Lyra Pramuk

Lyra Pramuk

Nata in Pennsylvania ma di stanza a Belino, dopo aver realizzato una manciata di singoli e aver perfezionato collaborazioni artistiche con la compositrice Holly Herndon e il coreografo multidisciplinare Colin Self, Lyra Pramuk giunge nel 2020 all’intrigante album d’esordio “Fountain”, pubblicato dalla label islandese Bedroom Community. Un lavoro basato sull’utilizzo della voce (a tratti sorretta da pochissimo altro), spesso elaborata digitalmente, avente l’intento di indagare il rapporto uomo-tecnologia: una sorta di esplorazione di ipotetici scenari futuristici, non binari e post umani. Manipolazioni di una materia che in molti definiscono “futurist folk”, nella quale l’artista americana travasa tanto l’avant-pop di Bjork quanto certi richiami devozionali, figli dell’esperienza formativa nel coro della chiesa dove la nonna suonava l’organo. Gli studi di canto e una certa fascinazione per la musica cameristica completano un puzzle dalle caratteristiche davvero originali.
Ricerca e sperimentazione proseguono in “Delta”, pubblicato nel 2021, un "remix album" nel quale quelle tracce minimaliste vengono rielaborate e arricchite da substrati sonori in grado di conferire nuovi significati e tracciare ulteriori direzioni. Un progetto non più soltanto teso a valutare le possibilità tuttora inesplorate nell’utilizzo dello strumento voce, ma disposto a lasciarsi contaminare da suoni e suggestioni provenienti da territori molto distanti fra loro. Dai canti gregoriani alla club culture di ultima generazione, si tratta di un viaggio che attraversa secoli e continenti, inglobando decostruzioni, astrazioni, ma anche più fruibili forme di pop avanguardistico. Fra i titolari dei contributi spiccano i nomi di Ben FrostVesselCaterina Barbieri ed Eris Drew (in due occasioni), ma fra i 14 rework inclusi nessun intervento risulta meno che interessante. La presenza di brani dal taglio breakbeat e techno-trance vivacizzano non poco il risultato finale (come nel caso di “Everything Is Beautiful & Alive” e della versione di “New Moon” rimaneggiata da Tygapaw) rendendolo attraente per una platea decisamente eterogenea.
(Claudio Lancia)

Lyra Pramuk