3-6/11/2022

C2c Festival

Lingotto/O.G.R., Torino


Un luogo pensato per aprire le menti e incontrare il futuro. Questo è il Club2Club, festival torinese giunto all’edizione numero venti, dopo due annate a mezzo servizio causa pandemia. Un luogo nel quale, partendo da una consolidata matrice aggregante elettronica, sono le contaminazioni a dettare le scelte, comprese le più ardite. Un luogo nel quale tutto è concepito per sentirsi nel futuro, persino quando gli elementi musicali attingono dal passato. Un festival perfettamente integrato nella realtà di Torino, città monumentale, ricca di storia, ma al contempo simbolo di modernità e dal profilo spiccatamente europeo. Non è un caso se proprio nel capoluogo piemontese da anni si rincorrono eventi culturali come in nessun’altra località italiana. Persino il concetto di “Festival musicale”, secondo il format oggi più in voga, viene espresso con continuità soltanto da queste parti: non una mera rassegna di concerti disseminati nell’arco di settimane, se non mesi, ma una full immersion concentrata in due o tre giorni. Così vengono disegnati TOdays, Jazz Is Dead, Movement, Kappa Futur, Torino Jazz e, ovviamente, C2C, un’eccellenza di livello internazionale che ogni anno si ripete durante il primo weekend lungo di novembre.

 

Partito inizialmente come appuntamento itinerante (con tanto di bus organizzati per trasferire il pubblico da un locale all’altro) il C2C si è da tempo stabilizzato attorno a due location che ricordano la vocazione industriale di Torino: vecchi capannoni ristrutturati con spirito modernista ma preservando la matrice storica del luogo (nel caso delle O.G.R., Officine Grandi Riparazioni), oppure enormi spazi destinati abitualmente a mostre ed eventi (nel caso del Lingotto Fiere). In entrambe le situazioni parliamo di luoghi unici, perfettamente funzionali, in grado di accogliere comodamente diverse migliaia di persone, strutture tanto ampie da far quasi dimenticare di trovarsi in un ambiente chiuso. Per tre lunghe serate (più un’appendice domenicale) il cartellone del C2C, come al solito di grandissima qualità, unisce in maniera del tutto naturale avant-pop e club culture, stelline nascenti e realtà consolidate, mainstream e sperimentazione.

 

C’è l’elettronica più ostica e avanguardistica (gli Autechre che suonano immersi nel buio più totale) e quella che abbraccia elementi della cultura popolare (i dj-set dei Nu Genea ripescano dagli anni Ottanta di “De nuevo tu” e dai Novanta di “The Rhythm Of The Night”), il jazz iper-tecnico e sofisticato di Makaya McCraven e il reggaeton tutto sole e sesso di Yendry, l’ambient ultra-ricercato di Caterina Barbieri e lo slancio indie dei Jockstrap, la drill guerrigliera di Blackhaine e l’hip-hop contemporaneo di Pa Salieu, lo show totale e fluid di Arca e le armonie vocali di Lyra Pramuk. E poi tanti pezzi di storia, più o meno recente, della scena electro mondiale, da Caribou ai Bicep, da Jamie XX a Kode9, e dj-set per accompagnare il pubblico fino quasi alle luci dell’alba. Di seguito abbiamo riassunto le esibizioni che secondo noi hanno maggiormente contrassegnato questa edizione 2022.

aya – Giovedì 3 novembre – O.G.R.

 

La producer inglese Aya Sinclair, autrice di uno degli esordi elettronici più interessanti del 2021 (“im hole”, su Hyperdub), ha l’onore e l’onere di tenere a battesimo l’edizione del ventennale con un set nervoso e disorientante, in grado di oscillare tra lo spoken word (una voce traslata, effettata, distorta, che caratterizzerà la sera successiva anche lo spettacolo di Blackhaine), la dimostrazione di forza nel gestire le macchine e la performance corporea solo apparentemente inquadrabile come balletto. Un inizio aggressivo, mascherato dall’urgenza di raccontare e raccontarsi al pubblico, che gioca a svelare progressivamente il volto dell’artista dietro il cappuccio e gli occhiali, mentre l’algido incastro di beat psichedelici e destrutturati sintetizza splendidamente lo stato della scena post-club attuale.

Caribou

 

Lyra Pramuk – Giovedì 3 novembre – O.G.R.

