Birthday Massacre

Birthday Massacre

Melodie ottantiane ed estetica burtoniana

Capitanati dalla vivace cantante Chibi, i canadesi hanno coniugato l'amore per il synth-pop, il dark e la new wave degli anni 80 con l'industrial-rock e varie tendenze elettroniche. Tra melodie coinvolgenti, atmosfere dolciamare, un pizzico di autoironia e ispirazioni fiabesche

di Alessandro Mattedi

Sotto il nome The Birthday Massacre si cela uno dei gruppi synth-rock più melodici del Canada. Nel corso degli anni, questi musicisti nordamericani si sono ritagliati la loro personale nicchia fatta di melodie coinvolgenti, alternando atmosfere più innocenti, fanciullesche, ad altre ben più cupe. I membri del gruppo si firmano quasi esclusivamente sotto nome d'arte (Chibi, Rainbow, Michael Falcore, Rhim, Owen, Nate Manor) e adottano in generale un'estetica che si rifà tanto alla scena goth quanto ai film di Tim Burton e a numerosi racconti fiabeschi. 
Il loro percorso musicale è intriso di spirito retrò, ispirandosi fortemente ai gruppi new wave e soprattutto synth-pop degli anni 80; a formazioni come Missing Persons, Depeche Mode, Roxette, Eurythmics, Visage, New Order. I canadesi sono cresciuti ascoltando il pop degli Eighties e il caleidoscopio di umori della wave, li citano costantemente come fonte principale di ispirazione nella loro musica. È da qui che traggono spunto per la loro attitudine radio-friendly e per la maggior parte delle melodie delle loro canzoni, sempre molto orecchiabili, mai però senza sensibilità. Ciò che impreziosisce i brani del gruppo è infatti, sopra a tutto, una ricercatezza pop-oriented sempre accattivante, attraverso un campionario di tonalità che va dal brioso al malinconico. A caratterizzarle c'è anche un certo retrogusto di darkwave, sia nelle atmosfere corpose che nell'attitudine del gruppo, a cavallo tra gothic-rock e synth-dark (The Cure su tutti, ma anche The Faint, London After Midnight, Clan of Xymox). Il risultato è una nutrita collezione di canzoni dalle melodie irresistibili e dalle atmosfere evocative.

Ma non bisogna compiere l'errore di pensare a un gruppo revivalista della wave: i Birthday Massacre traggono ispirazione anche dall'industrial degli anni 80 e 90 (Skinny Puppy, Nine Inch Nails, Marilyn Manson, Deadsy e Mindless Self Indulgence), dal crossover di Faith No More e Deftones e dai Curve (soprattutto per quanto riguarda la sezione ritmica). L'influenza industriale è la principale, sia per quanto riguarda gli intrecci di sintetizzatore, che comunque non rinunciano alle melodie più pop e dance anche nei momenti più caustici, sia per l'uso dei chitarroni meccanici che contraddistinguono i canadesi. Il risultato ne è talmente trasfigurato che al tempo stesso sono evidenti le singole connessioni con gli artisti industrial-rock e il gruppo suona completamente antitetico alla musica industriale per timbro e atmosfere.
In ogni caso, le chitarre dei Birthday Massacre non prendono quasi mai il sopravvento. Ci sono riff industrialoidi che costituiscono motivetti, ma più spesso fungono da sostegno alle melodie elettroniche o da muro sonoro su cui poggiare il ritornello. Facendo ciò, trovano un punto di contatto fra l'uso che diversi gruppi wave facevano, da substrato per voce e tastiere, e i gruppi industrial-rock successivi. Rimangono comunque secondarire rispetto a tastiere, sintetizzatore e voce, soprattutto nella seconda parte di carriera dove le chitarre progressivamente vengono ridimensionate in favore dell'elettronica. È la combinazione tra il lato canoro e quello elettronico a fungere da cardine per le canzoni del gruppo, con le loro melodie trascinanti, i tappeti avvolgenti di tastiere e il gioco di luci e oscurità rievocato nelle atmosfere. Il nome della formazione negli intenti del gruppo vuole sottolineare questa dualità: l'apparente innocenza di un compleanno e l'inquietante idea di un massacro sono metafora dell'unione di due aspetti contrapposti.
Negli anni i Birthday Massacre hanno poi apprezzato dichiaratamente band elettroniche loro coetanee. Ad esempio, gli svedesi The Knife, gli inglesi Ladytron o IAMX, i giapponesi Aural Vampire. Attingendo da combinazioni più moderne di electro-industrial ed electro-pop, hanno voluto fare da ponte fra decenni differenti.
Mescolando assieme questi aspetti della propria musica, la formazione canadese ha forgiato un sound riconoscibile dal tocco personale che vuole mantenere vivi gli anni 80 nel nuovo millennio.

