26/04/2004

Explosions In The Sky

Supermarket, Torino


Gli Explosions In The Sky sono una delle migliori formazioni di “integralismo post-rock” esistenti. Sorto nel 1999, questo quartetto texano ha fatto uscire due bellissimi dischi, "Those who tell the truth shall die, those who tell the truth shall live forever" e “The earth is not a cold dead place”; a differenza di moltissimi altri gruppi che vengono comunemente infilati nel calderone “post-rock”, gli Explosions in the sky rifiutano l'elettronica, concentrandosi in modo pressoché esclusivo sulle potenzialità espressive e melodiche dello strumento principe del rock: la chitarra.
Arrivato in stazione a Torino verso le 20 e 30, constato che il posto dove suoneranno gli Explosions In The Sky, tale Supermarket, è parecchio lontano. Sull'autobus incontro la benedizione della serata: un 18enne che riesce a rimediare da un amico un passaggio in macchina per il locale. Alle 22.30 circa si arriva al posto, dove si aspetta per un po' prima dell'inizio dei concerti: scopro che gli Explosions avranno ben 2 gruppi spalla, entrambi gruppi di post-rock "chitarristico".

Aprono i Lulu Kaine, quartetto italiano (due chitarre, basso, batteria) che suona per circa 40 minuti... annoiano un po', ma nel complesso convincono, specie nei momenti più "cattivi".
A seguire i Noir (anch'essi italiani, anch'essi sullo stesso genere dei precedenti), un trio il cui live set dura un po' meno: anche qui abbiamo ottimi musicisti che non sbagliano un colpo, ma le canzoni non sempre paiono all'altezza.
A ogni modo, per essere gruppi di supporto, non c'è male davvero...

Poco dopo arrivano gli headliner e quando attaccano con un pezzo preso dall'ultimo album è subito emozione. Suonano poco in tutto (circa un'ora e senza bis, nonostante un interminabile battimani collettivo chiedesse a gran voce il loro ritorno on stage), senza sbavature, con una netta preferenza per i pezzi del loro secondo disco (dal primo album suoneranno solo la stupenda “Have you passed through this night?”), con un gran lavoro di effettistica e di ingegneria sonora e con un abbondante e ben congegnato uso dei feedback per collegare tra di loro i brani.
L'acustica del locale (molto carino peraltro, piuttosto raccolto e dotato di comodissime poltroncine...) permette di godere appieno di tutte le sfumature delle loro canzoni e della forte carica emozionale della band: le melodie escono sempre molto limpide e pulite, i toni e i volumi delle chitarre (tre quando la suonava anche il bassista, due quando quest'ultimo tornava al suo strumento) sono settati ottimamente e anche nelle parti distorte il gruppo non perde né in nitidezza né in potenza.

Estremamente fedeli a quanto fatto su disco, con i chitarristi che scandiscono malinconici arpeggi incrociati e il batterista che non nasconde la sua predilezione per i ritmi da marcia militare e per l'utilizzo delle marimba (sia sui piatti per ottenere un suono classicamente “etereo”, sia sui tom per ottenerne uno di vaga ascendenza “tribale”), gli Explosions In The Sky mi hanno decisamente convinto... forse anche più dei Mogwai.

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