Maria McKee - Lone Justice

Ritratto di una Little Diva

intervista di Claudio Fabretti

Ore 21 italiane, le 12 a Los Angeles: squilla il telefono. Dall’altra parte, risponde il poster mancato (in Italia era introvabile...) della mia cameretta adolescenziale degli anni 80. La biondina sullo skate del video di “Ways To Be Wicked”, la fata dagli occhi turchini che campeggiava sulla copertina dell’Lp d’esordio dei Lone Justice. Fu amore a prima vista, per lei e per i suoi infuocati sermoni cowpunk. Meglio non ricordare quanti anni sono passati. Più utile rammentare che nel frattempo Maria McKee ha costruito una solida carriera solista, tra folk-country, art rock e colonne sonore (ricordate "Never Be You" su "Streets Of Fire" o "If Love Is A Red Dress" su "Pulp Fiction"?), culminata in due memorabili album: "You Gotta Sin To Get Saved" (1993) sul versante più roots-oriented e "Life Is Sweet" (1996) su quello più alternative rock. Un percorso al quale – dopo una pausa di ben 13 anni – si è aggiunto un nuovo, avvincente capitolo, di nome “La vita nuova”. Ed è da qui che ripartiamo per una chiacchierata schietta e vivace, in cui la cantautrice americana, mentre sorseggia una tazza di tè, dispensa alternativamente miele e veleno, senza alcun timore reverenziale per mostri sacri del rock e ombre ingombranti del passato.

Ciao Maria, sono stato molto felice di riascoltare un tuo album dopo 13 anni. Un disco che, a quanto pare, è arrivato dopo un periodo molto complesso per te. Così volevo semplicemente chiederti qual è la tua Vita Nuova?
La mia Vita Nuova è stata interrotta dalla pandemia, ma procede bene. Ho una grande famiglia “allargata”, con mio marito (Jim Akin, ndr), le mie amiche e i miei amici. Con mio marito continuiamo anche a lavorare insieme: ha suonato il basso nel mio nuovo disco, di cui condivide con me anche la produzione. E ho una grande famiglia anche a Londra, la mia seconda città, dove trascorro parte dell’anno.

Non è una novità la tua passione per l’Europa, ricordo che per un po’ ti eri anche trasferita in Irlanda…
Sì, mi sono trasferita in Irlanda nel 1988 per un periodo. Mi piace molto vivere in Europa.

Parliamo del tuo ultimo disco: il titolo ovviamente si riferisce all’opera di Dante. Che cosa ti ha colpito in particolare in “La vita nuova”?
Quando ho iniziato a scrivere, mi ero posta l’obiettivo di comporre una lettera sull’amore non corrisposto, il cui focus era una sorta di bel passato romantico. Come guardarsi indietro, andare avanti, crescere e indossare una maschera di vetro.

La vita nuova è un tuffo nella mia giovinezza, un'elegia romantica. Racconta il tema dell'amore non corrisposto, una specialità di cui Dante era il re.

Maria McKeeL’amore non corrisposto è sicuramente uno dei temi principali del disco…
Sì, e Dante ne è il re incontrastato! Ha esaltato la virtù della sua musa e dell’amore ideale. Ho letto “La vita nuova” mentre stavo lavorando al disco ed è diventato una sorta di modello per me. L’amore non corrisposto è desiderio inarrivabile, bellezza, passione. Nel mio caso, un tuffo nella mia giovinezza, un’elegia del passato. Dopo aver completato il disco, mi sono resa conto che non ero più disposta a mitizzare tutto ciò, ma che avrei voluto inseguire davvero cose come il romanticismo e il desiderio, cose di cui sentivo la mancanza nella mia vita. Voglio ancora sperimentare l’amore romantico.