birthdaymassacrefotomonografia6La maggior parte della scrittura musicale o è svolta in comune, o è concentrata nelle mani dei due chitarristi Rainbow e Falcore. Ma la "star" del gruppo è senza dubbio la cantante Chibi (pseudonimo di Sara Elaine Taylor). Chibi è di una presenza scenica peculiare: si trucca da gothgirl oppure va sul palco vestita da scolaretta giapponese, ha i tatuaggi di Sailor Moon e chiede ai fan di non regalarle fiori ma... calzini di lana. Sul palco si scatena e adora le storie truculente. Ma nel privato è riservata, ama la quiete ed è vegetariana. Ha a cuore le tematiche femministe, si è espressa spesso con voce critica sul sessismo all'interno del mondo del business musicale e di varie disavventure capitatele. Ha infine anche scritto un racconto, "Boring Girls" (2012). È molto appassionata di letteratura, soprattutto quella fantastica (ma anche i romanzi storici), che rappresenta una fonte di ispirazione per i suoi testi. Dice nelle interviste: "Mi piace Frances Gordon, riprende le fiabe ma poi ne modernizza i concetti, come quello della Bella Addormentata, così può raccontare di una ragazza in coma per un mese - e dare un tocco davvero raccapricciante e moderno alle vecchie fiabe".

Una particolare costante nelle ispirazioni tematiche è Lewis Carroll, con i suoi "Alice nel paese delle meraviglie" e "Attraverso lo specchio". Compaiono riferimenti sparsi tra le canzoni, ma anche nella mascotte del gruppo, che è un coniglio. Questa immagine compare in tutte le copertine degli album, anche solo come un paio di orecchie finte come copricapo. Assieme alle varie combinazioni di rosa, viola e fucsia che ricorrono in tutto il materiale del gruppo, suscita l'immagine di paesaggi magici, surreali e anche un po' inquietanti. Quella dei Birthday Massacre è un'estetica fatta di contrasti, sempre in linea con lo spirito del nome, ma senza tralasciare un pizzico di ironia nella vita di tutti i giorni.
Tutto il gruppo poi ama il cinema di Tim Burton, con quel suo particolare tocco estetico: "Quando ho visto 'Alice In Wonderland', ho subito pensato che sarebbe stato perfetto per dei nostri pezzi, ma come saprai i vari Avril Lavigne e Wolfmother sono arrivati prima di noi – il che per me non ha molto senso, ma si sa che oggi è tutto mosso dai soldi. Il denaro parla più forte della creatività", spiega sempre Chibi, non senza un pizzico di disappunto.

birthdaymassacrefotomonografia3b Sul lato canoro, Chibi prende a modello voci femminili come la riot grrrl Jessica Addams dei Jack Off Jill, le squillanti divagazioni electro-rock di Dale Bozzio dei Missing Persons e soprattutto il carisma di Johnette Napolitano dei Concrete Blonde. Si lascia catturare anche dall'eclettismo di voci maschili come quella di Mike Patton dei Faith No More, che adora. Queste ultime due ugole sono dichiaratemente le sue passioni più grandi e hanno contribuito a farle coltivare un'espressività canora squillante, vivace e capace anche di momenti più introspettivi. Nei primi album, Chibi assume spesso tonalità acute e delicate, che le danno un'aria fanciullesca proprio da Alice. Poi, nel corso della carriera evolve progressivamente verso tonalità più corpose. Purtroppo negli ultimi album ha perso di di freschezza, ma ciò non le ha impedito di inanellare ugualmente diversi brani irresistibili.
I suoi testi sono particolari e nuovamente in bilico tra due aspetti contrapposti. Spesso sono come un diario adolescenziale ricco di allegorie e di riferimenti fiabeschi. Nonostante ciò, si rivelano sempre molto vissuti e lasciano trasparire i sentimenti che Chibi cerca di comunicare, pur abbandonandosi in alcuni momenti ad alcuni cliché che ne attenuano la forza lirica. 

