Questa lunga intervista arriva dopo anni spesi a inseguire vanamente il creatore di una delle saghe musicali più avvincenti degli ultimi decenni, quella dei Black Tape For A Blue Girl: ma il tempo concesso a OndaRock ora da Sam Rosenthal - impegnatissimo con i suoi sempre più numerosi progetti musicali e la gestione della sua etichetta Projekt Records - per questa ampia chiacchierata giunge in un momento molto intenso per l'artista americano. Proprio in questi giorni, in attesa del nuovo album previsto per l'inizio del prossimo anno, i Black Tape escono con una raccolta antologica e un nuovo Ep, disponibile in formato digitale, composto di cover dei Sonic Youth! Al tempo stesso Rosenthal debutta con il primo album della sua nuova band, i Revue Noir, all'insegna del suo nuovo pallino, il "dark-cabaret".
Sam, mentre esce una nuova antologia della carriera dei tuoi Black Tape For A Blue Girl ti appresti a completare il nuovo lavoro di studio e hai di recente festeggiato l'uscita n.200 della tua etichetta, la Projekt Records. È stata davvero una lunga strada quella da te percorsa sia come musicista che come label manager. Raccontaci le tue impressioni sugli anni trascorsi da quando hai iniziato questa doppia avventura.
Proprio così, il primo album dei Black Tape For A Blue Girl, "The Rope", uscì nel 1986; il nuovo "Ten Neurotics" uscirà a breve, a quasi ventitré anni di distanza. In questo lungo lasso di tempo moltissimo è cambiato nella scena musicale underground. Le mie sensazioni a riguardo sono contraddittorie. Avverto un forte desiderio di mantenere un saldo legame con chi è fan della mia musica, ci tengo a sentire la loro passione e il loro interesse per ciò che riesco a creare. In questo senso credo che internet non abbia realmente reso le cose più "personali" e non ha realmente avvicinato le persone. Sento come se ci fossero lì fuori molti miei amici di cui però non conosco nulla. D'altra parte, come manager di una casa discografica credo che ci sia davvero un'incredibile quantità di grande musica in giro, e facilmente disponibile. Nuove contaminazioni, quando non nuovi generi (penso a quello che chiamo "dark cabaret"), tantissime cose nuove ed esaltanti da ascoltare.
Cosa pensi oggi, riascoltandoli a distanza, degli album che hai realizzato finora con i Black Tape? E cosa puoi dirci invece del nuovo album di prossima uscita?
I vecchi album... da ognuno di loro mi sembrano passati secoli... come se fossero stati creati da qualcun altro e in un'epoca lontana e differente. Riascoltandoli provo più che altro le sensazioni di un qualsiasi fan, voglio dire: musica che davvero adoro ascoltare, e che innegabilmente rimanda a certi momenti della mia vita. Quei dischi hanno rappresentato naturalmente una parte del mio essere. Dei vecchi album il mio preferito resta "Mesmerized By The Sirens" (1987), perché credo sia stato a partire da quell'album che ho iniziato a sentirmi soddisfatto delle mie creazioni, è lì che le canzoni cominciarono a venire fuori nel modo in cui volevo sentirle.
Riguardo il prossimo album, "10 Neurotics", al momento ho sette canzoni già finite. L'album parlerà delle persone che ho incontrato dopo il mio divorzio, avvenuto qualche anno fa. Persone interessanti, bizzarre, perverse. Dunque finora ci sono sette nuove canzoni, le parti musicali sono complete e sto ultimando la scrittura dei testi. Per questo album ho deciso di fare qualcosa di totalmente nuovo, ho comprato una chitarra acustica e per la prima volta è con questo strumento che ho creato tutte le canzoni. È per me una novità davvero entusiasmante, mi permette di fare cose che suonino davvero nuove e fresche. Non c'è nulla che mi spinga a pensare "Oh, ma questo l'ho già fatto!".
Ti sei spesso definito un "non-musicista" secondo la definizione coniata da Brian Eno. Lo pensi ancora oggi? Sono solo istinto e passione che ti guidano durante la composizione delle tue canzoni?
Beh, in effetti dopo tutti questi anni credo di potermi anche definire un musicista, non fosse altro perché creo... musica! Certamente non conosco le strutture fondamentali e i processi compositivi tradizionali, ma comunque compongo canzoni. Tutto comincia quando trovo quel paio di accordi che creano una particolare emozione in me. Ci lavoro sopra, inizio a registrarli, e a costruirci sopra pian piano. Per me le liriche vengono sempre dopo che la canzone ha preso la sua forma. Trovo che sia la musica stessa a suggerirmele, e sta a me trovare le idee giuste che funzionano con le emozioni che la musica trasmette. Ho appena terminato di lavorare alle liriche per una canzone intitolata "Love Of The Father," che parla di un uomo che non ha mai ricevuto amore da parte di suo padre. L'uomo si rivede ragazzo, soffre confusamente la mancanza dell'affetto paterno, e dopo di nuovo vede se stesso come adulto e riflette su come l'assenza di suo padre abbia influenzato la sua vita.
