Donatella Rettore

Il ritorno della leonessa

Raggiungiamo Donatella Rettore in vista del tour teatrale che la vedrà in concerto a Milano e Varese, rispettivamente il 27 e il 29 aprile. Un ritorno sulle scene inaugurato con la frizzante prova sanremese accanto a Ditonellapiaga e che prosegue spedito dal vivo in teatro, spazio a lei da sempre molto caro. Una lunghissima chiacchierata sulla sua carriera, sul presente e sul futuro. Tra ricordi memorabili, come ad esempio "un elegantissimo David Bowie" incontrato spesso in giro per le vie del quartiere londinese in cui la Rettore abitava nei primi anni 80, un sorpreso Lucio Battisti dietro le quinte di un festival tedesco e l'imprevedibile Lucio Dalla, amico e mentore fin dalla prima ora. E ancora il legame indissolubile con Claudio Rego, autentico faro della sua vita. Non solo. L'intraprendente cantautrice in avanti sui tempi, ancora oggi e per sempre, ci racconta lo spirito delle sue canzoni, i dischi incompresi e quelli da recuperare. Album che finiranno presto per essere rivisitati in una nuova veste. Un fiume in piena per un incontro speciale.

Un ritorno splendente che tutti attendevamo.
Grazie di cuore. Ma sì, cerco di fare del mio meglio. L'industria discografica però oggi ti chiede la canzonetta. E io fatico un po', perché inseguo sempre dei contenuti musicali di maggior spessore, meno facili. Certo, è difficile anche fare le cose facili...

Lo diceva anche Paul McCartney.
Purtroppo Paul McCartney non hai mai scritto una stupidaggine in vita sua. Beato lui! Ecco: vorrei avere tanto una bella botta di ispirazione come Paul e scrivere "Ebony And Ivory". Mi piacerebbe veramente tanto.

Mai dire mai...
Sicuramente. Però se portassi "Ebony And Ivory" alla Warner, mi risponderebbero: "Ma non si streamma!" (ride, ndr). Io divento pazza!

Però molti streaming non sono veri.
Molti sono fasulli, è vero. Tanti avranno trovato il sistema. Ci sono poi i vari blog che mistificano tutto. Ecco: come si fa a mantenere un livello di musica buono in una situazione del genere? Non mi piace dire accettabile. Ma almeno che sia buono.

Insomma, tanti fenomeni da baraccone.
Dieci anni fa ho scoperto un ragazzo, un bravo musicista, che poi mi è stato rifiutato. Si chiama Nottini Lemon, nome d'arte di Giancarlo Caccavale. All'epoca gli suggerii di chiamarsi Gian Caccavale o anche solo Caccavale. Soprattutto il secondo nome a mio avviso funziona di più. Lo chiamai per la canzone di Natale, "Natale Sottovoce". Ma in televisione me l'hanno sempre tagliato. Spuntavano anche la sua parte in rap. E così, dopo tre anni di tentativi, ha deciso di darsi alla cucina. Ora è un rinomato chef. Vorrei però riprenderlo almeno come autore. È geniale. Molto più bravo di tantissimi rapper famosi. Lui è un esempio di come in Italia chi merita venga spesso fatto fuori per i motivi più incomprensibili.

Avevo una bella faccia, ma ero un armadio. E sembravo anche più alta di quello che sono. Però i tedeschi non ci facevano caso. E mi dicevano: 'Donatella, tu sei una bella ragazza grassa'

Donatella RettoreTutti pensano che tu sia un tipico frutto degli anni 80, invece - oltre a "Splendido splendente" che era un pezzo disco-music del 1979 - negli anni 70 hai fatto tante altre cose importanti. Con "Lailolà", hai avuto molto successo anche all'estero, con "Carmela" hai portato a Sanremo il tema della rivoluzione spagnola, con "Il patriarca" hai smontato il modello della famiglia patriarcale tradizionale e con "Caro preside" hai affrontato il tema tabù della pedofilia e delle molestie sessuali sul luogo di lavoro, e infine è arrivato anche "Eroe", altra hit. Che Rettore era quella degli anni 70 e cosa univa le canzoni di quel periodo?
In realtà non ho mai smesso di essere la stessa. Quando mi dicevano "questa canzone non va più bene", io andavo avanti e mi producevo da sola. O davo le mie canzoni a etichette indipendenti, che poi stampavano un numero molto limitato di copie, tipo tremila dischi, che comunque vendevo. "Lailolà" mi ha dato tante soddisfazioni, ma la casa discografica è fallita, senza pagarmi tutto, c'è stato un processo e ho recuperato. Parliamo di cinque milioni di album. La Rettore degli anni 70 che andava in Germania, Austria, Francia, Olanda era molto giovane. E dopo l'adolescenza anche "curvy". Avevo una bella faccia, ma ero un armadio. E sembravo anche più alta di quello che sono. Però i tedeschi non ci facevano caso. E mi dicevano: "Donatella, tu sei una bella ragazza grassa. Non è che ti devi mettere i camicioni. Vestiti come vuoi. Come tutte le altre ragazze. Le taglie ci sono". All'epoca avevo la cinquanta. In Germania alla gente non importava nulla dell'estetica, dei chili di troppo. A loro non interessava la mia stazza. Ma la mia musica. Nel 1977, così come nel 1978, ero sempre in televisione. E in quelle televisioni c'erano gli Abba, Elton John, Bonnie Tyler, i Pretenders. Era una goduria. Quando poi tornavo in Italia e non mi conosceva nessuno, mi deprimevo.

