David Lance Callahan

Affreschi di folk urbano

intervista di Stefano Santoni

David Lance Callahan è un personaggio e un musicista straordinario, fondatore a metà anni 80 dei Wolfhounds che parteciparono a quella compilation iconica chiamata C86 e, successivamente, creatore della sigla Moonshake che, insieme ad altre band della scuderia Too Pure, hanno contribuito con fantasia energica a creare una caleidoscopica scena post-rock in Gran Bretagna. Dopo aver riformato con successo qualche anno fa i Wolfhounds, la pandemia ha portato David a metter mano a molti brani che aveva preparato e a pubblicare, dopo oltre 30 anni di attività, il suo primo, splendido album solista: "English Primitive I". Con un misto di felicità ed emozione, ho avuto la possibilità di fare una piacevolissima chiacchierata in esclusiva che ha toccato moltissimi temi: dalla scena C86 al post-rock britannico anni 90, dai cambiamenti nel suo modo di intendere il suono ai riferimenti stilistici, passando per la genesi del nuovo album e i vari progetti futuri. Ecco cosa ci ha detto.

I Wolfhounds sono una delle poche band che hanno fatto parte della famosa cassetta C86 pubblicata dal Nme a essere ancora in attività. Com'era la scena in quel periodo e cosa pensi adesso dell'eredità lasciata dalla scena C86? In fondo nella cassetta c'erano gruppi molto differenti tra loro e i Wolfhounds non sono mai stati un gruppo di jingle-jangle pop.
Beh, abbiamo avuto qualche canzone jangly per un breve periodo! Ma in realtà fino all'uscita della cassetta non esisteva una vera e propria "scena C86". Non ci è mai piaciuta molto la canzone che abbiamo scelto per la cassetta, perché era una vecchia canzone di scarto e non ci aspettavamo che ottenesse l'attenzione che alla fine ha ricevuto. Alcuni gruppi - Primal Scream, The Bodines - furono abbastanza saggi da mettere la loro migliore canzone sulla cassetta. Altri - compresi noi - sono stati un po' stupidi e hanno sprecato l'opportunità. Così, la scena - fino alla cassetta, era in gran parte una connessione libera tra band e fanzine in giro per il Regno Unito che erano tutte radicalmente diverse, ma che si aiutavano a vicenda con l'organizzazione di concerti, la registrazione e la pubblicità su una base mirata e a basso costo. Poi è diventato un genere e ha perso tutto ciò che era interessante. Ci piaceva il post-punk (tutto dai Throbbing Gristle alla Postcard Records), il garage degli anni 60, il reggae degli anni 70, il primo hip-hop, il post-hardcore americano, il weird-folk degli anni 60/70 (Tim Buckley, Nick Drake, John Martyn ecc.) e persino il jazz dell'era Impulse. Queste influenze hanno alimentato la nostra competenza musicale di base e, si spera, ci hanno dato un po' di individualità. I miei gusti non sono cambiati molto, se devo essere onesto.

Lo scioglimento dei Wolfhounds nei primi anni 90 può essere stato causato dalla mancanza di promozione stampa e radiofonica o dal tuo graduale innamoramento per il processo di sampling e da un conseguente approccio diverso alla materia sonora? Oppure, magari da tutti e due i fattori.
No - abbiamo avuto molto riscontro dalla carta stampata ma nessun successo (questo sarebbe dovuto essere il nostro slogan!). Alla fine non avevamo più soldi ed eravamo emotivamente e creativamente esausti. Ci erano stati offerti potenziali accordi con la Creation (Uk) e la Homestead (Us) ma eravamo bloccati da un contratto con la Midnight Music e non potevamo cogliere le opportunità. Questo è stato molto frustrante e insoddisfacente. Ma mi ero innamorato della tecnologia del campionamento e pensavo, giustamente, di poterla usare in un modo che nessun altro stava facendo. Avevo già incontrato Margaret Fiedler, perché aveva risposto a un annuncio sul Melody Maker per unirsi ai Wolfhounds, ma la band si sciolse bruscamente, e lei era d'accordo con le mie idee sul campionamento. I Wolfhounds all'epoca non avrebbero mai acconsentito a un campionamento esplicito, così andai avanti con il mio progetto. Fortunatamente Dick Green e Alan McGee della Creation ebbero abbastanza fiducia in me da lasciarmi sviluppare l'anno successivo e far uscire il primo disco dei Moonshake.

