20/05/2016

Air

Labirinto della Masone, Parma


Davvero non avremmo potuto desiderare una venue più adatta del Labirinto della Masone per incontrare - finalmente! - dal vivo gli Air. Salutata appena in tempo la perturbazione che fino al giorno precedente aveva imperversato sul Nord Italia, la sontuosa reggia di Franco Maria Ricci può aprirsi in un venerdì sera tutto sommato mite e gradevole a un pubblico eterogeneo, partecipe e numeroso (gli oltre duemila biglietti disponibili erano stati esauriti da diverso tempo). Superati dunque i primi cortili della dimora adagiata nella aperta campagna parmense, si arriva in quello principale, con il grande palco sorvegliato a vista dalla piramide di mattoni e, ancora più su, da una vasta cornice di stelle a fare capolino nel cielo terso.
La cornice perfetta, insomma, per il "lounge party alieno" che alle 22.30, in perfetto orario sulla tabella di marcia, l'inossidabile duo formato da Benoit Dunckel e Nicolas Godin (debitamente accompagnati per tutto il concerto da altri due musicisti alla batteria e ai device elettronici), di bianco vestito, si appresta a inscenare. Tocca alle melodie soffuse di "Venus" il compito di introdurre la platea nell'immaginario "spaziale" degli Air. Proprio "Talkie Walkie" sarà uno degli album più chiamati in causa nel corso dell'ora e un quarto di concerto, anche se il primato spetta - e non potrebbe essere altrimenti - al capolavoro "Moon Safari".

La scaletta, in ogni caso, tocca pressoché la totalità delle tappe discografiche del repertorio del combo di Versailles, del tutto a proprio agio nel bel mezzo del grande labirinto emiliano. La vecchia (e cara) "Don't Be Light", di fatto la prima bordata psichedelica della serata, era la hit di punta di "10.000 Hz Legend", così come il tema - qui in veste strumentale - di "Playground Love" è il classico dei classici dalla colonna sonora de "Il giardino delle vergini suicide".
Se "J'ai Dormi Sous l'Eau" e "People in the City" sono ripescaggi di tutto rispetto, la parte del leone la fanno (in sequenza, come nell'album) "Talisman" e "Remember", quest'ultima davvero da pelle d'oca. E se "Alpha Beta Gaga" chiude i conti con il già citato "Talkie Walkie", spetta alle più accomodanti (quasi oniriche) atmosfere di "Radian" e "How Does It Make You Feel" lanciare la volata al gran finale prima dell'encore: l'attesissima "Kelly Watch the Stars", salutata da una vera e propria standing ovation.

Il set vero e proprio si chiude con "Moon Safari", mentre la breve encore è dedicata esclusivamente a quest'ultimo. Tornati sul palco, gli Air intonano quello che è con ogni probabilità il loro brano più conosciuto, "Sexy Boy", direttamente dalla fine degli anni Novanta (e dalle adolescenze di buona parte dei presenti, compreso chi scrive).
A chiudere il sipario è invece una spettacolare versione di "La Femme d'Argent", che si traduce in un crescendo psichedelico e sempre più rumoroso di rara efficacia. Il degno epilogo di una serata indimenticabile, e per molti buoni motivi.