Come hai conosciuto il tuo amico Elton John? È vero che fu lui a farti frequentare la scuola di mimo di Peter Brook?
Mi disse: "Se vuoi crescere, oltre che avere successo, devi anche imparare a parlare, recitare, fare mimo. Devi essere più sciolta. Il palcoscenico deve essere casa tua". Mi è servito moltissimo. Poi scoprii che non ero la sola nella scuola di Brook. Ad esempio, c'era pure Annie Lennox.
David Bowie viveva in un palazzo vicino al mio. Alto, cappello grigio, occhiali, trench elegantissimo di pelle. Lo incontravo spesso, mi salutava sempre.
Ed è vero anche che a Londra negli anni 80 eri la vicina di casa di David Bowie e andavate a fare la spesa nello stesso drugstore?
Lui abitava in un palazzo a Londra vicino al mio, gli ultimi tre piani erano i suoi. Era il 1981, lo incrociavo spesso. Lui usciva tranquillamente, potevi incontrarlo. Era lì, che beveva caffè, che comprava il pane. Alto, cappello grigio, occhiali, trench elegantissimo di pelle. La prima volta che l'ho incontrato mi dice: "Good morning, how are you? Do you like London?". E lo fa levandosi il suo bel cappello arancione, da vero gentiluomo. Ho risposto timidamente, quasi incredula: "Yes, I love London". E lui era tutto timido. Lo incontravo spesso, mi salutava sempre.

Pochi sanno anche che, da giovanissima, hai fatto un tour come spalla a Lucio Dalla, nel 1973. Ci puoi raccontare quell'esperienza?
Lucio arrivava sempre con un maggiolone cabrio nero che guidava il suo produttore. Ed era insieme a Rosalino (Ron, ndr). E mi diceva sempre: "Dai, viene a cantare, ti accompagna Rosalino, canta quello che ti pare". Era un palcoscenico molto importante. Di solito in teatri grandi e pieni di persone. La prima volta che sono salita sul palco, non sapevo cosa fare. Mi incoraggiava Rosalino.
Sayonara è una canzone contro la guerra, molti spesso fraintendono le sue parole
"Io nell'addome ho una polveriera", cantavi in "Sayonara". Quanta polvere da sparo è rimasta? E dove esplode adesso?
È una canzone contro la guerra, e molti spesso fraintendono ancora oggi le sue parole. In Giappone l'addome è una cosa importantissima. Loro mettono il cervello nella pancia. E oggi per fortuna se ne sono accorti anche molti medici e psicologi. Se hai mal di pancia, non può fare niente. Lo stomaco e l'intestino risentono delle emozioni più di altre parti del corpo.

Sei molto legata alla cultura giapponese...
I giapponesi sono per certi versi simili ai britannici. Li amo un po' anche per questo. C'è un rispetto poi totale delle gerarchie. Quando c'era Hirohito, l'imperatore era ancora un semidio, fu suo figlio a essere più imprenditore e meno divinità. È una cultura affascinante.
Sono una leonessa, ma costretta a vivere dentro uno zoo
Nel 1980, arriva "Magnifico delirio". In "Leonessa" canti "Non c'è uno sbadiglio di curiosità". Sei una leonessa in cattività. "Senza padroni e collari d'oro". Ti senti ancora così?
Se c'è una cosa che odio è annoiarmi. Sono una leonessa, ma costretta a vivere dentro uno zoo. Le leonesse, così come tutti gli animali, fanno parte di un ecosistema. Vanno lasciate dove sono. Libere.