Ho amato molto, e amo ancora adesso, quella scena post-rock britannica degli anni 90 legata a doppio filo soprattutto all'etichetta Too Pure. Moonshake, Pram, Long Fin Killie, Laika e anche Stereolab sono riusciti a creare un universo di enorme creatività musicale senza limiti o confini stilistici. Una scena che mi ha sempre ricordato l'energia e il mischiare i generi propri di alcune band dell'era post-punk come Stilts, The Pop Group o Rip Rig + Panic. Quale è stata la scintilla che ti ha portato a creare un gruppo così diverso dai Wolfhounds e come era, in quei giorni, vivere dal di dentro quella scena che, a distanza di trent'anni, risulta ancora così incredibilmente moderna e attuale? Nonostante le differenze stilistiche, le varie band dell'epoca erano connesse in qualche modo? Hai mantenuto un rapporto di amicizia con i Laika di Margaret, nati da una costola dei Moonshake?
La maggior parte delle band si conoscevano e suonavano spesso insieme, ed era incredibilmente eccitante far parte di quella scena. Non solo tutti facevano musica innovativa, ma avevamo anche abbastanza interesse da parte dell'industria musicale per finanziare la maggior parte delle nostre ambizioni. L'ideale per qualsiasi musicista! Molti di noi erano, infatti, molto influenzati dall'era post-punk e ci modellavamo su alcune di quelle idee. Dato che avevo detto a Margaret di lasciare i Moonshake, soprattutto a causa di problemi derivanti dalla nostra mancanza di comunicazione, non ci siamo parlati per molti anni, anche se ora siamo in buoni rapporti.

Perché hai deciso di chiudere l'esperienza Moonshake e cosa è successo dalla fine dei Moonshake alla reumion dei Wolfhounds? Non ti nascondo che ritrovare la tua voce nello splendido "The Spectacular Nowhere" dei Manyfingers di Chris Cole era stata una sorpresa tanto meravigliosa quanto inaspettata.
Dopo la fine dei Moonshake mi sono trovato di nuovo in uno stato di esaurimento emotivo e creativo, con l'aggiunta di blocco creativo e depressione. Non ho fatto molta musica per un paio d'anni (anche se per un po' ho avuto un progetto multimediale occasionale chiamato The $urp!u$ che non è davvero decollato). Avevo anche dei bambini piccoli e avevo bisogno di un reddito più sicuro e affidabile per un po'. Comunque, l'interesse per il mio lavoro precedente stranamente e inaspettatamente continuò e Bob Stanley (Saint Etienne) mi chiese se i Wolfhounds avrebbero potuto suonare all'Ica nel 2006 e l'idea ci piacque molto. Non ho mai smesso di scrivere canzoni e pezzi di musica e sembrava logico usarli con la formazione. Poi la gente sembrava interessata alla ristampa del nostro vecchio catalogo e perfino ad ascoltare nuova musica. Chris Cole (Manyfingers, Movietone) è un fan di vecchia data e mi chiese se avrei cantato i miei testi sul suo Lp e i risultati sono stati eccellenti, credo. Un po' un passo avanti rispetto ai Moonshake. I miei testi sono molto più vicini a quello che ho sempre voluto scrivere, ma stranamente sembrano aver chiuso il cerchio con l'estratto del diario che si trova sul retro copertina di "Cut The Cake", il primo disco dei Wolfhounds.