birthdaymassacrefotomonografia7bLa storia del gruppo inizia nel 1999, quando all'Accademia di Belle Arti di London (Ontario) si incontrano Chibi e Rainbow, che decidono di formare un gruppo chiamato Imagica, ispirandosi per il nome a un celebre romanzo fantasy di Clive Barker. Entrambi si occupano di arti grafiche, scoprono di avere molti interessi musicali eclettici in comune e di amare tanto i Depeche Mode quanto i Type O Negative. Dopo aver reclutato i primi colleghi, incidono alcuni demo, tra cui la canzone loro simbolo, chiamata "Birthday Massacre". Dato che c'era già un gruppo chiamato Imagica, i canadesi cambiano il loro nome in The Birthday Massacre e ribattezzano la loro canzone "Happy Birthday". Questa finisce nel primo full-length Nothing And Nowhere nel 2002.
Il pezzo è il classico esempio di opera iniziale che mostra quanto un artista abbia potenziale da coltivare e sia ancora acerbo nell'espressione: riuscite alternanze di muri sonori chitarristici e melodie elettroniche, piglio trascinante, mix di batteria e drum-machine, atmosfere d'innocenza abbinate a un testo che descrive in maniera delicata un episodio di violenza in stile "Arancia Meccanica"; ma è anche migliorabile la produzione, con le chitarre che quando emergono tendono a soffocare il resto e le parti vocali sussurrate che a malapena si sentono. Il resto dell'album mantiene questa bivalenza, facendo risaltare alla base un'attitudine tendenzialmente noise che li avvicina agli electro-shoegazer Curve e chitarre ronzanti a sostegno di melodie elettropop che ricordano i Theatre Of Tragedy dell'album "Musique". Rispetto a loro, il risultato è un po' meno incisivo. Chibi, inoltre, è ancora troppo monotona nelle sue linee vocali rispetto a quanto mostrerà in seguito. Ma, insomma, l'orecchiabilità c'è tutta, ci sono tante idee che premono per emergere, devono solo essere messe a fuoco e forse essere un po' meno noisy - un'attitudine che conferisce un tocco particolare e intenso, ma che smorza vari brani altrimenti epici (come "The Dream").

Nel 2004 la lezione viene imparata appieno e il gruppo registra un Ep lungo (mezz'ora) intitolato Violet, che mostra una maggiore confidenza e padronanza dei propri mezzi compositivi. Arrangiamenti più colorati e frizzanti, chitarre sempre abrasive ma meno invadenti, inserti elettronici più variopinti, inserti più intelligenti di drum-machine. La produzione è ancora un po' pastosa ma sensibilmente migliore rispetto all'esordio. Fiduciosi, i canadesi ri-registrano alcuni dei brani più riusciti dell'esordio e ri-pubblicano dopo alcuni mesi Violet, stavolta come Lp, conferendogli maggior spessore. Il risultato è una collezione di brani quasi tutti potenziali hit melodiche e, quando non lo sono, è perché si tratta di avvolgenti ballate dark. Sia tra i brani nuovi (ci sentiamo di segnalare "Lovers End", "Holiday" o "Play Dead") che tra quelli registrati nuovamente ("Horror Show", "The Dream", "Video Kid" e l'ormai inno "Happy Birthday") c'è tanta carne a cuocere ed è tutta molto catchy. Ogni tanto i canadesi strafanno un po': "Lovers End" ricorda sospettosamente troppo "Come Undone" dei Duran Duran. Questo è un difetto che riduce la portata della loro musica.
Il gruppo soffre anche di problemi economici e al termine del tour promozionale dell'album, gestito in proprio, sorgono forti attriti con il management che minano la serenità dei membri.

