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Home / Guida al rock italiano / Cristina Donà

Discografia
    

Tregua (1997)

6/10
Nido (1999)6,5/10
Dove Sei Tu (2003) 5,5/10
    

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Sito ufficiale
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Testi - lyrics


disco consigliato da Onda Rock

 

CRISTINA DONA'
Un Nido di canzoni
di Claudio Fabretti*

Rivelazione del cantautorato al femminile degli ultimi anni, Cristina Doną si mantiene in bilico tra le invettive stile PJ Harvey e le collaborazioni con Robert Wyatt


Riesce a sposare la tradizione del cantautorato con le sonorità rock più ruvide. Piace a Robert Wyatt e David Byrne, e già la chiamano la PJ Harvey italiana. Cristina Donà, insomma, sembra destinata a diventare la nuova stella del firmamento rock italiano al femminile. Ha vinto il premio Ciampi nel '95, ha collaborato con il nuovo astro della canzone d'autore newyorkese Eric Wood, e ha conquistato negli anni un largo consenso di critica. Merito delle sue composizioni raffinate e dei suoi testi dal notevole impatto emotivo, sui quali una voce duttile e al tempo stesso incisiva viaggia a briglie sciolte, disegnando armonie sorprendenti.

A rievocare il repertorio di Harvey, ma anche di Liz Phair sono principalmente il tono umorale di alcuni suoi passaggi sonori, l'accompagnamento costante con la chitarra, gli arrangiamenti sovente spigolosi e un procedimento narrativo che si snoda per immagini.
A distanza di tre anni dal disco d'esordio, "Tregua", Cristina Donà è tornata con "Nido", album più complesso ma per certi versi anche più accessibile. L'impianto sonoro, ricco e intricato, è al servizio di una voce quanto mai ricca di sfumature. I testi abbracciano una molteplicità di argomenti e sensazioni. C'è struggimento, eleganza, ironia, profondità, e tutto è lontano da qualsiasi luogo comune o facilità commerciale. E la produzione del disco è affidata alla mente degli Afterhours, Manuel Agnelli.

 

Spicca, tra le collaborazioni, il nome di Robert Wyatt, un maestro per la Donà che ha anche partecipato a "The different you", il disco-tributo per il musicista britannico realizzato da alcuni musicisti italiani. "L'ho incontrato al Salone della Musica - racconta Cristina Donà -. Mi venne a vedere. Mi colpì per la sua gentilezza, fu un pomeriggio di pomeriggio di piacevole conversazione. Quando si trattò di lavorare a 'Nido' Manuel propose di inviargli dei pezzi per vedere se avrebbe partecipato alla realizzazione di alcune canzoni. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe potuto rifiutare. Invece accettò. È autore degli arrangiamenti di 'Goccia'. La precedente versione, quella senza di lui, era molto scarna e Wyatt l'ha impreziosita, aggiungendovi curiosi suoni di tromba e un accompagnamento cantato in forma di bolero. La cosa che mi ha molto colpito è stata che ci ha detto di non usare nulla di ciò che non ci fosse piaciuto".
La suggestione poetica della title track, la romantica malinconia di "Goccia", l'esplosione vitale de "L'ultima giornata di sole", l'essenzialità perfetta di "Mangialuomo" sono solo alcuni degli episodi più riusciti dell'album, che segna un certo distacco dal precedente "Tregua". Specie per gli arrangiamenti. "Manuel ha influito moltissimo sui suoni di 'Tregua' - spiega Donà -. Gli arrangiamenti particolarmente elettrici erano merito suo. 'Nido' è molto diverso e, per una serie di fattori, per nulla "distorto". È molto più vario di 'Tregua'. Ad esempio, 'Mangialuomo' ricorda un Tom Waits più solare, accompagnato da un'orchestra. Sono affascinata dal contrasto tra liriche pesanti e cupe e musica solare, e viceversa". E nel "Nido" di Cristina non manca, in effetti, una certa solarità: "E' un disco strano, anche spiritoso dalla seconda metà in poi. C'è l'ironia che mancava su 'Tregua', e ciò perché forse il periodo in cui fu composto 'Tregua' non lasciava molto spazio all'ironia.".


Nonostante una formazione prettamente rock, Cristina Donà ama spaziare tra i generi. "Sto ascoltando Wilco - racconta -, il Brasile di Gilberto Gil e Caetano Veloso, Paul McCartney, Marco Parente, Ginevra Di Marco. In passato U2, Waterboys, e tra gli italiani soprattutto Fossati". E' decisa a portare avanti l'altro-rock" italiano, quello che difficilmente si ascolta nelle radio, insieme ai suoi amici e compagni di tournée: i La Crus, gli Almamegretta, gli Afterhours, i Marlene Kuntz.

 

In Dove Sei Tu (2003), spiazza subito la nuova produzione, affidata a Davey Ray Moor, leader dei Cousteau, conosciuto, sembra per caso, durante un festival inglese nel quale l'artista bergamasca si esibiva. L'effetto č un approccio meno cupo rispetto al passato, dove la voce risalta ancora di pił in tutta la sua limpidezza (e infatti la stessa Crstian Donà ha fatto notare che il problema era quello di incoraggiare le frequenze basse della sua voce, che č invece impostata su frequenze alte; allo scopo sono stati usati vari microfoni ed effetti). Toccanti i brani melodici e d'effetto ("Nel mio Giardino", "Invisibile"), ma non mancano anche sfumature stile jazz ("In fondo al mare"). Si prosegue con pezzi pił carichi che non possono mancare nel repertorio live ("Triathlon", in un'insolita doppia veste con l'ausilio dei Subsonica, e "The Truman Show"). Infine, Cristina Donàsi cimenta anche con la lingua inglese in "Give it back (to me)", primo esperimento che magari potrą avere un seguito nel futuro. L'uso di parti melodiche pił marcato rispetto ai lavori precedenti risulta convincente e, unito all'apporto di validi strumentisti come quelli attuali, potrą rappresentare in futuro la premessa per nuove, interessanti evoluzioni nella carriera della cantautrice bergamasca.

 

* contributi di Filippo Michelini - Aktivirus ("Dove sei tu")


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