".

Gli Xx ce l'hanno fatta ancora. In grado di spaziare fra sensazioni, racconti e memorie, "Coexist" è disco dalla poetica tutto fuorché immediata, che necessita di silenzio e serenità affinché le sue sottili radici affondino morbidamente e trasportino, con ritmo dilatato, nel profondo della sua intimità, ambiente questo in cui la sua candida bellezza diviene irresitibile. "You know the way I can't resist you, I said to myself I'd try": in fondo non è difficile, basta solo provarci.

01/09/2012

Tracklist

  1. Angels
  2. Chained
  3. Fiction
  4. Try
  5. Reunion
  6. Sunset
  7. Missing
  8. Tides
  9. Unfold
  10. Swept Away
  11. Our Song