birthdaymassacrefotomonografia4_600Dopo un paio di cambiamenti minori nella line-up che assume così la forma definitiva, la consacrazione arriva tre anni dopo con Walking With Strangers.
Si tratta dell'album della maturità compositiva. I brani sono meglio curati negli arrangiamenti, che vengono realizzati partendo dall'idea di renderli più accattivanti in sede live. Il suono così è più vivo e meno sintetico, senza drum-machine, e le chitarre sono meno rumoristiche e riverberate. Il merito è dato anche dal fatto che l'album è stato prodotto sotto l'egida dell'esperto David Ogilvie, un vate della scena industrial, collaboratore di lunga data già di Skinny Puppy, Killing JokeMarilyn Manson tra i tanti, che rende la produzione più pulita e curata nei cesellamenti e nella catchiness. Si va da dolci ballate power-pop ("Unfamiliar") a un industrial-rock aggressivo e tendenzialmente metallico ma melodico appieno nel suo cuore ("Red Stars"). Sono anche maggiormente presenti le influenze da gruppi elettropop dei 2000 ("Weekend") accanto agli episodi più nostalgici degli anni 80 (la danzereccia "Science", l'emozionante "Remember Me"). Non mancano ovviamente i tributi ai Cure (citatissimi stilisticamente in "Movie", che è un omaggio che li emula appieno). È però anche un album dove si notano ancora più nettamente le influenze dai Faith No More di "Angel Dust" (alcune melodie dell'imponente "Goodnight", ad esempio, sono molto simili a "Midlife Crisis", forse troppo).
Il disco, comunque, è il più grande successo di critica e pubblico dei canadesi. Il gruppo entra per la prima volta nelle classifiche statunitensi indipendenti, pur restando lontano dal mainstream.

Nel 2008 viene pubblicato l'Ep Looking Glass, contenente dei remix e due inediti industrial/synth-pop (tra cui una cover di Tommy James and the Shondells) melodici ma non imperdibili.

Show And Tell (2009) è l'unica registrazione ufficiale di un concerto dei Birthday Massacre e il secondo Dvd (il primo era costruito attorno al singolo "Blue"). Pur ignaro del fatto che la label lo avrebbe registrato, il gruppo regge discretamente lo show.

birthdaymassacrefotomonografia5b Formula che vince, non si cambia: Pins And Needles viene pubblicato nel 2010 e non modifica lo stile del gruppo, se non dando un po' più di enfasi a influenze dance/synth-pop anni 80 e avvicinando il suono delle chitarre a quello di Marilyn Manson, ma si tratta sempre di un'opera di centellinamento e non si assiste a rivoluzioni. L'introduzione è affidata a "In the Dark", che sfoggia un intento molto energico e d'impatto (al crocevia tra Faith No More, Type O Negative e Depeche Mode) e rinvigorisce un poco i riverberi delle distorsioni nel ritornello. Le struggenti power-ballad con trascinanti ritornelli pop sono comunque sempre presenti, su tutte la stupenda "Always", già il secondo brano impreziosita inoltre da bassi funk e da una melodia vocale anthemica, oppure l'interessante "Pale" in cui si mescolano darkwave, industrial-rock e inserti di voce maschile iperpulita.
Pins and Needles rimescola momenti più dinamici e incalzanti ("Control", che ricorda un incrocio tra Deathstars e Kraftwerk), omaggi sonori ottantiani e danzerecci ("Shallow Grave" che ricorda gli Europe, "Midnight"), riff distorti (la title track, "Two Hearts"), ritornelli romantici ed evocativi (la bellissima "Sideways") e l'immancabile citazione stilistica dei Cure (la conclusiva "Secret").
In generale, le atmosfere si fanno più soffuse, ma senza discostarsi dai consueti tratti dolceamari. Chibi si mostra in questo periodo al massimo della forma, dando vita ad alcune delle sue prove più variopinte, purtroppo penalizzate da una produzione meno brillante e talvolta un po' ovattata. Nel complesso siamo un gradino più in basso rispetto al predecessore, che rimane l'apice quanto a ispirazione melodica e creatività del gruppo, ma non di molto. Le vendite migliorano e il gruppo entra nelle classifiche americane ed europee mainstream, ma molto lontano dal vertice (152° posto negli Stati Uniti, 96° in Germania).