Come è cambiato il tuo approccio verso la musica dei Black Tape da quando è cambiato il gruppo di musicisti che ti accompagnano? Mi riferisco in particolare al nuovo cantante Bret Helm e a quanto la sua presenza - e la defezione del cantante storico dei Black Tape, Oscar Herrera - abbia influenzato il tuo modo di comporre le tue canzoni.
Io scrivo canzoni, e solo dopo decido quale cantante sia più adatto a interpretarla. Questo vale particolarmente per il nuovo album, nel quale ho voluto scrivere le canzoni senza davvero farmi nessuna idea su chi l'avrebbe interpretata. Oscar e Bret hanno stili completamente differenti, e trovo sia sempre una sfida eccitante quella di lavorare in base alle capacità dei miei musicisti.
Di recente hai creato una nuova band, chiamata Revue Noir, insieme alla cantante Nicki Jaine. Una band influenzata da quel particolare genere che tu per primo hai definito "dark cabaret". So che è appena uscito il primo album dei Revue Noir, intintolato "Anthology Archive", cosa puoi dirci a riguardo?
Ho incontrato Nicki a una festa natalizia organizzata dall'etichetta Middle Pillar nel 2003. Stavo parlando con degli amici quando ho notato entrare in casa questa bellissima ragazza. Poco dopo lei è salita sul palco e ha eseguito alcune sue canzoni che immediatamente mi hanno impressionato. Siamo rimasti in contatto e siamo diventati molto amici, così quando stavo organizzando nel 2004 il tour di "Halo Star" le ho chiesto se voleva far parte della band. Da allora Nicki suona chitarra e piano, oltre a cantare, con i Black Tape.
L'anno seguente ho divorziato da mia moglie e Nicki mi è stata molto vicina, è diventata davvero una amica fidata. Abbiamo iniziato a parlare della possibilità di creare musica insieme ed è così che è nato il progetto Revue Noir. Abbiamo lavorato per circa un anno alle canzoni di "Anthology Archive". Lei è una performer di eccezionale talento, e io ho trovato molto divertente lavorare su qualcosa di diverso dal solito, per una volta. Credo che questa esperienza mi abbia anche migliorato come musicista, perché non ho lavorato con l'elettronica, ma con arrangiamenti e strumenti "live".
Come si sono evoluti i tuoi gusti musicali durante gli anni, e quali sono i tuoi gruppi preferiti al momento?
I miei gruppi preferiti tra quelli "nuovi" sono senza dubbio Spiritual Front e ROME. Non saprei nemmeno dire a quale genere di musica appartengano. Non del tutto neo-folk e non del tutto pop. Ma amo davvero quello che fanno queste band. Mi piacciono molto anche i Lux Interna (gruppo neofolk americano, ndr), insomma credo tu ti possa fare una idea di cosa mi interessi al momento. Mi piacciono Nicki Jaine e i Sigur Ros, e ho scoperto un nuovo artista di Brooklyn chiamato Curtis Eller. Cerca di ascoltare qualcosa di suo, è davvero grande!
Dunque ti piacciono molto gli Spiritual Front! Apprezzi anche altre band italiane?
Gli Spiritual Front li trovo davvero straordinari. Sono da sempre un grandissimo fan di Marc Almond, specie nel suo periodo nei Marc & The Mambas. Quel sound così sordido e dissoluto. Gli Spiritual Front arrivano da quello stesso mondo. La loro è roba davvero incredibile! Di italiani mi piacciono molto anche gli All My Faith Lost.
A tuo giudizio ha ancora senso parlare di una scena "goth", nel senso che questo termine poteva avere per grandi artisti come Rozz Williams o Faith & The Muse? Personalmente credo che oggi ci sia la possibilità di contaminare tanti generi in modo anche interessante, ma non credo siano più i tempi per una espressione "pura" di un particolare genere come era il gothic-rock. Cosa ne pensi?
Si, capisco cosa intendi. Non ci sono davvero più suoni e generi "puri", è vero... ma credo sia anche naturale che in quindici e più anni le cose siano cambiate al punto che ormai è possibile associare e contaminare tutto con tutto. Amo molto gli artisti che hai citato, tuttavia non credo che i Black Tape abbiano mai fatto musica "goth" in senso stretto, perché non abbiamo mai avuto una line-up basata su basso e chitarre, non siamo mai stati epigoni dei Bauhaus, per fare un esempio. Credo sia molto più interessante quando un genere musicale sa crescere, evolversi e cambiare.