"Danceteria" esce nel 1985. In "Finché si è giovani" canti "Finché c'è incanto con frasi frivole". E poi "Fa l'amore sulle spiagge al mare e lo sa fare meglio se lo fa senza il cuore". E ancora "Finché io canto solo per voi". Che ricordi hai degli anni 80? Pregi e difetti di quell'epoca.
È un altro disco incompreso. Ho però intenzione di ritirarlo fuori, come "Far West", "Figurine" e diversi altri. Ho firmato con la Warner e c'è l'intenzione di recuperare alcuni dischi del passato che all'epoca i direttori artistici, come ad esempio Caterina Caselli, non capivano. Alcuni di questi dischi suonano anche attuali. Non hanno bisogno di tanti ritocchi. Gli arrangiamenti sono contemporanei. Occorre giusto una supervisione. Certo, se intervenisse un Brian Eno non sarebbe affatto male (ride, ndr).
Io e Loredana Bertè non ci siamo mai insultate. Abbiamo anche ballato insieme, lei veniva a prendermi a casa. Poi qualche malalingua avrà detto qualcosa...
OndaRock non ama le polemiche, però una domanda te la vorremmo fare: si è parlato spesso di una tua presunta rivalità con Loredana Bertè. Invece forse la tua vera rivale era Gianna Nannini: in Italia, siete state tra le prime donne a scrivervi da sole le canzoni, a cantare di temi tabù, a mostrarvi trasgressive sul palco e fuori, a essere più "internazionali". E ricordo che su di lei non usasti parole tenere dicendo: "È una cantante romantica, non una cantante rock, è da balera". Lo pensi ancora?
Io e Loredana non ci siamo mai insultate. Non ci siamo dette mai niente. Abbiamo anche ballato insieme, lei veniva a prendermi a casa. Poi qualche malalingua avrà detto qualcosa, e da allora non mi ha più guardato. Io ho cercato di chiarire e lei non ne ha voluto parlare ed è finita lì. Ma non ho mai detto niente, sia chiaro. Poi io e la Bertè siamo diversissime. La Nannini invece ha iniziato ad avere successo quando io ho scioperato nei confronti della Caselli che non mi faceva fare quello che volevo. La Nannini non faceva rock. Era prodotta da Michelangelo Romano che era stato un mio fidanzato. Lui napoletano, ed è stato anche un produttore di Alan Sorrenti, che è un mio grandissimo amico.

Rettore - DitonellapiagaCom'è nata la collaborazione con Ditonellapiaga? "Chimica" ricorda nel titolo un po' "Adrenalina", il singolo del 1987 in duetto con Giuni Russo.
Sì, è una canzone che nasce per essere cantata in due. Sono stata fortunata a trovare Margherita. Credo di essere molto brava con i giovani, sono molto attenta a loro. Lo scorso anno trovai La rappresentante di lista e quest'anno Ditonellapiaga. Ho fatto la sua prima data a Milano. È stato un successone. Ho ricevuto addirittura una ola quando sono salita sul palco. Che bello.

Il tuo tour teatrale ti vedrà in concerto a Milano e Varese, rispettivamente il 27 e il 29 aprile.
Sono due date che fanno parte di tre concerti in teatro. Per me sono molto importanti. Tornare dal vivo è significativo, dopo un periodo molto buio per la mia vita. Non ho avuto il Covid ma un'altra brutta malattia, una neoplasia al seno che mi ha fatto stare molto male.
Io e Claudio Rego ci siamo messi insieme nel '77. Ci eravamo conosciuti a Sanremo tre anni prima, lui faceva i provini
Tra te e Claudio Rego c'è un rapporto incredibilmente solido, nella musica e nella vita. Qual è il segreto della vostra armonia e del vostro metodo di lavoro?
Io e Claudio ci siamo messi insieme nel '77. Ma ci siamo conosciuti nel '74, in sala di registrazione. Lui faceva i provini di Sanremo. Io a Sanremo 74 ho fatto la giovane promessa. Poi sono ritornata a studiare, mi sono diplomata, ho fatto la specializzazione in traduttore simultaneo parlamentare. Poi sono tornata a Milano, ho firmato un contratto con la Produttori Associati e ho avuto subito successo in Germania. I tutti i paesi nordici praticamente. Dalla Svizzera tedesca sono passata a quella francese e infine a quella italiana. È da lì che poi sono scesa definitivamente a Milano. È stato un percorso strano. Ad Amburgo nel 1978 eravamo io e Lucio Battistia rappresentare l'Italia. E lui mi dice: "Ma chi sei tu che non ti conosco?". E io: "Invece io ti conosco, eccome. A dire il vero non so nemmeno io ancora chi sono". E lui: "Tu canti bene, sei una bella ragazza, perché in Italia non ti ho ancora visto?". E gli ho risposto: "Perché non mi vogliono". Poi gli chiesi: "Perché non ti vedo più in Italia e non sei più in televisione?". E lui "Per lo stesso motivo per cui tu sei qui in Germania. In Italia guardano sempre se sei ingrassato, se sei dimagrito. Qui invece notano solo quello che canti. E non come appari".
Adoro Elisa, è una cantante eccezionale. Mi piacerebbe cantare una canzone scritta da lei, ma anche da Mahmood
E poi, all'inizio degli anni 80, arrivò quell'ondata di creatività e trasgressione. Su OndaRock ti abbiamo definito "un'artista a colori", una delle prime a costruirsi un'immagine e un look che sarebbe stato superfluo senza la bellezza del colore e la libertà delle tv private. Poi sono arrivati anche Alberto Camerini, Ivan Cattaneo, Jo Squillo. Una ventata di freschezza per quell'Italia un po' bigotta che si stava risvegliando... che ricordi hai di quegli anni.
Ivan è stato un altro rovinato dalla Caselli, per dire. Era creativo. Cantava "Polisex". Fagli fare quello che vuole, no? Invece dei graffiti. Ivan poteva fare entrambe le cose. Ma penso che non glielo lasciassero fare. Come per tanti altri.