Oltre a Dante, nei testi ci sono riferimenti a poeti romantici come William Blake e Algernon Swinburne. Quanto ti hanno influenzato nella scrittura?
Mi ero prefissa l’obiettivo di scrivere qualcosa di abbastanza accademico, quando ho iniziato a comporre i brani, mi sono resa conto che era tutto ciò che volevo fare. Così ho iniziato a leggere molto, anche poesie naturalmente. E William Blake è sempre stato la mia guida spirituale, la sua influenza su di me non si limita alla poesia e all’arte, ma è una vera e potentissima guida spirituale, non solo nelle mie canzoni, ma nella mia vita in generale.

Musicalmente “La vita nuova” mi sembra una sintesi tra le tue due anime principali: quella folk-country roots e quella alternative rock. Sei d’accordo?
Con tutto rispetto… no! Non credo che ci siano influenze country in questo disco. Forse c’è qualcosa di folk inglese, ma soprattutto chamber pop e art rock orchestrale.

Sì, io in realtà intendevo folk più che country. Forse anche del glam-rock
Sì, certamente. David Bowie è il mio artista rock preferito di tutti i tempi.

Beh, allora abbiamo almeno una cosa in comune…
È stato il più grande!

Sono sempre stata bisessuale e ho sempre avuto amiche queer. Ora però mi sono resa conto che il matrimonio convenzionale non fa più per me. Ho una bella famiglia allargata e mio marito Jim Akin lavora ancora con me.

Maria McKeeRecentemente hai fatto un importante coming out dichiarandoti pansessuale e hai iniziato una battaglia molto determinata a favore del movimento Lgbt. Come ha cambiato la tua vita tutto questo?
Sono sempre stata attorniata da persone queer e ho sempre avuto tanti amici queer. Sono sempre stata sempre bisessuale, ma al tempo stesso ero condizionata dall’idea che dovessi fare coppia con un uomo, in modo da essere sostenuta e avere qualcuno che si prendesse cura di me. Poi però mi sono resa conto che il matrimonio convenzionale non è la cosa che desidero nella mia vita. Ho avuto esperienze diverse e ora mi sento più libera. Essere queer per me non riguarda solo con chi vai a letto o da chi ti senti romanticamente attratta: questo è solo una piccola percentuale di quello che significa per me. Essere queer per me significa comunità, famiglia, e attivismo in favore dei diritti Lgbt.

A proposito: come se la passano questi diritti negli Stati Uniti di oggi?
È un problema enorme. Trump ha diffuso un grande odio, lui è tre passi avanti e cinque indietro. Dobbiamo continuare a lottare. Nel mio gruppo di amici, ad esempio, ci sono molte persone progressiste e aperte, ma quando ho fatto il mio coming out, ho perso un sacco di amici ed è stata una sorpresa per me. È terribile e pericoloso. La gente non si rende nemmeno conto di come la queerfobia esista ancora. C’è ancora tanto da fare per sconfiggerla.

Forse però possiamo quantomeno aspettarci un cambiamento alla Casa Bianca, nelle prossime elezioni presidenziali di novembre.
Non credo. Il dado è tratto, purtroppo.

Temo che Trump sarà rieletto. E non ho molta fiducia in Biden. Ero per Bernie Sanders, mi ritrovo nelle sue posizioni politiche.

Sei davvero sicura che Trump sarà rieletto?
Penso proprio di sì. E comunque Biden non è molto meglio, purtroppo. Ero per Bernie (Sanders, ndr) ha ragione su molte cose per me, per quanto un politico possa averne...

Maria McKee - Bryan McLeanTornando alla musica, un’altra importante influenza per te è stata tuo fratello Bryan MacLean, ex-chitarrista e fondatore dei Love, che è scomparso nel 1998. Come ti ha aiutato a trovare la tua strada?
Bryan è sempre stato molto importante nella mia vita. È ritornato a casa quando ero molto giovane ed era un punto fermo nella mia famiglia e nella mia intera esistenza. Mi ha insegnato tante cose, sulla musica, sul cinema, sulla letteratura, sulle arti in generale. Stava sempre ad ascoltarmi. Io ero una studentessa modello e volevo andare alla Juilliard School per studiare recitazione. Una volta mi ha sentito cantare i brani di un disco di Linda Ronstadt e mi ha detto: “Tu sei una grande cantante!”.