Nel 2011 viene pubblicato un Ep di inediti e remix intitolato Imaginary Monsters. Negli inediti l'elemento synth-pop domina, ma è puntellato da chitarroni che si avvicinano all'alternative-metal ("Forever" e "Burn Away" ricordano gli Evanescence mescolati ai Depeche Mode, "Left Behind" sembra un misto tra Cure, Europe e Rammstein). I remix sono di stampo Ebm/electro-industrial, con la partecipazione di alcuni noti nomi aggrotech come i Combichrist e future-pop come gli Assemblage 23, ma trascurabili.

Il nuovo decennio non mostra i migliori auspici ai Birthday Massacre, che paiono essere entrati in una fase di ristagno creativo. L'ispirazione il gruppo la cerca cercando di tingersi ancora di più dell'elettronica anni 80, rimescolando soprattutto dance-rock, synth-pop e industrial-rock con un piglio sempre più nostalgico, e dando nuova apertura alla drum-machine. Hide And Seek esce quindi nel 2012 sprigionando atmosfere ottantiane da tutti i pori. Purtroppo il risultato, per quanto abbia i suoi momenti interessanti dove si può apprezzare la sincera dedizione del gruppo, delude in parte le aspettative suonando come l'album meno convincente fino a questo momento: i brani iniziano a farsi troppo simili tra loro e rispetto ad altri gruppi synth/dark comparsi negli ultimi anni, ma soprattutto perché iniziano a mancare i motivi trascinanti. Il lavoro sembra come costruito su poche idee che forniscono diversi spunti godibili in mezzo a molti altri ben più monotoni, e le hit melodiche si fanno più diradate. La brevità dell'album, poco più di mezz'ora, ne è sintomo.
Gli episodi più chitarristici sono l'aggressiva "Down" e "Play With Fire", che mantengono comunque un legame con gli anni 80 e con gruppi connazionali come gli Skinny Puppy. Sono anche con tutta probabilità i brani più caratterizzati assieme al synth-rock malinconico di "In This Moment" e la simil-Duran Duran "Calling".
Il lato più positivo del disco rimane la voce di Chibi, che personalizza canzoni che altrimenti risulterebbero più anonime, ma anche lei appare meno frizzante che in passato. Il tour di spalla a Emilie Autumn è un successo, ma le vendite complessive non migliorano molto.

birthdaymassacrefotomonografia2bPer continuare a incidere, il gruppo fa a questo punto affidamento su di una piattaforma di raccolta fondi chiamata PledgeMusic e, con la collaborazione della label, raccoglie le donazioni dei fan che pre-ordinano il successivo album. Superstition prosegue sugli stessi binari stilistici cercando di renderli un po' più rumorosi e d'effetto, con stratificazioni di tastiera a formare l'ossatura delle canzoni. Il disco mostra un gruppo che trova l'ispirazione necessaria per confezionare alcune canzoni più che godibili, convincenti nei loro incastri melodici. Fra i momenti più efficaci ci sono su tutti il mix di Ebm e pop di "Diaries", l'electro-industrial di "Destroyer", il synth-pop della pregevole title track, e poi la bruciante "Surrender" (fra Depeche Mode e Linkin Park). C'è anche altro materiale più piatto, in cui comunque occasionalmente emergono guizzi melodici che potevano essere approfonditi, dando l'idea di un gruppo più a suo agio. Più che altro, se in precedenza i riferimenti del gruppo erano sì bene evidenti, ma pur sempre fusi in una mescolanza peculiare che i canadesi interpretavano con molta originalità (eccetto l'occasionale brano-tributo ai Cure e non solo), ormai ci sono maggiore adesione formale ai canoni del passato e meno reinvenzione, guadagnandoci in cura dei dettagli e compattezza ma perdendo varietà e originalità. A livello di attitudine e obiettivi dei Birthday Massacre si porta quindi a compimento definitivo l'opera di revival delle atmosfere e degli umori anni 80 (con punte di suoni anni 90). E in più di un'occasione il retaggio di un disco come "Black Celebration" dei Depeche Mode, cioè quello della fase dark dello storico gruppo synth-pop, emerge chiaramente fra gli spunti più aggressivi. Il gruppo sembra quindi destinato a occupare una nicchia personale, riconoscibile e che sa manipolare con maestria, ma questo è anche il limite della sua proposta che dopo 6 album non sembra poter andare oltre.

