05/11/2014

Nothing

Teatro Quirinetta, Roma


La prima volta a Roma per la più recente band rivelazione del movimento shoegaze non inizia sotto i migliori auspici. Soltanto il giorno prima si apprende da un comunicato dello spostamento di location: il Circolo degli Artisti deve sostenere degli improrogabili interventi di manutenzione straordinaria e come nuova venue viene individuato il Teatro Quirinetta, in pieno centro, a due passi da Fontana di Trevi. Quel che c’è all’esterno è di una bellezza unica al mondo, ma il piccolo teatro è una novità per il circuito rock indipendente e molti fan (fra quelli che sono riusciti ad apprendere la notizia per tempo) restano spiazzati dalla scelta.
A questo si unisce il fatto che da giorni permane un allerta meteo sulla capitale: sono previste piogge apocalittiche e in molti, in particolare coloro che devono percorrere un po’ di chilometri, preferiscono rinunciare al concerto. In mattinata i quattro Nothing fanno un giro per la città, si scattano fotografie all’interno del Colosseo, si comportano da perfetti turisti in attesa dell’uragano shoegaze.

Preoccupati per la tempesta in arrivo, noi arriviamo al teatro con largo anticipo, consapevoli della forza della band, vista in aprile nel cartellone che caratterizzò le esibizioni del Record Store Day 2014 presso la Rough Trade di Brooklyn, quando i ragazzi si dimostrarono dei veri giganti, condividendo il palco con tanti altri nomi interessanti della scena musicale alt-rock emergente.
Il tempo a disposizione lo trascorriamo a discorrere piacevolmente con la band, composta da musicisti che si stanno affermando per la propria iperattività. L’indiavolato bassista Nick Bassett ha dei trascorsi con i Deafheaven, ed è la colonna portante dei Whirr, Domenic Palermo (chitarra e voce) è impegnato nella promozione del progetto dark-wave Death Of Lovers, Brandon Setta (chitarra e voce) dà una mano un po’ in tutte le direzioni.

Con questi presupposti ci si attende un concerto pazzesco, e in effetti il quartetto dà il meglio di sé, nonostante il pubblico non proprio delle grandi occasioni (per i motivi di cui sopra, ai quali va aggiunta la contemporanea sfida di Champions League che vede la Roma impegnata sul campo del Bayern Monaco: finirà 2-0 per i bavaresi, dopo il clamoroso 1-7 di due settimane prima) e nonostante l’acustica non proprio perfetta.
I Nothing creano un muro di suono che deve essere gestito in un certo modo e proposto in un certo tipo di spazio. La loro estetica si rifà direttamente ai dettami scolpiti sulla pietra dai My Bloody Valentine, un’estetica imperniata su giganteschi wall-of-sound iper-effettati scortica-orecchie, sui quali si adagiano voci seppellite da tonnellate di amplificatori mandati in distorsione; in situazioni non curate alla perfezione resta l’impossibilità di cogliere tutte quelle piccole sfumature che in studio rendono uniche delle composizioni senza ombra di dubbio magistrali.

In questi giorni i Nothing pubblicano uno split Ep condiviso con i Whirr, ma sono sempre le tracce dell’indispensabile “Guilty Of Everything” a formare la spina dorsale dello show, in particolare nei momenti più rabbiosi (“Get Well”, “Bent Nail”) e in corrispondenza dell’incredibile “B&E”, uno dei pezzi che ha lanciato in orbita la band americana, a pari merito con quell’altro gioiello che prende il titolo di “Endlessly”, chissà perché non eseguita questa sera.
Magari era stata tenuta per il bis, che invece non sarà servito, e dopo cinquanta minuti di grandissima intensità sonora cala il sipario. I quattro scendono dal palco e si posizionano al banchetto per le foto e gli autografi di rito. Domani altra puntata a Milano, in una serata condivisa con gli Ought.

La tanto annunciata alluvione non si verificherà, almeno non durante la notte, chi ha preferito restare a casa ha perso una buona occasione per conoscere meglio una delle 3-4 band più interessanti dell’ultimissima generazione. Niente di innovativo, questo è lampante, tutto molto derivativo, ma questi ragazzi risultano efficaci in maniera spaventosa.
Con loro il dream-pop raggiunge un punto di non ritorno, grazie a un incandescente mix di rasoiate elettriche e slanci melodici da knock-out, il tutto immerso in una sonicità che fa spavento. Strappiamo a Domenic Palermo la confessione di un disco in uscita nel giro di pochi mesi e di un nuovo passaggio in Italia entro il 2015. Si raccomanda di mantenere il segreto. Non ditelo in giro…