Nei tuoi testi hai sempre espresso le tue convinzioni sociali e politiche senza filtri. Che cosa pensi dell'attuale politica britannica, dalla Brexit alla gestione della pandemia? L'idea che mi sono fatto da lontano è quella di un sentimento di confusione generale tra la gente, che cerca soprattutto di capire ancora come venire a patti con l'uscita dall'Unione Europea.
Trovo lo stato attuale del Regno Unito (e del mondo) profondamente preoccupante. Sembra che stiamo tornando all'ordine sociale del 19° secolo con persone incredibilmente ricche che fanno quello che diavolo vogliono e una completa mancanza di libertà per chiunque lavori per vivere. A questo si aggiunge la mancanza di una stampa libera (visto che è controllata dai suoi proprietari che sono a favore del nuovo ordine sociale). L'Italia ha introdotto questa situazione con Berlusconi, ma noi l'abbiamo portata molto oltre! Ricchi opportunisti hanno manipolato l'opinione pubblica per ottenere una Brexit che quasi certamente non aiuterà nessuno - anzi, il contrario. Ma dobbiamo rispettare un voto democratico, altrimenti precipiteremmo ulteriormente nell'autoritarismo. Oltre a questo, nel 2017 e nel 2019 abbiamo rifiutato la possibilità che avevamo di una rivoluzione verde che probabilmente avrebbe affrontato bene i nostri problemi climatici ed economici, quando non possiamo permetterci di ritardare le nostre risposte globali a questi problemi.

Recentemente, alcuni grandi artisti come Neil Young o Joni Mitchell hanno criticato pesantemente Spotify, prendendo spunto da un podcast che diffondeva fake news sulla gestione pandemica, e hanno addirittura rimosso la loro musica dal loro catalogo. Ma molti altri, nei mesi passati, si sono lamentati del fatto che il colosso dello streaming paga delle royalties molto basse, se non ridicole, ai vari artisti. Cosa pensi del problema e della musica in streaming in generale? Chiaramente per la nostra generazione è un modo totalmente diverso di ascoltare musica, ma al giorno d'oggi dobbiamo confrontarci con delle nuove generazioni che, temo, molto difficilmente entreranno in un negozio di dischi...
Mi piace sempre avere un prodotto fisico finito dopo che ho finito di registrare qualcosa, perché è come se avessi creato qualcosa di reale. Ed è giusto che la gente paghi per questo. Lo streaming è lungi dall'essere l'ideale fruizione della musica, ma onestamente la quantità di denaro pagata non ha quasi importanza per me, dato che comunque non sono mai stato pagato molto. Non ho davvero idea di cosa fare in proposito. Ma riguardo ai contenuti del podcast, penso che le piattaforme internet siano degli editori e pertanto siano responsabili delle informazioni false o pericolose che diffondono. Dovrebbero essere chiamati a risponderne.

Iniziamo a parlare del tuo primo lavoro solista."English Primitive I" era molto atteso e si è rivelato anche migliore di quanto pensassi. Forse è uno dei pochi lati postivi della pandemia? Nel senso che durante il lockdown hai avuto finalmente il tempo di mettere mano su materiale che probabilmente avevi da tempo?
Sì, questo primo album e quello successivo sono un mix di canzoni a cui sto lavorando da molto tempo e altre che sono state scritte molto recentemente durante la pandemia. Però funzionano bene insieme. Sono un lavoratore autonomo ma non ho abbastanza lavoro da intromettermi troppo nel processo creativo, così sono stato in grado di scrivere e registrare questi due Lp e ho abbastanza materiale per altri due che non ho ancora iniziato. Registrare con gli altri è stato un problema per gran parte del tempo, però, per ovvie ragioni.

C’è un concept su cui è focalizzato l’album? Ho trovato suggestioni diverse nei testi, dal sentirsi insicuri all’inizio di una relazione al soldato che torna dopo la guerra. Cosa intendi per “English primitive”? E’ qualcosa che si riferisce alla situazione in Uk? Forse al fatto che il governo britannico ha iniziato a dare in appalto a compagnie private alcune parti dell'Nhs e del Welfare State?
Ho una visione del mondo un po' malinconica ma ottimista, che è ciò che lega tutte le canzoni insieme. "English Primitive" è una frase che mi suonava bene in testa, ma sembrava adattarsi al mio modo da "non-musicista" di comporre e suonare (anche se col tempo ho acquisito qualche abilità con la chitarra - ma ancora adesso non riesco a suonare le canzoni di nessun altro). Si adatta anche agli stati di minimo comune denominatore della cultura e della politica inglese, simile a ciò che abbiamo fatto dopo la colonizzazione. Sono molto orgoglioso di essere nato in un'epoca in cui abbiamo lo stato sociale, che penso sia la più grande conquista dell'umanità, specialmente per quanto riguarda il beneficio per un'intera società piuttosto che solo per i ricchi.