Nel 2016 viene rilasciato Imagica, un'antologia contenente le demo precedenti al 2002, quando il gruppo si chiamava ancora in questo modo. La registrazione è terribile, ma è interessante notare le trasformazioni avvenute negli anni. La dance di "Night Time" comunque suona incalzante, mentre la versione primigenia di "Happy Birthday" regge il confronto con le versioni meglio prodotte (anche perché mantenevano alcuni limiti negli arrangiamenti). C'è qualche somiglianza con gli Evanescence, che nello stesso periodo componevano demo in linea con la scena alternative-rock/metal nordamericana per poi trovare la propria strada. Ci sono anche alcuni inediti: due cover di Madonna e Faith No More, divertenti e orecchiabili, e il cupo industrial-metal mansoniano di "Dead" (rovinato dalle scelte nei filtri vocali che mettono in secondo piano Chibi).

Nel 2017 esce l'ultimo disco, intitolato Under Your Spell e finanziato sempre tramite PledgeMusic. La formula di partenza del gruppo è consolidata, questa volta si assiste a un ricapitolamento delle varie tendenze affrontate nel corso degli anni, mostrando più varietà rispetto al precedente disco. La produzione si fa più asciutta e meno monumentale. L'apertura è affidata al goth-rock dalle sfumature elettroniche dell'iniziale, meravigliosa "One", uno dei pezzi più evocativi e rifiniti nella storia del gruppo. In linea con quanto ci si aspetta a livello di umore dai canadesi, la sua bellezza risiede nei tocchi evocativi delle chitarre di supporto e nel duplice ruolo delle tastiere - per le melodie portanti e le atmosfere.
Il resto delle canzoni non è sullo stesso livello, ma non mancano melodie efficaci e un'apprezzabile maggiore varietà compositiva. Per esempio, la piacevolmente malinconica ballata 
synth/dark della title track, avvolgente e fumosa, giusto penalizzata da un ritornello un po' smorto sul piano vocale; oppure l'antemica e trascinantissima "Hex" che strega l'ascolto, o le tonalità dance/futurepop della conclusiva "Endless" che sa essere divertente ed evocativa insieme.
Se "All Of Nothing" prova a variare le carte in tavola tingendosi di dubstep per rinnovare lo stile del gruppo, dando però anche l'idea di dover decollare a livello emozionale per poi non farlo mai, si transita anche per pezzi più convenzionali che strizzano l'occhio ai Depeche Mode più arabeschi ("Without You") e agli Skinny Puppy più oscuri ("No Tomorrow"), come a ritornare immediatamente su un sentiero già percorso e sicuro. Non manca comunque la costante ricerca dell'unione di sonorità di decenni diversi (risultati altalenanti in "Counterpane" che prova a innestare riff industrialoidi rammsteiniani su un pezzo altrimenti guidato dalle piacevoli tastiere tra Bronski Beat ed Eurythmics).
 
Purtroppo l'espressività canora di Chibi è diventata complessivamente meno ispirata e dinamica, e i testi a questo appuntamento sono nella maggior parte dei casi poco accattivanti, sembrando più che altro pagine di un diario post-adolescenziale; ed è come smussare la punta di diamante del gruppo. Ma l'impressione che dà Under Your Spell è alla fine dei conti positiva grazie a una selezione di canzoni vivaci e colorate, pur tuttavia un po' discontinua, e includendo un pezzo meraviglioso ("One").

Nel 2019 Chibi incontra problemi di salute che la costringono a sottoporsi a un intervento chirurgico. I conseguenti tour e l'uscita del nuovo disco vengono posticipati di qualche mese.