Ho molto apprezzato il tuo album a nome "As Lonely As Dave Bowman", un album che riflette il tuo profondo amore per le sonorità ambient e per la kosmische musik. Perché hai voluto realizzare questo disco, come è nata l'idea?
Le fotografie che vedi nell'artwork di quell'album le ha fatte per gioco mio figlio Sasha, quando aveva quattro anni. Mi piacquero molto! In seguito, più o meno scherzosamente, suggerii a Steve Roach che forse avrebbe potuto usare quelle fotografie per la copertina di un suo album. Ma poi ho pensato "un momento! Ma perché non realizzare io stesso un album ispirato da quelle immagini?". Ed è così che è nata l’idea, davvero. Ho usato il nome "Dave Bowman" nel titolo, perché è l'astronauta del film "2001: Odissea Nello Spazio", che è proprio il film preferito di mio figlio. Musicalmente volevo realizzare un album totalmente elettronico, di suoni freddi e distanti. Senza nessun elemento "naturale", ad eccezione dell'emozione umana che ci ho messo io stesso nel realizzarlo. L'album non ha nessuno strumento "suonato", quasi tutto è stato fatto processando e manipolando loop e feedback. È stato bello fare questo in un periodo in cui scrivevo solo canzoni (per Black Tape o Revue Noir), allontanarsi e passare del tempo alla ricerca di suoni interessanti. È stato un lavoro molto ben accolto dai fan. Ad un concerto di Steve Roach a Philadelphia molte persone sono venute da me e mi hanno detto grandi cose riguardo l'album. Mi ha fatto molto piacere.
La Projekt Records si è distinta sempre per i molti artisti di talento che ha ospitato, penso allo stesso Steve Roach, ai Lycia, gli Attrition, i Mira, i This Ascension. Quali sono stati secondo te i momenti più importanti dei venticinque anni di storia della label? E quali gli artisti che giudichi più rappresentativi?
Credo che l'uscita dell'album dei Lycia "Ionia" nel 1991 sia stato un traguardo fondamentale. Un eccezionale album, il picco del primo periodo della label. Poi considero importanti i momenti in cui sono usciti gli album "The Devil's Bris" di Voltaire e "Apart" dei Mira, e più recentemente le uscite dei Tearwave. C'è poi l'orgoglio di ospitare un artista come Steve Roach, il cui catalogo è straordinario, con le sue uscite puoi sempre andare sul sicuro. Sono molto fiero di avere anche ripubblicato alcuni suoi capolavori del passato come "Structures From Silence", "Dreamtime Return" ed "Empetus".
Ho notato negli ultimi anni un sempre maggiore aumento nel numero di uscite della Projekt. Segno del successo della tua label. Pensi che la tua sia un'eccezione in un momento così delicato per le etichette indipendenti? Cosa pensi del passaggio dal tradizionale formato "fisico" al formato digitale?
Vedi, innanzitutto io non credo che uno possa definirsi "fan" di una band se ruba la sua musica con il download illegale. Se ami la musica devi COMPRARE la musica, e dico questo sia come musicista che come label manager. Tutti gli artisti indipendenti hanno bisogno di comprarsi gli strumenti, di affittare uno studio, e magari anche di lasciare da parte qualcosa per poter mangiare! Se la gente si procura la musica illegalmente, fa del male a coloro che sostiene di amare. Ok questo era il mio sfogo anti-download illegale.
Riguardo il successo della Projekt... diciamo che ho imparato a sopravvivere in questo stritolante music business, pubblicando grande musica per un pubblico di veri appassionati. Le vendite in realtà sono diminuite rispetto a dieci anni fa, ma ora sono molto più attento alla gestione delle spese. Perciò continuo a mandare avanti la label e a cercare di farla crescere. Mi rattrista pensare che il digitale sia il primo segnale della morte degli "album", e degli artwork! Ma dobbiamo tutti essere realistici su cosa voglia oggi il pubblico. Perciò ora il download a pagamento è una parte importante delle nostre entrate. Questo è comunque un bene, perché gli artisti fanno più soldi con le vendite dei loro album in versione digitale che con la vendita "fisica" del cd.
Musicista, produttore, manager: e sei noto anche come appassionato opinionista politico, cosa vuoi dirci riguardo la situazione attuale, internazionale e del tuo paese?
Sì, sono un vero fan della politica. Sono stato a casa ogni sera per seguire la convention democratica in televisione. Molto interessante. Sono convinto che gli americani debbano svegliarsi e rendersi conto di come George W. Bush abbia distrutto questa nazione, economicamente e a livello di immagine e autorevolezza internazionale. Spero che l'America scelga un presidente che non abbia tra le sue priorità quella di andare in guerra, di svendere il suo paese e la sua economia e contribuire ai disastri climatici globali.
