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La qualità è una cosa seria

intervista di Stefano Bartolotta

Dopo aver apprezzato il terzo disco di questa band toscana, ci ha fatto piacere mandare loro qualche domanda via email. Le risposte mettono in evidenza l'applicazione che ci ha messo la band nel realizzare questo lavoro.

"Non è più poesia" è il vostro terzo album e lo presentate, tra l’altro, dicendo di aver cambiato il modo in cui suonate. Qui su OndaRock non abbiamo mai parlato di voi e io stesso non vi avevo mai ascoltati, quindi vi chiedo di spiegare a me e ai lettori in cosa consiste questo cambiamento e cosa dobbiamo aspettarci dai dischi precedenti, se vorremo ascoltarli.
Beh questo è un disco più strutturato rispetto ai dischi precedenti, abbiamo curato gli arrangiamenti insieme a Guglielmo (il produttore) in maniera più dettagliata in studio, nei dischi precedenti invece abbiamo sempre registrato i pezzi così come venivano fuori in sala prove, in una dimensione più live, questa volta invece ci siamo sbizzarriti sui suoni, sulle parti, insomma si è fatto un grande lavoro anche dopo la pre-produzione delle prove.
Noi speriamo che la differenza con i dischi precedenti sia solo una crescita e di aver mantenuto però anche i nostri punti fermi che si trovano in tutta la nostra produzione, diciamo che alla fine ci piacerebbe che chi ascolta questo disco o i precedenti facesse attenzione alle belle canzoni, che per noi sono la cosa più importante.

Spesso capita che sia le band che i critici cerchino definizioni improbabili per spiegare il genere musicale di un disco, ma io in questo caso userei semplicemente la parola pop. Siete d’accordo?
Siamo assolutamente d'accordo , speriamo di essere pop nel senso più nobile del termine che in Italia a volte è difficile da trovare.

Come nasce una vostra canzone? E per caso anche qui ci sono stati cambiamenti rispetto al passato?
In realtà sotto quel punto di vista no, di solito quando qualcuno di noi ha un pezzo lo porta in sala, lo fa sentire e se piace lo lavoriamo fino a che non siamo soddisfatti, a volte ci vogliono 20 minuti, a volte mesi, quando è pronto lo capiamo subito tutti e ci gasiamo di brutto!

Il disco è cantato in italiano ma mi sembra che dal punto di vista musicale siate decisamente più orientati verso influenze inglesi. È così?
Si, ognuno di noi ha un background musicale diverso, ma è innegabile che tutti siamo maggiormente ispirati e orientati verso cose fatte oltremanica, e un po è una cosa che abbiamo sempre voluto essere: una band italiana, che canta in italiano ma suona come fosse di Manchester o Liverpool o New York.

Ricollegandomi a quanto sopra, mi piace molto il fatto che la metrica dei testi sia sempre perfetta e non ci siano spostamenti forzati negli accenti delle parole (salvo un paio di eccezioni nell’ultima canzone). È effettivamente una cosa a cui prestate attenzione?
Beh noi siamo molto classici nel modo di intendere le canzoni, e questo fa sì che le nostre composizioni siano sempre precise, comunque, sì, è una cosa a cui prestiamo attenzione.

Melodie, testi, ma poi trovo molto importanti nel disco le armonie tra la voce e il suono, trovo che rendano più concrete le suggestioni portate dalle diverse canzoni. Anche qui, vi chiedo, è una cosa a cui prestate attenzione? Se sì, in quale momento del processo di realizzazione della canzone viene sviluppato questo aspetto?
In questo caso è una cosa abbastanza spontanea, cerchiamo sempre prima di tutto che il pezzo giri bene, di non avere forzature all'interno dei nostri lavori, ovviamente essendo un gruppo che suona molto prima di entrare in studio questa armonia tra voce e suono viene fuori da sé durante le prove, siamo noi il primo pubblico dei nostri pezzi e questo fa sì che, anche senza pensarci, fino a che tutto non quadra non siamo soddisfatti del nostro lavoro.

“Chiederò perdono se odio il lavoro”, andate a toccare una tematica molto delicata, perché oggi la reazione nei confronti di chi si lamenta in pubblico dell’insoddisfazione lavorativa è una serie di “ringrazia che il lavoro ce l’hai”. Mi piace il modo in cui trattate questo aspetto controverso della vita di ognuno con leggerezza ma anche con realismo. Vi chiedo di dirmi qualunque cosa vogliate su questo argomento.
La verità è che in questo periodo, come dici giustamente, è delicato parlare di queste cose e ovviamente avere un lavoro per tirare avanti non è scontato. Qui noi però parliamo del fatto che non si può fare finta che tutti amino il proprio lavoro, e che a volte uno davvero può odiarlo, anche se è necessario al sostentamento, alla dignità ecc. Sta di fatto che chi ha la fortuna di lavorare in qualcosa che ama è sempre il più fortunato e in un mondo perfetto e utopico sarebbe così per tutti.

Ho letto alcune recensioni del disco, mi sembra che i colleghi parlino tutti da un lato di “non prendersi troppo sul serio” e “senza grosse pretese” e dall’altro di “questione di stile” e “tocco di classe”. Vi ritrovate in queste parole? Oppure pensate che sia una cosa tremendamente seria e che richiede un grande impegno anche fare musica leggera come la vostra?
Ti ringraziamo per la domanda top e rispondiamo in breve citandoti: è una cosa tremendamente seria (e difficile) fare musica leggera di qualità come la nostra, secondo noi a volte molto di più che fare cose impegnate o alternative da tre soldi, ma non sempre nell'ambito indipendente chi ascolta le cose lo fa davvero, come invece hai fatto te.

Come suona il disco dal vivo?
Dal vivo cerchiamo di essere fedeli al disco, siamo più potenti, il nostro live è una festa, provare per credere!

I vostri primi due dischi erano usciti in rapida successione, poi però per via di cambi di formazione questo terzo è arrivato dopo un po’ di tempo. Ora vi sentite nuovamente in situazione di stabilità e quindi pensate di tornare all’alta frequenza di pubblicazioni discografiche di prima?
Adesso siamo presi da questo disco e dal tour, siamo stabili, abbiamo nuove cose, ma nessuna scadenza, chissà magari ci vorranno altri tre anni per un nuovo lavoro, magari a breve buttiamo fuori un Ep: non mettiamo limiti alla provvidenza, quello che è sicuro è che sentirai ancora parlare di noi.



Discografia

Bar Milano(Forears, 2011)
Motel Paradiso (Forears, 2012)
Non è più poesia (Tirreno Dischi, 2015)
Pietra miliare
Consigliato da OR

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