19/05/2008

Fuck Buttons

Circolo degli Artisti, Roma


Ammetto che nutrivo modeste aspettative riguardo la serata, vuoi per la tipica staticità live dei progetti non propriamente suonati, vuoi perché qualche sera prima i Growing non ci avevano regalato emozioni degne di nota.
Invece, sin dall'apertura di "Sweet Love For Planet Earth", l'atmosfera si scioglie nel minimalismo di un drone-carillon, su cui si innesta un ossessivo crescendo ambient-noise, con gli Stars Of The Lid a rinvenire tra le braccia di Merzbow.

Andrew Hung ha quasi tutto l'armamentario "manipolatorio" nella più classica delle valigie della nonna, e dalle parti di Benjamin Power c'è un registratore fisher-price il cui microfono viene letteralmente masticato in uno screaming che crea un effetto-Gowns, se mai Erika Anderson decidesse di avvicinarsi al genere.
I nostri sono uno davanti all'altro, occhi vs. occhi, e sembrano mimare la lotta tra la materia sonora armonica, liquida e granulare contro quella ritmica, nera e ancestrale.
E in "Ribes Out" cassa e loop vocali creano l'atmosfera per un rituale propiziatorio dei 2000 e oltre, come degli Animal Collective al grado zero del linguaggio. Scariche di shoegaze caustico, strascichi ambientali e l'ombra dei club londinesi, sconfessata da un'attitudine hardcore.

E infine i lunghi pitch polifonici di "Okay Let's Talk About Magic" e, a seguire, "Race You To My Bedroom/Spirit Rise", monolite ambient cupissimo, che segna l'apice dell'ascesi sonora.
"Bright Tomorrow" conferma fino all'ultimo la scaletta del disco e ci porta dalle parti di Nathan Fake.
Un happening catartico, stasera al Circolo, si chiedono i bis, ma parte subito una playlist. Si va via consci che tra un anno, probabilmente, il pubblico dei Fuck Buttons sarà quadruplicato.

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