Voglio essere ottimista e pensare che l'America sia più intelligente di come è apparsa negli ultimi otto anni. Basta leggere le statistiche per capire quanto in realtà Bush sia quello che gli americani volevano, quale è il sostegno e l'apprezzamento degli americani verso di lui. Sarebbe il colmo in questa situazione dare l'America a McCain...
Torniamo alla musica; sei ancora in contatto con i vecchi membri della band, in particolare con il cantante Oscar Herrera?
Sono ancora in contatto con Oscar, sì. Lui ha deciso di ritirarsi dalle scene musicali qualche anno fa, dopo aver terminato il suo progetto solista, El Duende. Ogni tanto continuo a chiedergli di tornare a cantare per i Black Tape, e ci proverò ancora, magari prima o poi lo convincerò! Amo assolutamente la sua voce nelle mie canzoni. Il suo impeto, la voglia di dare tutto se stesso e mettere tutta la passione e la drammaticità che servono. Come dicevo prima, amo le atmosfere viziose e tragiche di Marc Almond e Spiritual Front. E Oscar era particolarmente bravo a offrire questo genere di interpretazione delle mie liriche, una cosa di lui che adoravo e trovavo realmente esaltante. Se ascolti la canzone "Tell Me You've Taken Another," (dall'album "As One Aflame Laid Bare By Desire"), capirai a cosa mi riferisco.
Hai in programma un nuovo tour con i Black Tape? Vi vedremo prima o poi anche in Italia?
Dovrei dire "no", ma non lo dico, perché non si può mai sapere. Di certo mi piacerebbe poter suonare in Italia, ma onestamente non posso permettermi di andare in tour e rimetterci soldi. Se qualche promoter in Italia si facesse avanti con proposte serie, potremmo anche discuterne e vedere se la cosa è realizzabile. Per due anni di fila siamo stati invitati al WGT festival in Germania, ma non ho mai visto offerte sufficienti a farmi portare la mia band fino in Germania. Onestamente, con un figlio di sei anni che ha bisogno di me, sono a un punto della mia vita in cui non posso permettermi di perdere soldi per fare un concerto. Ho diritto anche a un po' di rispetto, no?! (risate)
Ok Sam, è tutto, ti ringrazio moltissimo per il tuo tempo e le tue risposte, se vuoi dire qualche ultima parola ai tuoi lettori italiani…
Sì! Ho sempre avuto un legame speciale con l'Italia, sin da quando nel lontano 1988 una fanzine inserì i Black Tape in una compilation che se ben ricordo si intitolava "Tight In Your Arms Tonight". Ho amici a Firenze che non vedono l'ora che io torni a trovarli. Io non vedo l'ora dell'uscita di "10 Neurotics" e spero anche per voi sia lo stesso. Se è così, visitate il sito blacktapeforabluegirl.com e iscrivetevi alla mia nuova mailing list... E pregate che Barack vinca! Grazie con tutto il mio affetto.
BLACK TAPE FOR A BLUE GIRL | ||
The Rope (Projekt, 1986) | 6,5 | |
Before The Buildings Fell (Projekt, 1986) | ||
Mesmerized By The Sirens (Projekt, 1987) | 7 | |
Ashes In The Brittle Air (Projekt, 1989) | 6,5 | |
A Chaos Of Desire (Projekt, 1991) | 8 | |
This Lush Garden Within (Projekt, 1993) | 6,5 | |
The First Pain To Linger (Projekt, 1996) | 6 | |
Remnants Of A Deeper Purity (Projekt, 1996) | 9 | |
As One Aflame Laid Bare By Desire (Projekt, 1998) | 7,5 | |
The Scavenger Bride (Projekt, 2002) | 8,5 | |
Halo Star (Projekt, 2004) | 7 | |
A Retrospective (antologia, Shadowplay, 2008) | ||
10 Neurotics (Projekt, 2009) | 6,5 | |
Tenderotics(Projekt, 2013) | 7 | |
These Fleeting Moments (Projekt, 2016) | 7 | |
Blood On The Snow (Projekt, 2017) | 7 | |
To Touch The Milky Way(Projekt, 2018) | 7 | |
The Cleft Serpent(Projekt, 2021) | 6 | |
SAM ROSENTHAL | ||
Before The Buildings Fell (Projekt, 1986-2000) | ||
The Passage (Projekt, 2011) | 7,5 | |
SAM ROSENTHAL & VIDNA OBMANA | ||
Terrace Of Memories (Projekt, 1992) | ||
AS LONELY AS DAVE BOWMAN | ||
Pod (Projekt, 2007) | 7,5 | |
REVUE NOIR | ||
Anthology Archive (Projekt, 2008) |
Tear Love From My Mind | |
All My Lovers |
Sito ufficiale | |
Myspace | |
Sito della Projekt Records | |
Testi |