Cosa c’è di Wolfhound e Moonshake nella tua modalità di comporre per un album solista?
Con i Wolfhounds, io (e a volte Andy Golding) tendo a mandare canzoni finite agli altri e a permettere loro di comporre le proprie parti. Poi le ceselliamo durante in studio o le proviamo ai concerti. Con i Moonshake la modalità compositiva era molto più rigida e inquadrata, dato che molte delle canzoni erano sequenziate elettronicamente e dovevano essere suonate dai membri della band. Uso ancora i campioni, ma ho rifiutato quel modo inflessibile di suonare. Da solista, tendo a comporre canzoni su una chitarra elettrica accordata in modo unico, le registro e poi chiedo ai batteristi e ad altri musicisti di inserirvi delle parti, oppure suono dei campioni a mano sopra.

Chi sono i musicisti che suonano con te? Ricordo Daren Garatt nei Pram e in una delle tante formazioni dei Fall, ma non conosco gli altri. Posso dire però che adoro la voce di Katherine Mountain Whitaker.
Daren lo conosco da quando era nei Pram (band che ho amato) e poi nei Nightingales. È sempre stato un batterista sottovalutato e ha un'incredibile sensibilità per il funzionamento ritmico interno di una canzone, oltre a essere un grande improvvisatore e un lavoratore veloce. Katherine era in un gruppo che ho visto un paio di volte, chiamato Evans The Death, e ha sempre avuto una voce che si elevava molto al di sopra dei suoi pari. Quando le ho chiesto per la prima volta di cantare su una delle mie canzoni, è stato molto soddisfacente sentire come le nostre voci si fondessero bene. Le ho dato una canzone da cantare da sola nel prossimo disco e lei ha fatto un lavoro sorprendente. Terry Edwards suona i fiati su alcune delle canzoni e lo conosco da quando avevo 15 anni ed era una delle mascotte che i punk locali permettevano di frequentare. È sempre stato un grande musicista e suonava su "Eva Luna". Non riesco a ricordare come ho incontrato Alison Cotton, ma probabilmente è stato da qualche parte nella vita notturna di Londra. I suoi Lp da solista sono fantastici, così come il suo gruppo, i Left Outsides. Lei fa una specie di musica semi-folk oscura e tormentata che si adatta molto bene ad alcune delle mie canzoni. Gli Iskra Strings hanno fatto un lavoro con la Leaf Library che mi è piaciuto, e ho chiesto direttamente a loro, e lo stesso vale per Dan Fordham che ha fatto gli arrangiamenti degli archi.

Visto che ne abbiamo appena parlato, trovo splendido il fatto di dare maggiore visibilità ad artisti come gli appena citati Katherine Whitaker e Alison Cotton e di conseguenza ai loro progetti Evans The Death e The Left Outsides. Quali sono i tuoi artisti attuali preferiti e chi ti ha davvero ispirato a diventare un musicista?
Sono solo un fan e mi piace lavorare con persone che ammiro e che penso possano aggiungere qualcosa di buono a quello che faccio. La maggior parte delle persone famose non si farebbe vedere con me neanche morta, anche quelle che conosco, quindi mi piace scovare sempre nuovi talenti. Tuttavia, loro mi danno la stessa visibilità che io do a loro, ma non è per questo che lo faccio. Voglio solo trovare collaborazioni al mio materiale da solista perché ci sono strumenti che non sono in grado di suonare, e naturalmente posso cantare solo con una voce maschile. C'è sempre buona musica in giro, vecchia e nuova. Attualmente sto ascoltando Ben Lamar Gay, Benefits, This Is The Kit, i demo di Lou Reed per la Rca, Stick In The Wheel, Lankum e Oumou Sangaré. Ma questa è solo la fotografia dei miei ascolti odierni.

