24/10/2016

Minor Victories

Santeria Social Club, Milano


Nella ricca stagione di concerti del Santeria Social Club di Milano figura l’esclusiva data italiana dei Minor Victories, in tour quest’autunno dopo aver toccato diversi festival internazionali in estate. Siamo davvero impazienti di vedere dal vivo un (neonato) gruppo di cui abbiamo amato l'ottimo debutto, "Minor Victories" (PIAS, 2016). La "super-band" – come è stata definita da molti in virtù delle personalità che la compongono – si presenta così sul palco: Rachel Goswell (Slowdive, Mojave 3) alla voce e alla chitarra, Stuart Braithwaite (Mogwai) alla chitarra e alla voce, James Lockey al basso e due turnisti per batteria (Nicholas Willes), sintetizzatori e sampler (Calum Howard), ampiamente presenti nell'album. Assente, invece, uno dei membri fondatori della band, Justin Lockey (Editors), per gli impegni con la band di Stafford.

Dopo il set ambient di Daemon Tapes, opening act della serata, i Minor Victories partono esattamente come nella scaletta del disco, con "Give Up the Ghost". Il groove minimo, gli arrangiamenti rarefatti e il cantato affascinante ci immergono nelle atmosfere "Minor Victories". La band è incorniciata da una parete di visuals, scenografia che riproduce le animazioni principalmente composte dal motivo della croce – immagine della copertina del disco – ed estratte dai loro splendidi videoclip, ideati e diretti dai fratelli Lockey.

Il live conferma l'attitudine musicale del disco: suoni di batteria e basso netti con groove granitici, su cui si stagliano la voce delicata e sussurrata di Goswell, la chitarra di Braithwaite – mai così "rock" – e il resto degli arrangiamenti. Con "The Thief" e "A Hundred Ropes" aumentano le pulsazioni, ma spetta a "Cogs", il quarto brano, "aprire" il suono, ponendosi come spartiacque del concerto: i volumi di chitarra e voce si alzano sopra l’imponente sezione ritmica e i ricchi arrangiamenti di archi, a sostenere il cantato di Goswell. Un climax di particolare intensità che caratterizza la seconda parte della performance, con i quattro brani più affascinanti del live: "Folk Arp", "Scattered Ashes (Song For Richard)" – bellissima anche senza la voce di James Graham dei Twilight Sad – "Higher Hopes" e "Out To Sea", con la sua lunga coda strumentale noise su cui la band lascia il palco.

I Minor Victories suonano quasi tutte le canzoni del nuovo disco, tranne – comprensibilmente – il duetto scritto con Mark Kozelek (Red House Painters, Sun Kil Moon), composto in gran parte dal suo cantato. Nessuna pausa, nessun bis o nuovo brano. Un live breve, forte ed essenziale esattamente quanto il loro disco, uno dei nostri preferiti del 2016. Con la voglia di "riavvolgere" il concerto e ripartire da capo, ci chiediamo se i Minor Victories produrranno altra musica e continueranno a suonare dal vivo, esaurita l’energia della novità di "Minor Victories". Rachel Goswell intanto entrerà in studio con gli Slowdive per realizzare un nuovo album, dopo più di vent’anni.
Nell’indecisione, non ci siamo persi il passaggio di questa stella cometa.