Algiers

Algiers

Gli Algiers sono un trio di rock sperimentale americano composto da Franklin James Fisher (voce, chitarra, piano, tastiere, percussioni, campionamenti, batteria, violoncello), Ryan Mahan (basso, sinterizzatori, programmazione, percussioni, chitarra, cori) e Lee Tesche (chitarra, piano preparato, programmazione, cori).
Il progetto nasce ad Atlanta, Georgia, nel 2007. I componenti del gruppo uniscono passioni politiche e inclinazioni musicali: il gospel per il cantante, il post-punk per i due musicisti. I tre diffondono musica e idee militanti anche tramite Tumblr.

 

Dopo alcuni singoli e video, nel gennaio 2014 vengono messi sotto contratto dall’etichetta Matador e registrano a Londra (dove vivono Mahan e Tesche; il cantante si è trasferito a New York) l’album di debutto "Algiers" (2015). Segue un tour negli Stati Uniti, in parte come supporter degli Interpol, con Matt Tong dei Bloc Party alla batteria.
A due anni di distanza la band pubblica "The Underside Of Power", prodotto da Adrian Utley dei Portishead insieme ad Ali Chant. Ne consegue un fortunato tour europeo di spalla ai Depeche Mode.

 

I membri del gruppo si recano quindi in Algeria per la prima volta, incontrando Saadi Yacef, il leader della lotta per l'indipendenza algerina, le cui memorie furono d'ispirazione a Gillo Pontecorvo per il film cult "La battaglia di Algeri", che lo stesso Yacef aiutò a produrre. Un incontro importante per la band di Atlanta che proprio dalla questione algerina ha preso il nome.
Gli Algiers partecipano inoltre a un Ep audiovisivo dei Massive Attack, intitolato "Eutopia" e realizzano “Cleveland 20/20”, una versione estesa di 50 minuti della loro canzone “Cleveland”, sulla scia delle proteste per l'assassinio di George Floyd da parte della polizia americana.

 

Nel 2020 esce "There Is No Year", terzo capitolo della band americana, con l'apporto di due produttori dall'impronta particolare come Randall Dunn (Sunn O)))) e Ben Greenberg (Zs, The Men), che modificano non poco l'impatto generale della musica degli Algiers.
Tre anni dopo è la volta di “Shook” (2023), con cui il collettivo di Atlanta prova a catturare la primigenia rabbia, oltre a riconquistare il vessillo di portabandiera della giustizia e dell’eguaglianza a tutti i costi, anche se la rabbia degli esordi ha perso parte di quell’aggressività che ha reso le loro performance live uniche e trascinanti. Resta però la qualità e l'originalità di una delle ricette musicali più interessanti dell'ultimo decennio.

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