11/07/2016

Suede + Stereophonics

Postepay Rock In Roma, Roma


La maggioranza dei sudditi di Elisabetta II ha scelto di votare per il Leave, ed è durissima digerire una simile crepa nel cuore della nostra vecchia e malaticcia Europa, guardando idealmente allontanarsi tutti quei musicisti che negli anni hanno contribuito a costruire la nostra generazione.
La musica britannica continua, se non a salvare, almeno a migliorare molte vite, e a regalare sudore ed emozioni, come avviene questa sera nell'animata cornice del Postepay Rock In Roma, con i gallesi Stereophonics e gli inglesi Suede che ci ricordano una volta di più quante canzoni memorabili giungono da quell'isola.

Due concerti di grande intensità, messi in scena da due formazioni che hanno dimostrato di essere ancora al top della forma, e non solo nei recenti rispettabili dischi, ma ancor di più sui palchi più importanti del continente.
Obiettivo perfettamente raggiunto anche nella Città Eterna, anzi, nel caso degli Stereophonics il risultato si posiziona ben al di sopra delle più ragionevoli aspettative, soprattutto per chi li aveva con troppa superficialità considerati un mero fenomeno commerciale.

E invece c'è molta sostanza in un set che si posiziona a metà strada fra l'indolenza degli Oasis e l'orecchiabile verve degli Editors meno incupiti: carismatico e concreto il cantante Kelly Jones, che si cimenta anche al piano e in pregevoli soli di chitarra, preziose le sei corde formato Gibson di Adam Zindani (ditemi se non vi ricorda un Noel Gallagher in versione silente), affidabilissima e pulsante la sezione ritmica.
Parliamo di britpop di pregevolissima fattura, e i gallesi non perdono tempo, infilando presto i loro pezzi da novanta: la super hit "Have a Nice Day", "Maybe Tomorrow", "Mr. Writer", e in particolare la trascinante "Local Boy In The Photograph", dall'esordio "Word Gets Around" (1997).

Già la partenza è al fulmicotone, con la recentissima "C'est la vie" (da "Keep The Village Alive", 2015), l'ultimo tormentone di una band che detiene un record invidiabile: aver raggiunto la vetta delle chart inglesi con ben cinque album consecutivi.
Non sfigurano neanche le composizioni più recenti (fra le quali spicca "Graffiti On The Train", dall'omonimo disco del 2013), che conducono al delirio finale sancito da "Dakota", con le frasi tormentone che scorrono sul maxischermo e facilitano il coro collettivo.

Mezz'ora di cambio palco e via con gli inglesi Suede, per i quali non c'è bisogno di presentazioni, ma solo di ammirazione, sia per la straordinaria carriera, sia per la perfetta tenuta fisica e vocale di Brett Anderson che, a quasi cinquant'anni, è ancora uno spettacolo per gli occhi: cerca gli abbracci dei fan delle prime file, suda a dismisura, si arrampica come tarantolato sulle casse spia, corre, salta, ma soprattutto canta, spesso in mezzo al pubblico, e bene, molto bene.
Le suggestive immagini proiettate alle spalle ripercorrono le copertine e rendono dovuti omaggi (evidente uno a Prince), ma sono le melodie dense di grandeur e le movenze di Anderson a catalizzare l'attenzione.

Energia e decadentismo, gli ingredienti consolidati dei Suede, vengono confermati una volta di più, per un concerto pazzescamente coinvolgente, che mette in prima linea i brani di "Suede" e "Dog Man Star", come a voler auto-riconoscersi il merito di aver creato alcune pietre angolari della british modern music.
"She's In Fashion" cantata dritta in faccia al pubblico è da brividi, e il tris che chiude la prima parte dello show è sensazionale: "So Young", "Metal Mickey" e "Beautiful Ones" abbatterebbero le incertezze persino dei più scettici (anche se in pochi saranno capitati qui per caso...).

Due minuti di pausa e le emozioni continuano a scorrere sulle sentite note di "Still Life", dove la voce diventa ancora più protagonista, prima di chiudere i giochi (ma Brett promette che ritorneranno a Roma) con quella "New Generation" che si impose come uno dei più luminosi inni generazionali della scena brit anni 90.
Ci hanno catapultati indietro nel tempo, ed è stato bello, ma Suede e Stereophonics sono vivi e vegeti, non certo musicisti che vivacchiano di rendita sul glorioso passato, e dimostrano di sapersi divertire ancora parecchio, anche a giudicare dalle camicie da strizzare. Stasera non solo avranno rafforzato l'amore dei propri fan presenti ma, ne siamo certi, ne avranno senz'altro conquistati di nuovi.

Setlist

SUEDE Setlist

Introducing the Band
Filmstar
Trash
Animal Nitrate
We Are The Pigs
By The Sea
She's In Fashion
The Drowners
Killing Of A Flashboy
Can't Get Enough
I Can't Give Her What She Wants
Everything Will Flow
So Young
Metal Mickey
Beautiful Ones
... ...
Still Life
New Generation

STEREOPHONICS Setlist

C'est la vie
I Wanna Get Lost With You
The Bartender and the Thief
Have a Nice Day
I Wouldn't Believe Your Radio
Maybe Tomorrow
Local Boy In The Photograph
Mr. and Mrs. Smith
Mr. Writer
Indian Summer
Graffiti on the Train
White Lies
Sunny
Just Looking
Dakota

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