28/12/2017

Silvestri Consoli Gazzè

Auditorium Parco della Musica, Roma


È una formula collaudata quella a tre che Daniele Silvestri e Max Gazzè testarono con grande successo già nel fortunato tour del 2014-2015 assieme a Niccolò Fabi, con tanto di disco condiviso. Oggi Carmen Consoli (che a sua volta nel 2001 la sperimentò in coabitazione con Gazzè e Paola Turci) prende il posto di Fabi e l’esperimento si ripete, per ora limitato a quattro date a cavallo fra Natale e Capodanno, tenute presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, dopo il prologo estivo in quel di Barolo.
Tre cantautori, tre musicisti sensibili, riuniti con l’obiettivo di dar vita a una vera e propria band: Silvestri tastiere e chitarre, Consoli chitarra, Gazzè basso, più l’innesto di un percussionista (Arnaldo Vacca) e di un polistrumentista che si è occupato in particolare della sezione fiati (Max “Dedo” De Domenico).

L’atmosfera, inizialmente rilassata, si è movimentata non poco cammin facendo, le tracce - riarrangiate per l’occasione - si sono spesso schiuse verso orizzonti elegantemente jazzy, lo scenario durante lo svolgimento dello spettacolo è mutato più volte, ora intimo e ora sfrenato, ora acustico e ora ravvivato da moderate linee elettriche.
Le luci, semplici ma molto efficaci, quasi sempre incentrate su sfumature di blu e rosso, hanno reso ancor più emozionanti le esibizioni, dalle quali è emersa una grande complicità fra i tre protagonisti, spesso intenti a scambiarsi le parti cantate, dimostrando tutta la loro complementarità.

Si parte in maniera soffusa con i tre che, ognuno in solitudine, propongono un brano a testa dal repertorio meno noto, poi è la Consoli a giocarsi le prime carte buone, con “Fiori d’arancio” che immediatamente alza i toni, e di lì a poco con uno dei momenti più emozionanti della serata, “Parole di burro”.
Saranno le canzoni di Carmen le più sentite della serata, mentre Silvestri (la sua “L’autostrada” è comunque fra i momenti topici dello show) e Gazzè punteranno su soluzioni allegre e “popolari” (“Il timido ubriaco”, “Cara Valentina”, “Occhi da orientale”).

In tutto trenta canzoni, quasi tre ore di spettacolo, la travolgente simpatia di Silvestri, la saggezza di Carmen, l’istrionicità di Gazzè, ognuno musicalmente al servizio degli altri, facendo procedere a braccetto tradizione (romana e siciliana) e contemporaneità.
Dopo l’esecuzione de “Il mio nemico” arriva il divertente siparietto con il trio seduto al tavolo, mangiando qualche olivetta e sorseggiando un drink, discorrendo di musica: la Consoli rimprovera Silvestri di essere troppo intellettuale, consigliandogli di interpretare i propri brani con piglio r&b.

Il discorso sfora su X-Factor e da lì i tre a rotazione si mettono scherzosamente alla prova presentandosi al cospetto di una finta giuria che dovrà giudicarli, eseguendo tre cavalli di battaglia: “La paranza”, “Amore di plastica” (da brividi) e “Una musica può fare” (col solo accompagnamento del basso).
Poi si riparte mettendo in sequenza i tormentoni di Daniele (“Salirò”, “Cohiba”) la leggerezza intimista di Max (“Mentre dormi”) e i ricordi siciliani di Carmen (“In bianco e nero”, “’A finestra”), sino all’immancabile urlo liberatorio di “Testardo” (“ecco perché mi piace suonare a Roma”, afferma un visibilmente soddisfatto Silvestri). C’è spazio ancora per “La vita com’è”, poi partono gli abbracci e i ringraziamenti, e un ultimo brano prima di far scendere il sipario, un omaggio a Franco Battiato, “Stranizza d’amuri”, per chiudere in bellezza uno show che meriterebbe di non restare un esperimento isolato.

Setlist

Questo paese

Sorriso di Atlantide

Sirio è sparita

 

Fiori d’arancio

Strade di Francia

Parole di burro

Le cose in comune

L’amore pensato

Mandaci una cartolina

Il timido ubriaco

Mio zio

L’autostrada

L’ultimo bacio

Vento d’estate

Cara Valentina

Occhi da orientale

Comunque vada

Il mio nemico

 

Collisioni Music Factor:

La paranza

Amore di plastica

Una musica può fare

 

Sotto casa

In bianco e nero

Salirò

Mentre dormi

‘A finestra

Cohiba

Testardo

La vita com’è

 

Stranizza d’amuri

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