07/04/2016

Winstons

Planet, Roma


Il primo giro di concerti era andato troppo bene per poter essere definitiva la decisione di decretare la fine dell’avventura Winstons. E così il supergruppo, nato come divertissement per riempire alcuni piccoli vuoti nelle carriere di Enrico Gabrielli e Roberto Dell’Era, sta diventando lentamente un affare sempre più serio, sempre più centrale nelle loro vite artistiche.
Sì, perché il disco d’esordio sta andando molto bene, piace un po’ a tutti, quindi alla prima occasione utile il trio ha organizzato sette serate in sette giorni, per riportare quelle tracce in giro per la penisola, e cercare di allargare il giro di estimatori.

Al banchetto del merchandising si trova anche una bella novità: un disco dal vivo (nel formato cd + dvd) nuovo di zecca che immortala l’esibizione avvenuta all’Angelo Mai di Roma lo scorso 22 gennaio.
Il ritorno nella Capitale stavolta avviene invece al Planet, l’ex-Alpheus, e vede prima di loro sul palco esibirsi il trio (basso, synth e batteria) neo-prog Zoo di Berlino, che riscalda l’ambiente con quattro efficaci brani strumentali del proprio repertorio.

Poi la scena è tutta per i Winstons, che riproducono in versione live la stessa sequenza dell’unico album sin qui realizzato, con l’aggiunta di un paio di cover: “Tomorrow’s People” un ricercato ripescaggio del 1970 ripreso dagli ex-King Crimson McDonald and Giles, e “Golden Brown” degli Stranglers, posta in chiusura del set.
Tanta qualità su questo palco, tantissimo talento, con Gabrielli abile come sempre a districarsi fra sassofoni, flauti traversi e sintetizzatori vintage, e questa volta impegnato anche in qualche pezzo alla voce.

E’ lui il centro focale del progetto, ma non è certo secondaria la figura di Roberto Dell’Era, che canta almeno la metà dei brani, imbraccia il basso che lo ha reso famoso negli Afterhours, giochicchia con synth e tom, sempre istrionicamente carismatico, abilissimo nel rapportarsi simpaticamente con il pubblico in sala.
Lino Gitto è una certezza dietro la batteria, anche lui interviene a cantare alcuni brani con voce sicura, e si scambia i ruoli con Enrico in un paio di tracce.

Quello dei Winstons è un piacevole caleidoscopio di suoni che attraversa la psichedelia, il sixties pop, la Scuola di Canterbury e miscela il tutto con l’aggiunta di qualche lieve reminiscenza prog.
Dalla beatlesiana “Play With The Rebels” alla lisergica “…On A Dark Cloud”, da una “She’s My Face” smaccatamente Doors, al mix di space-rock e jazz abilmente centrifugati in “Diprotodon”, non ci sono pezzi deboli nei brani prodotti da questa formazione dal songwriting sopraffino, che al momento dimostra di non avere potenziali limiti ragionevolmente individuabili.

Se continueranno, anche soltanto nei pochi ritagli di tempo, a suonare assieme, e a produrre nuovo materiale, ne vedremo senz’altro delle belle, magari persino oltre i nostri angusti confini.
Perché Gitto e Dell'Era sono performer di caratura internazionale, e il genio di Gabrielli non ha niente da invidiare a qualsiasi Kevin Parker di turno (e PJ Harvey deve essersene accorta...).

(Nella foto: Roberto Dell'Era)

Setlist

Setlist Winstons


Nicotine Freak

Diprotodon

Play With The Rebels

…On A Dark Cloud

(instrumental improvisation)

She’s My Face

A Reason For Goodbye

Dancing In The Park With A Gun

Tomorrow’s People (cover McDonald and Giles)

Viaggio nel suono a tre dimensioni

Tarmac

.... .... 

(instrumental improvisation)

Number Number

Golden Brown (cover Stranglers)

 

Setlist Zoo di Berlino

Su.Sy

Mog

L’Internazionale (ZdB)

L’elefante bianco

Winstons su Ondarock

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