È stato anche lui una guida spirituale, insomma.
Già, ma il rapporto con lui è stato anche molto travagliato. Aveva problemi mentali irrisolti e una grave tossicodipendenza. Fin da giovanissima ho assunto il ruolo di quella che si prendeva cura di lui. E tutto ciò ha avuto un impatto fortissimo su di me.

Life Is Sweet all'epoca non fu capito. Fu il disco con cui ruppi con il brand Americana, per tornare a un selvaggio art-punk-rock, ispirata dalle morti di Kurt Cobain e Mick Ronson. Ma oggi è il disco preferito dei miei fan...

A proposito di storie molto intense e drammatiche, io amo in particolare quelle del tuo “Life Is Sweet” del 1996. Un album splendido, che credo sia stato davvero sottovalutato dalla critica dell’epoca e anche dal pubblico. Come nacque quel disco e cosa ti ispirò canzoni così dure?
Grazie dell’apprezzamento, forse è anche il mio secondo disco preferito in assoluto dopo questo (“La vita nuova”, ndr). Credo che in qualche modo siano due album gemelli, collegati tra loro, come due capitoli dello stesso libro. “Life Is Sweet”, per me, ha segnato la rottura con il mio brand Americana e il ritorno alle mie radici: il teatro, il punk-rock. È stato un disco di crudo art rock e ha deluso molti fan all’epoca. In quel periodo ero strettamente legata al genere roots rock, ero in tour per promuovere “You Gotta Sin To Get Saved”, che è il mio disco più roots, più Americana, e ricordo che mi annoiavo sempre di più a cantare quelle canzoni tutte le notti e pensavo che quel genere non era roots rock, ma bore rock! (rock noioso, ndr). Mi sentivo come stretta in una camicia di forza. Così ho deciso di liberarmene. E poi quando ho iniziato a scrivere “Life Is Sweet”, sono accaduti due fatti che mi hanno molto influenzato…

Maria McKee sul retrocopertina di Life Is SweetChe cosa è successo?
Sono morti a distanza di poco tempo Mick Ronson e Kurt Cobain. Per tutti noi, Cobain era come un fratello punk rock, era il nostro ragazzo e la sua morte è stata uno shock. Quando è morto Mick Ronson, invece, ero in tour con un chitarrista che lo amava profondamente, Mick era il suo idolo. Così ci siamo messi ad ascoltare a raffica i dischi di Bowie e Ronson (ex-Spiders from Mars, ndr) compresi bootlegs e outtakes. E “Life Is Sweet”’ è cresciuto in fretta. Quei testi così duri e drammatici erano il frutto di un periodo di riflessione personale: forse ad alcuni sono risultati indigesti, ma mi hanno consentito di avere molti nuovi fan. C’è molta passione in quel disco e per molti dei miei fan attuali è il loro preferito.

Hai qualche rimpianto riguardo la tua carriera? Qualcosa che non rifaresti o che faresti in un altro modo?
Cerco di non avere mai rimpianti, è una perdita di tempo. Probabilmente tutto è accaduto nel modo in cui doveva accadere.