Nel marzo 2020 esce Diamonds. Come c'era da aspettarsi non ci sono sorprese sonore. Il gruppo però mette parzialmente da parte alcuni aspetti più cupi degli ultimi lavori a favore di una produzione più "calda" e "sporca", nonché di un songwriting che ricorda maggiormente gli esordi quanto a bilanciamento tra gli strumenti, ad atmosfere, timbro e a specificità elettroniche dispiegate. C'è un atteggiamento meno malinconico e dolente, più "spensierato" (relativamente parlando), e un suono a grandi linee più "convenzionale" in proporzione. Se Under Your Spell aveva alcune canzoni grandiose e variopinte, miscelate a materiale più trascurabile se non proprio poco ispirato, al contrario Diamonds si mantiene costantemente su di un livello almeno discreto come mediana, con però pochi guizzi e minore varietà di stili affrontati. Chibi sembra essere più a suo agio con le line vocali, e in genere predilige timbri morbidi e soffusi, alle volte eterei. Sempre come al solito, il disco ha una durata contenuta (37 minuti), ma purtroppo c'è la sensazione che manchi qualcosa: ovvero un pezzo veramente memorabile come comunque i precedenti dischi garantivano. Il disco sarà sicuramente apprezzato dai fan del gruppo, che avranno un'ulteriore porzione della proposta dei canadesi, ma potrebbe deludere chi si aspettava idee nuove e non rivoluziona certo la discografia del gruppo. I Birthday Massacre si sono ritagliati la loro nicchia portata avanti come fedeli e sinceri artigiani dei suoni anni 80, e si tratta solo di verificare se si limitano a eseguire il compitino o se scrivono grandi canzoni dal piglio magnetico.

Nel 2021, in piena pandemia, il gruppo incide il singolo stand-alone The Neverending Story, cover del brano principale del film "La storia infinita" di Limahl, operazione-nostalgia (e un po' anche un divertissement) nei confronti di un decennio che i canadesi amano al punto che nemmeno vogliono semplicemente mantenerne vivo il ricordo, agiscono come se non si fosse mai concluso. O per meglio dire re-incide: esisteva già una cover di bassa qualità audio ai tempi delle prime demo.

Nel 2022 esce il nuovo disco Fascinationsostanzialmente uguale ai suoi predecessori, riproponendo il loro stile consolidato da tempo, pur con alcuni umori in genere più speranzosi. A livello di timbro è come ci si aspetterebbe appassionato e atmosferico, sempre guidato dai gorgheggi di tastiera adagiati sulle distorsioni di chitarra, a sostenere la voce vellutata di Chibi. Purtroppo non c'è molta varietà a livello di scrittura e anche nei ritornelli, che dovrebbero essere il lato che colpisce di più, sembra che i canadesi abbiano poche idee. L'appiattimento generale rispetto al passato del gruppo, quanto a tavolozza di melodie (chitarristiche in primis, e purtroppo anche tastieristiche e vocali), lascia un retrogusto sbiadito anche dietro a canzoni tutto sommato oneste e di per sé molto orecchiabili.

Birthday Massacre

Discografia



Imagica(demo autoprodotto, 2001)
Nothing And Nowhere(Repo/Metropolis, 2002)
Violet(Repo/Metropolis, Ep 2004 Lp 2005)
Walking With Strangers(Metropolis/Repo, 2007)
Looking Glass(Ep,Repo/Metropolis, 2008)
Show And Tell(live, Metropolis, 2009)
Pins And Needles(Metropolis/Dependent, 2010)
Imaginary Monsters(Ep, Metropolis/Out Of Line, 2011)
Hide And Seek(Metropolis/Out Of Line, 2012)
Superstition (Metropolis, 2014)
Imagica(antologia, Metropolis, 2016)
Under Your Spell(Metropolis, 2017)
Diamonds (Metropolis, 2020)
Fascination (Metropolis, 2022)
Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

Blue
(videoclip da Violet, 2004)

Looking Glass
(videoclip da Walking With Strangers, 2007)

Goodnight 
(video live dal Dvd Show And Tell, 2009)

Beyond 
(videoclip da Superstition, 2014)

 

In The Dark 
(videoclip da Pins And Needles, 2010)

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