Chi sono invece le cantanti italiane che apprezzi di più, quelle a cui ti senti più affine?
Adoro Elisa. È una cantante eccezionale. Io sono molto legata alle cantanti brave, storiche. A Sanremo dietro le quinte vedeva me e Margherita ridere e non si capacitava, così ha deciso di stare con noi per alleggerirsi. Poi ha scritto sul suo profilo Instagram: "Rettore, la leggenda". È adorabile. Se mi scrivesse un pezzo, sarei felicissima. Ma anche se me lo scrivesse Mahmood. E mi piace anche Ultimo. È uno che ha studiato e si sente.
Ai giovani oggi direi: uscite, andate a scopare, toccatevi, baciatevi. Spegnete questi computer
Un alieno cade sulla Terra, ti incontra e dice devo tornare a casa, non posso trattenermi, lasciami una tua canzone così che possa conoscerti quando sarò lontano anni luce da te. Quale canzone gli lasceresti e perché.
"Oblio". È una canzone cantata da un extraterrestre. Sarebbe il suo leit-motiv. Sugli alieni ricordo anche una di Eugenio Finardi, "Extraterrestre". Ma soprattutto adoro "Musica ribelle". Che trovo molto importante per i giovani di oggi. Che sono sempre distratti, attaccati allo smartphone. Anche io invito a "mollare le menate", come Finardi. Basta. Uscite, andate a scopare, toccatevi, baciatevi. Spegnete questi computer. Bisogna dirglielo. Ma soprattutto ora, dopo gli anni difficili della pandemia che li ha investiti in modo particolare, perché costretti a stare in casa negli anni migliori. E ora anche la guerra. Bisogna aiutare i giovani perché vivono più di tutti un momento difficile.

Discografia

Ogni giorno si cantano canzoni d'amore (1975)
Donatella Rettore (1977)
Brivido Divino (1979)
Magnifico Delirio (1980)
Estasi Clamorosa (1981)
Kamikaze rock'n'roll suicide (1982)
Super Rock (Le sue più belle canzoni) (antologia, 1982)
Far West (1983)
Danceteria (1985)
Rettoressa (1988)
Ossigenata (1989)
Son Rettore e canto (1991)
Incantesimi Notturni (1994)
Concert (live, 1996)
I grandi successi (antologia, 2 cd, 1997)
Figurine (2005)
Caduta massi (2011)
Insistentemente Rettore! (antologia, 2022)
Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

Oh Carmela
(dal Festival di Sanremo, 1977)

Lailolà
(Musik & Gaste, 20 giugno 1977)

Eroe
(videoclip, 1978)

Splendido splendente
(videoclip da Brivido divino, 1979)

 

Kobra
(videoclip da Magnifico delirio, 1980)

 

Donatella
(videoclip da Estasi clamorosa, 1981)

 

Diva
(videoclip da Estasi clamorosa, 1981)

 

Lamette
(videoclip da Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide, 1982)

 

Sayonara
(videoclip da Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide, 1982)

 

Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide
(videoclip da Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide, 1982)

 

Femme Fatale
(videoclip da Danceteria, 1985)

 

Femme Fatale
(videoclip da Danceteria, 1985)

Chimica (con Ditonellapiaga)
(videoclip, 2022)


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