Quindi anche questa pausa di 13 anni è stata utile?
Sì, certo! Dopo “High Dive” ho ricevuto molte telefonate di persone che mi proponevano di fare dischi o nuove cover da scrivere con mio marito, nuove cover di suoi pezzi etc. Ma mi sono messa a lavorare soprattutto sulle colonne sonore per i film indipendenti di mio marito: ero concentrata su quello e così mi mancava l’ispirazione per comporre le mie canzoni. E questo mi faceva sentire molto frustrata, come se la mia vita fosse diventata arida. Mi sentivo intorpidita. Così mio marito mi ha ritagliato un ruolo in un suo film che per me è stato davvero stimolante ("After the Triumph of Your Birth" del 2012, ndr): una storia molto cupa, alla Von Trier, dove il personaggio compie una sorta di viaggio agli inferi e ritorno. E tutto questo mi ha schiuso nuove prospettive, mi sono sentita come una conchiglia aperta: ho capito che avevo bisogno di cambiare la mia vita in qualche modo e questo ha fatto nascere le canzoni di “La vita nuova”. Un disco che mi ha colto di sorpresa, insomma.

Il Joshua Tree Tour con gli U2 fu un'esperienza fantastica. In Italia, andavo sempre in giro di notte per party, con Mick Jones dei B.A.D. e la sua comitiva. Peccato che i fan degli U2 non sapevano neanche chi fossero i Lone Justice: sul palco mi tirarono di tutto, anche una fetta di salame!

Maria McKee - Lone JusticeEro un grande fan dei Lone Justice. Vi ho visto a Roma, nel 1987, quando facevate da spalla agli U2 nel Joshua Tree Tour, assieme a Pretenders e Big Audio Dynamite (B.A.D.). Che cosa ricordi di quel pomeriggio allo stadio Flaminio (i Lone Justice si esibirono per primi) e di quel tour in generale?
È il ricordo più bello che conservo dell’esperienza dei Lone Justice: il tour italiano! È stato davvero straordinario. C’era tanto tempo libero, così andavo in giro a vedere le belezze dell’Italia. C’era Chrissie Hynde, che era una mia amica. Ma soprattutto ero molto amica di Mick Jones (ex-Clash e leader dei B.A.D., ndr) e della sua comitiva. Mick conosceva sempre i party giusti dove andare, così giravamo fino alle 5 di notte e poi suonavamo per un’altra mezz’ora e magari restavamo fuori per tutta la notte. Poi c’era il road manager che era uno dei miei migliori amici, così andavamo insieme in giro per l’Italia a fare delle bellissime cene. Era come una vacanza. Però è stato difficile per noi suonare in mezzo a quella folla oceanica, perché erano tutti fan degli U2 e non avevano la più pallida idea di chi fossero i Lone Justice: ricordo che ci tirarono del cibo sul palco, mi finì addosso anche un pezzo di salame! Non è stato bello... (ride) Ma per il resto il tour in Italia è stato fantastico, ho un sacco di ricordi bellissimi di quell’esperienza.

Quali sono le tue canzoni preferite dei Lone Justice? Le mie sono “Ways To Be Wicked” dal primo disco e “Dreams Come True” dal secondo…
Io in realtà preferisco il secondo album, “Shelter”. Di fatto è stato il mio primo disco solista, visto che non c’era rimasto più nessuno nel gruppo. Le canzoni? Non sono una grande fan dei Lone Justice, quindi faccio fatica a sceglierle… Direi “Wheel”, sì, probabilmente è la mia preferita.

Little Steven dice che avrei fatto meglio a restare un altro po' nei Lone Justice? Non me ne frega niente! Sciogliere la band è stata la scelta migliore della mia vita.

A proposito di Lone Justice, recentemente parlando con Little Steven ho avuto modo di chiedergli di te, visto che avete collaborato proprio ai tempi della band. E lui mi ha detto che sei una cantante straordinaria ma che forse avresti fatto bene a restare un po’ più a lungo nel gruppo… Cosa gli risponderesti?
Non me ne frega davvero niente di quello che dice Little Steven. Sciogliere quella band è stata la cosa migliore che ho fatto nella mia vita. Fondamentalmente, la gente che la pensa in questo modo sulla mia scelta di lasciare i Lone Justice può andare a farsi fottere!

