28/02/2018

Alvvays + Spinning Coin

SO36, Berlino


Sembra ieri che gli Alvvays calcavano i primi palchi delle prime venue sold out al di fuori dal patrio Canada, e invece da quel primo delizioso disco e dal primo tour lontano da casa sono passati quasi quattro anni. A dire il vero l’esperienza accumulata si vede tutta. Un tempo timidi e impacciati, Molly e i suoi hanno intrattenuto il pubblico di un covo rock storico come il SO36 di Kreuzberg – è qui che i vari David e Iggy bazzicavano durante la loro salvifica permanenza berlinese e che si scrivevano pagine su pagine di storia della Neue Deutsche Welle – come fosse niente, non solo con la loro ottima musica, ma anche con battutine e simpatici aneddoti.

Ma andiamo per ordine, che l’opening act è stato davvero degna di nota. Uniti agli Alvvays dagli intenti indie-pop e dalla smisurata passione per l’universo C86, gli scozzesi Spinning Coin hanno confermato live la buonissima impressione che ci avevano fatto lo scorso anno con “Permo”, il loro primo Lp. Anzi, dal vivo le loro trame chitarristiche e il gioco tra le due voci, una più adulta e smaliziata e una più greve e melanconica, sono risultati ancora più dinamici e frizzanti. Insomma, avere l’onore di aprire le date di veterani power-pop come i loro concittadini Teenage Fanclub deve aver giovato non poco alla loro attitudine sul palco. “Sleepless” è stata deliziosa, la più fuzzata “Money Is A Drug” altrettanto e così via; tanto che anche i numerosi membri del pubblico che prima di questa sera non sapevano chi gli Spinning Coin fossero hanno caldamente invocato qualche pezzo in più.

Niente da fare, in quanto a timing le venue tedesche non scherzano; se gli Alvvays devono essere sul palco alle nove in punto, gli Alvvays saranno sul palco alle nove in punto. E così, proprio a quell’ora, eccoli lì, in fondo al lungo e stretto SO36 con le Fender già in braccio e le loro facce acqua e sapone. Ha aperto la setlist una “Hey” energica e ritmata, che, trascinata dalle tastierine vintage della spilungona Kerry, è servita a Molly per scaldarsi la voce. Di estratti dall’ultimo “Antisocialites” ne sono seguiti altri otto, segno che i ragazzi di Toronto credono fermamente nel loro ultimo lavoro. La scelta ha dato loro ragione; grazie anche alle pochissime differenze stilistiche tra i due lavori, le canzoni di entrambi sono state accolte dal pubblico con lo stesso piacere. E del resto come fai a non scioglierti con una melodia carezzevole e fluida come quella di “Dreams Tonite”, sulla quale si sono viste mani stringersi e testoline appropinquarsi l’una all’altra, lente. “Archie Marry Me” – vero e proprio tormentone del loro primo Lp, nonché una delle più belle canzoni indie-pop della decade in corso – l’hanno cantata anche i muri, così come tutti hanno alzato le mani sul finale, affidato alla più solenne “Party Police”.
Inevitabile, dunque, l’encore, composto da una bella cover di “Blue” delle Elastica e dal buon vecchio singolone “Next Of Kin”, che ha permesso ancora una volta ad Alec di deliziare la platea con i suoi fantasiosi sfizi chitarristici.

Questa serata al SO36 ha rimarcato che live la musica degli Alvvays non perde nulla della sua essenza pura e tenera, quella di una carezza melodica capace di scaldare i cuori e ridestare i ricordi più dolci, pure quando - come questa sera - fuori ci sono quasi meno quindici gradi centigradi.

Setlist

  1. Hey
  2. Adult Diversion
  3. In Undertow
  4. Plimsoll Punks
  5. Lollipop (Ode to Jim)
  6. Not My Baby
  7. Saved By A Waif
  8. Forget About Life
  9. Your Type
  10. Ones Who Love You
  11. Atop a Cake
  12. Archie, Marry Me
  13. Pecking Order
  14. Dreams Tonite
  15. Party Police
  16. Blue (Elastica cover)
  17. Next of Kin

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