Come avrai intuito dalla mia recensione, ho apprezzato moltissimo "English Primitive I". Da dove prendi l'ispirazione per i testi e, in particolare, cosa ti ha ispirato a scrivere "One Rainy September", forse la mia preferita del disco?
L'ispirazione, come sempre, viene dalla mia mente che vaga quando non ho nulla da fare. Penso sempre "e se ...?". Tutto ciò a cui penso si fa strada in qualche modo, anche se non sempre in modo palese. E finisce sempre per essere in qualche modo una critica politica generalizzata e/o mi fa pensare che il passato è sempre con noi e che continuiamo a ripetere sempre gli errori del passato in modi nuovi, ma riuscendo comunque in qualche modo a sopravvivere. C'è sempre un elemento di realismo magico, credo, dato che sono costantemente combattuto tra il mistico e il concreto. “One Rainy September” è un dialogo tra un padre militare assente e sua figlia, e le incomprensioni che sorgono tra loro a causa del fatto che sono troppo intrappolati in se stessi per prendersi il tempo di capirsi. È una canzone molto triste, ma forse si può applicare anche a molti genitori in diversi contesti. Detto questo, il testo è venuto fuori così e ho pensato solo dopo ad altre possibili implicazioni.

In scaletta ci sono alcune tracce molto lunghe, 7 o 8 minuti. Il disco era stato pianificato così oppure le canzoni suonavano così bene che non aveva senso renderle più corte?
L’ultima che hai detto. Ogni canzone è lunga o corta come deve essere. Almeno posso avere questa libertà.

Ho trovato fantastico il mix di folk, psichedelia, suggestioni orientali ma sempre con le radici ben piantate nel garage e nel songwriting classico, con brani di diverso minutaggio e differenti atmosfere. Il Volume II uscirà a breve? Sarà composto degli stessi ingredienti?
Ascolto di tutto. Il mio unico criterio è il "rigore artistico", quindi mi piace la musica di successo commerciale così come l'avanguardia. Ho sempre visto il rock e il pop (anche la sua sottospecie indie) come una continuazione della musica popolare, e ancora non capisco troppo bene i generi separati. Inoltre, non capisco molto la legge sul copyright, dato che la musica si evolve rubando e copiando, e poi mandandola a puttane perché non puoi farci niente. Il Vol II è più rumoroso e più psichedelico del Vol I, ma ha ancora una simile gamma eclettica di input. E ascolto ancora il garage degli anni 60 e i cantautori classici, in particolare quando sono cantati dai torch singers degli anni 50.

Sono curioso di sapere come è nato l’artwork del disco. E’ un'immagine di grande impatto. Adoro il vetro colorato e le suggestioni medievali e mi chiedevo se Pinkie Maclure l’avesse creata su tua indicazione, oppure se tu l’hai trovata adatta alle atmosfere del disco.
Conosco Pinkie dal 1990 circa e ho sempre ammirato la sua voce (fa parte dei Puma Jaw con il suo partner John Wills, che era nei Loop). Trovo il suo lavoro di vetrate mozzafiato e sembra adattarsi così bene al mio lavoro - come dici tu, sembra che sia stato commissionato appositamente, ma in realtà non lo è. Si sta facendo una reputazione internazionale come "artista outsider", ma il suo lavoro è molto migliore della maggior parte degli artisti che hanno studiato.

Quali sono i tuoi piani futuri come solista e con i The Wolfhounds?
Beh, questi sono i miei piani futuri. Come ho detto prima "English Primitive II" è finito e in produzione e sarà allo stesso tempo molto diverso e molto simile. Ho abbastanza canzoni scritte per almeno altri due Lp e cercherò presto di fare dei demo e di registrarli. Sarò in tour per la prima volta dopo anni nel Regno Unito da ottobre. L'Europa e gli Stati Uniti (e altre parti del mondo) sono attualmente un problema per ogni musicista britannico, davvero. Sto anche scrivendo un romanzo e un altro libro sugli uccelli, ma questi sono, come sempre, progetti a lungo termine.



Discografia

English Primitive I(Tiny Global, 2021)
English Primitive II (Tiny Global, 2022)
Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

 Born Of The Welfare State Was I
(da Official Video, 2021)
 Live Session
(live at The Victoria Dalston, 2021)
 One Rainy September
(da English Primitive I, 2021 )

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