Deduco che non sei esattamente una fan di Little Steven…
Ma no, eravamo anche amici, insieme abbiamo scritto delle belle canzoni. Ma non parlo con lui da 35 anni e non credo che abbia alcun diritto di venirmi a dire questo. Probabilmente non ha ascoltato neanche uno dei miei album solisti.

Hai lavorato anche con Tom Petty, l’autore di “Ways To Be Wicked”. Che cosa ricordi di lui?
Non ho molto da dire su Tom Petty, a parte il fatto che Benmont Tench (il tastierista dei suoi Heartbreakers, ndr) è stato uno dei miei più vecchi e cari amici, gli voglio ancora bene e sarà per sempre uno di famiglia per me.

Ma su Petty nulla?
No comment (ride).

Che cosa ascolto oggi? il country dei Roselit Bone, il cantautorato di Lauren Auder e il punk dei Forrest Flowers. Questi ultimi dovevano aprire il mio show a Londra, che però è stato cancellato.

Maria McKeeOggi, invece, che tipo di musica ascolti e quali sono i tuoi artisti preferiti?
Continuo ad ascoltare gli artisti che ho sempre amato: David Bowie, Kate Bush, Scott Walker, John Cale... E ascolto tanta musica classica, mi ha molto ispirato per riuscire a comporre le orchestrazioni del nuovo album. Ho anche delle playlist su Spotify, se vuoi puoi seguirmi. La mia band americana preferita suona un po’ gotica, è una formazione country di nome Roselit Bone, mentre la mia autrice preferita è Lauren Auder, una straordinaria artista di stanza a Londra. E sempre nella capitale inglese c’è una band punk che amo davvero: i Forrest Flowers. Dovevano aprire il mio concerto a Londra che purtroppo è stato cancellato.

Un vero peccato. Quando finirà l’emergenza-Covid pensi che riuscirai a portare in tour “La vita nuova”?
Non faccio più veri e propri tour, non mi piacciono più. Però qualche show sparso sì, mi piacerebbe farne qualcuno in Europa dopo la fine del lockdown.

Anche in Italia?
Chi lo sa… Ma temo che non ci saranno molti live show almeno per un paio d’anni. Quindi devi aspettare!

Sono fuggita da Londra in pieno lockdown, mi sentivo sola e spaventata. A Los Angeles la mia vita scorre più tranquilla...

Come stai vivendo questo periodo difficile della pandemia?
La mia vita a Los Angeles in realtà non è molto diversa. Ma ero a Londra quando tutto è crollato e mi sono sentita molto sola e spaventata, perché la famiglia con cui vivevo ha lasciato il paese. Mi hanno invitato ad andare con loro, ma io volevo restare a Londra dove c’è anche la mia figlioccia. Leggevo le notizie tutti i giorni e parlavo al telefono con i miei amici, ma mi sentivo molto sola. Volevo tornare a Los Angeles, così mi sono presa un bel rischio prendendo un volo per LA. Una delle mie migliori amiche era a New York in quel periodo, così è volata anche lei da me in California, nella mia casa. Mio marito era al piano di sotto, dove ha anche un coinquilino e c’è anche una ragazza queer. Siamo tutti un po’ sospesi, ma stiamo insieme ed è bello. Facciamo lunghe passeggiate ogni giorno… Mi mancano i miei amici, ma la mia vita a Los Angeles è molto tranquilla, diversamente da quella a Londra, dove ho una famiglia queer e vado a un sacco di party, eventi, cene, pranzi etc. Lasciare Londra in pieno lockdown è stata dura, ma qui tendo a stare molto tempo da sola.

Grazie di tutto, Maria. Allora ti aspettiamo in Italia. Prima o poi.
Mi manca molto l’Italia. Com’è la situazione lì dopo l’epidemia?

Un bel casino. L'epidemia è stata molto dura qui, specialmente al Nord. Ora il lockdown è finito, stanno riaprendo alcune attività, come negozi, ristoranti, presto anche cinema e teatri. Ma non ci saranno più grandi concerti fino al 2021, purtroppo.
Ho sognato proprio di stare in Italia la scorsa notte!

