Opera Nera

Eclettiche rivelazioni

intervista di Giuliano Delli Paoli

Raggiungiamo la band napoletana in occasione dell’uscita del secondo album cantato, “Revelation”, per farci raccontare un'evoluzione stilistica sempre più sorprendente, l’amore per Nosferatu, lo state di salute del metal in Italia, il libro dell’Apocalisse e molto altro ancora. Un incontro ad ampio raggio, con tanto di top five metal e inaspettate rivelazioni, come la passione per i versi di Garcia Lorca e il flamenco indimenticabile di Enrique Morente.

Vi siete praticamente chiusi nello studio di registrazione nei giorni dell’ennesima chiusura pandemica. Quanto è durata esattamente la gestazione di “Revelation”? C’è qualche aneddoto su quei giorni così particolari?
La scrittura del disco è iniziata nell’autunno del 2021, considerate le restrizioni del coprifuoco serale abbiamo scritto e suonato tutto in lunghi pomeriggi; il crepuscolo e il bosco dei Camaldoli nel quale la sala prove si trova immersa hanno accompagnato il mood in maniera egregia, sicuramente anche influenzandone la composizione. La prima incisione di pre-produzione è stata fatta invece al Teato Summarte di Somma Vesuviana, con la sala deserta in pieno periodo di restrizioni. Avevamo bisogno di far detonare l’album in tutta la sua potenza, successivamente è stato inciso al Godfather di Max Pone, a Napoli.

Perché “Revelation”?
Il disco ruota intorno a un dialogo tra uomo e divino, la rivelazione è nella coscienza di essere soli e senza aiuto dall’alto. C’è un chiaro gioco di rimandi tra significati, il libro dell’apocalisse biblica in inglese è tradotto come “Book of revelation”, la traduzione dal greco di apocalisse è “profezia”. I punti di arrivo sono spazi di costruzione se si rifiuta un finale cieco. Si può stabilire se essere alla fine di qualcosa o all’inizio di altro.

Non solo metal. Rock, flamenco, progressive. Elementi insoliti che definite come spiriti, da quel che leggo sul vostro sito, per l’esattezza: “Questi spiriti hanno cominciato a parlare in spagnolo, tedesco e inglese; lo fanno salmodiando, lividi di rabbia nel buio dei corridoi, scricchiolando le assi, spaccando i vetri. Nessuno si salva in queste stanze”.
Abbiamo desiderato che nella nostra casa sonora entrassero anche altri stili; il metal, come il flamenco, è un genere con una forte identità. Quando due elementi così decisamente definiti si incontrano possono generare splendide creature senza mai perdere il loro carattere originale, anzi rafforzandolo.

Lo scheletro a mo’ di fossile posto in copertina sembra nascondere un messaggio.
L’io narrante di tutto il disco si sente tradito dal divino nel momento di maggior necessità, sempre di più assomiglia a un angelo caduto: il senso di una grazia perduta. Lo scheletro di un angelo sepolto rappresenta l’amarezza e la delusione, il fosso vuoto sul retro e le piume sono la resurrezione.

Tiziano Spigno è ormai membro aggiunto della band. Com’è nata questa collaborazione? Proseguirà anche in futuro?
All’indomani del Nosferatu ci dedicammo alla scrittura di “Land Of Salvation”, che è anche il nostro primo album cantato. Elio Bordi della Frontiers Records di Napoli, al quale chiedemmo consiglio, ci segnalò Tiziano come la voce adatta per la nostra musica. Su quel disco diede il massimo, anche su registri ben diversi. Il tempo che passò con noi a Napoli servì a cementare una bella amicizia e un sodalizio artistico. Adesso Tiziano è parte effettiva dalla band, una sua decisione presa a seguito dell’ultima registrazione e che abbiamo ovviamente accolto con gioia. Oltre al sodalizio umano, cresce sempre di più l’affiatamento artistico e la voglia di continuare a scrivere di più insieme con una sua presenza attiva nella composizione del materiale futuro.

“Gloria” è una suite che abbraccia più temi e stili. In coda si percepisce un’improvvisa luce di speranza.
“Gloria” è uno sguardo sul cammino effettuato fino a un momento della vita che fa da spartiacque. E' il momento in cui fai i conti, fai un bilancio. In genere sono tre o quattro momenti nella vita. E' in particolare il momento in cui un io narrante capisce che tutto quello in cui aveva creduto prima di quell'avvenimento perde i connotati che per lui sono stati canonici. Si innamora, e l'amore verso la persona che incontra gli capovolge le visuali, le stravolge. Tutto quello in cui aveva creduto prima, dunque, si sgretola e si riplasma. L'amore così muta forma. E' prima nella gioia per la propria donna, per i propri amici, poi è l'amore per il proprio figlio, infine è l'amore del proprio figlio per quel che verrà. Tutto è visto tramite gli occhi del genere umano che crede in un Dio preconfezionato che ha poco a che fare con l'amore che l'umanità può scoprire nelle semplicità della vita.