Davvero? Cosa succedeva?
Vivevo da mia nonna, che era siciliana, nella sua grande casa di quattro appartamenti. L’aveva acquistata nel 1940, suo padre era un immigrato italiano. Lei aveva piantato in giardino l’albero cavo. E nel sogno ero lì e lei mi raccontava la Bibbia sotto questo grande albero cavo, così sfruttavo i suoi insegnamenti per i miei esercizi spirituali… Ma al di là di questo, sì, mi manca molto l’Italia, spero di tornare presto.

In bocca al lupo, allora, per la tua Vita Nuova. A proposito, quali sono le canzoni del disco che per te la raccontano meglio?
Mi piace molto “Courage”, descrive molto bene il mio processo di corteggiamento, il mio essere timida e al contempo propensa all’innamoramento. E poi direi anche “Right Down To The Heart Of London”, perché amo Londra, mi piace girare per le sue strade, e le persone che ho lì sono molto importanti per me.



Discografia

LONE JUSTICE
Lone Justice (Geffen, 1985)8
Shelter (Geffen, 1986)7,5
This World Is Not My Home (antologia, Geffen, 1999)
20th Century Masters - The Millennium Collection: The Best Of Lone Justice (antologia, Geffen, 2003)
MARIA MCKEE
Maria McKee (Geffen, 1989)6,5
You Gotta Sin To Get Saved (Geffen, 1993)7,5
Life Is Sweet (Geffen, 1996)8
Ultimate Collection (antologia, Universal, 2000)
High Dive (Viewfinder, 2003)7
20th Century Masters - Millenium Collection: The Best Of Maria McKee (antologia, Geffen, 2003)
Live In Hamburg (live, Viewfinder, 2004)
Peddlin' Dreams (Viewfinder, 2005) 7
Live Acoustic Tour 2006 (live, Viewfinder, 2006)
Late December (Viewfinder, 2007)6
Live At The Bbc (live, Polydor, 2008)
La vita nuova (Fire, 2020)7,5
Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

 LONE JUSTICE
  

Ways To Be Wicked
(
videoclip da Lone Justice, 1985)

Sweet, Sweet Baby (I'm Falling)
(
videoclip da Lone Justice, 1985)

Don't Toss Us Away
(live at The Ritz
, 1985)

Working Late
(New Year's Eve Mtv
, 1985)

I Found Love
(videoclip da Shelter, 1986)

Shelter
(videoclip da Shelter, 1986)

Dreams Come True
(videoclip da
Shelter, 1986)

  
 MARIA MCKEE
  

Never Be You
(dalla colonna sonora del film Streets Of Fire
, 1985)

Am I The Only One
(videoclip da Maria McKee, 1989)

Show Me Heaven
(videoclip, singolo, 1990)

I'm Gonna Soothe You
(videoclip da You Gotta Sin To Get Saved, 1993)

The Way Young Lovers Do
(videoclip da You Gotta Sin To Get Saved, 1993)

I Forgive You
(da You Gotta Sin To Get Saved, 1993)

If Love Is A Red Dress (Hang Me In Rags)
(dalla colonna sonora del film Pulp Fiction, 1994)

This Perfect Dress
(da Life Is Sweet, 1996)

Scarlover
(live da Life Is Sweet, 1996)

Absolutely Barking Stars
(live da Life Is Sweet, 1996)

Life Is Sweet
(live da Life Is Sweet, 1996)

To The Open Spaces
(videoclip da High Dive, 2003)

Turn Away
(videoclip da Peddlin' Dreams, 2005)

A Good Heart
(live a Bruxelles, da Late December, 2007)

Late December
(live a Malmoe, da Late December, 2007)

Effigy Of Salt
(da La vita nuova, 2020)

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