A differenza dei paesi nordici, dove il metal gode di buona salute ininterrottamente, in Italia abbiamo degli alti e bassi. Oggi è sempre più raro vedere giovani “metallari”. L’interesse per il rock in generale è un po’ scemato, nonostante i Maneskin che, al contrario di quanto si dice, non hanno propiziato alcunché. Voi cosa ne pensate? E che approccio avete, parafrasando Mino Di Martino, con la cosiddetta “musica giovane”?
Il metal in Italia e nel mondo vive in un circuito tutto suo. Ha le sue radio, le sue riviste cartacee (le poche che ancora si vedono in edicola, a differenza degli altri generi), i suoi festival. Gli appassionati di metal stanno bene e sopravvivono nonostante all’inizio degli anni 90 li dessero per spacciati. Il rock è un fiume sotterraneo che alle volte si inabissa ma non smette mai di scorrere. Il meritato successo dei Maneskin potrebbe invogliare qualche teenager a imbracciare una chitarra, tutto ciò può solo fare bene al rock.

Il trittico “Agnus Dei” apre una parentesi tutta sua nel disco. Soprattutto la spagnoleggiante “Agnus Dei (miserere)” con Juan Murube.
Il “Miserere” è un nostro personale omaggio al disco “Omega” di Enrique Morente, dove convivono rock, flamenco e Garcia Lorca. Josè Miguel Molero, poeta madrileno e Premio Internazionale Francisco de Quevedo, ha accettato di scriverne i versi; Juan Murube, cantaor sevigliano, si è lanciato in questo esperimento stilistico e noi abbiamo cercato di mettere ciò che la nostra cultura musicale metal poteva apportare. E’ un meraviglioso “meticciato musicale” del quale siamo orgogliosi. E' stato registrato tra Malaga e Napoli, le chitarre e la baglama - strumento di origine turca - sono invece di Alfonso Bruno. Il trittico gira intorno alla figura dell’agnello di dio, come essere sacrificale e sacrificato nel quale l’uomo si identifica. Ancora una volta il tema di una grazia perduta e forse mai davvero vissuta.

In passato avete musicato "Nosferatu", il capolavoro di Murnau, per un’ora e mezza di musica totalmente inedita. Come nacque l’idea di approcciarvi a un’opera così importante?
Cercammo per mesi un cantante che completasse la nostra formazione senza riuscire a trovarlo e decidemmo quindi di cimentarci in una composizione che non avesse bisogno della voce. Convertimmo quell’ostacolo in un’opportunità, in una sfida. La scrittura, l’arrangiamento e la sincronizzazione con le immagini hanno richiesto tre anni di lavoro. L’esecuzione live della musica durante la proiezione del film è avvenuta nel novembre del 2018 alla Casa della Musica. Scrivere così tanto in forma strumentale ha cambiato del tutto la nostra maniera di comporre, allontanandoci in maniera creativa dalla struttura strofa/ritornello. E’ un’eredità alla quale teniamo molto. E’ parte segnante del nostro stile.

“Revelation” si conclude con una ballata cantata da Loretta Moretto; “Ite”. E’ un modo per anticipare quello che potrebbe essere il vostro futuro?
Tutte le canzoni del disco sono riprese dai capitoli della messa musicale cattolica, “Ite” chiude un disco durissimo nei testi e nella musica, ma volevamo che questo pezzo fosse il più leggero possibile per contrasto con il testo che è il più critico nel dialogo con il divino. Loretta Moretto ha interpretato emotivamente e musicalmente questo nostro desiderio incidendo uno dei momenti più potenti del disco, Antonio “Gomez” Caddeo de La Maschera lo ha reso invece orchestrale con il suo contrabbasso, il suo apporto ha dato una profonda maestosità al brano di chiusura.

Recentemente abbiamo pubblicato una classifica dei migliori dischi metal della storia. Sarebbe intrigante conoscere una vostra top five totalizzante, insomma dischi, magari anche non prettamente metal, che vi hanno toccato particolarmente.
Apparteniamo a cinque diverse generazioni di metal, che vanno dai Black Sabbath agli Slipknot, quindi non sempre condividiamo gli stessi ascolti ma faccio di più: scrivo cinque titoli di dischi che sicuramente hanno fatto parte dei nostri speaker durante il processo compositivo (risponde Alessandro Pacella, ndr).
Machine Head - "The Blackening"
Tremonti  - "A Dying Machine"
Dream Theater - "Images & Words"
Enrique Morente - "Omega (Poema Para Los Muertos)"
Metallica - "Master Of Puppets"

Cosa bolle nella pentola degli Opera nera? C’è un tour alle porte? 
C’è tanta voglia di suonare questo disco dal vivo e non in un pub davanti a gente che mangia, "absit iniuria" (dal latino "sia lungi dalla parola l'offesa", ndr). Appena la situazione live si sarà sbloccata, faremo in modo di portarlo in giro in Italia e, perché no, anche all’estero. Questo è un disco di musica, ci piacerebbe che qualche promoter si accorgesse di noi e ci accogliesse in un contenitore non specificamente metal.

Discografia

Land Of Salvation (Uselesslabel, 2020)
Revelation(Self Released, 2022)
Pietra miliare
Consigliato da OR

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