 

Inseguiti per tutta la sera dalla sensazione di averla avuta seduta al tavolo di fianco al nostro in pizzeria prima dello show, scopriamo nella performer americana - ma berlinese d’adozione - la capacità di tradurre anche in presenza scenica una vocalità complessa (spesso elaborata digitalmente, e sorretta da pochissimo altro), il cui intento è talvolta quello di indagare, al pari di Holly Herndon (le due hanno collaborato in passato), il rapporto essere umano-tecnologia. Il risultato è affascinante quando si spinge verso una sperimentazione tout-court in zona Stratos (Demetrio) o un tentativo di dare vita alla versione artificiale di Enya, ma a tratti stancante per via di un’esposizione dei temi sempre basata sullo schema voce + mutazione + richiamo ancestrale.

 

ARCA – Giovedì 3 novembre – O.G.R.

 

La serata del giovedì, la più breve ma non per questo meno interessante, è quella dal taglio maggiormente fluid. Set aventi come comun denominatore la presenza di un solo artista sul palco, accompagnato esclusivamente da macchine. Fra le sperimentazioni elettroniche di aya, quelle vocali di Lyra Pramuk e la selezione techno oriented proposta da Spiritual Sauna, si è inserita l’artista più attesa della giornata. Arca non ha deluso le aspettative, confezionando uno show che ha miscelato dj-set, brani cantati e aspetti performativi. Vuoi che selezioni un remix di “Die Another Day” di Madonna, che lanci vernice rossa su pannelli di vetro poi gettati in terra con violenza, oppure che canti alcune tracce estratte dei propri dischi, Arca annienta il pubblico, che risponde adorante, specie durante la doppietta “Prada” / “Rakata”, che resterà fra i momenti più iconici di questa edizione. Il pubblico stasera è qui soprattutto per lei, un simbolo per tanti giovani, per il coraggio di affrontare senza alcun tabù il complicato percorso di transizione.

Autechre – Venerdì 4 novembre – Lingotto – Room 2

 

Chi aveva già assistito alla performance del duo inglese nell’edizione 2016 sapeva quanto il rischio di trovarsi di fronte allo stesso tipo di esperienza fosse alto. Se si esclude infatti l’orario dell’esibizione - le 20,30 quest’anno, le 4 del mattino nel 2016 – si può dire che non ci sono state molte differenze tra i due act. Lo stesso buio profondo a circondare palco e pubblico, la stessa glaciale assenza di relazione tra i due. La presenza degli Autechre al Festival è sostanzialmente quella di uno spirito che alberga in una casa secolare: se si manifesta, non è chiaramente visibile. Ne fai esperienza soltanto in virtù di quello che esce dall’impianto, a sua volta sovrannaturale, o quantomeno non umano. Potrebbe essere musica suonata da macchine per altre macchine, oppure la fedele trasposizione sonora di un alterco tra due androidi in cerca di spasmodica attenzione. Quel che è certo è che quanto successo qui, ancora una volta, appartiene a un contesto oscuro e distante, non instagrammabile e non fotografabile (proprio perché tutto immerso nel buio più totale), un universo sensoriale al quale gli esseri umani non possono ancora accedere in toto. Musica dal futuro che racconta le distorsioni del nostro presente, o anche il contrario, ma sempre incredibile.

 

Caribou – Venerdì 4 novembre – Lingotto – Main Stage

 

Dan Snaith è un amico di lunga data del C2C, frequentato in passato anche con l’altro moniker Daphni. Il suo set, composto da musicisti in formazione basso, chitarra, batteria e tastiere, ha la particolarità di predisporre subito un terreno fertile per una larga fetta di pubblico, nella quale si ritrovano contemporaneamente gli aficionados del clubbing, gli esigenti dell’electro più stylish e immediata, e i patiti dell’alt-pop. Il main stage per la prima volta è infatti gremito come si conviene alle occasioni speciali, e Dan ricompensa tutti con estratti del suo recente “Suddenly” (pubblicato nel 2020) uniti a quelli del repertorio più noto (“Can’t Do Without You” su tutti). La formula è collaudata e l’intrattenimento è servito su un piatto d’argento, insieme al set di luci e proiezioni particolarmente azzeccato.

Jamie XX – Venerdì 4 novembre – Lingotto – Main Stage

 

Subito dopo, ancora sul main stage, è il momento per un altro grande habitué del Festival, che già nel 2015 e nel 2018 ha regalato dj-set piuttosto memorabili. Come sempre sovrastato dalla sua glittering ball, Jamie riesce a “fiutare” la sala (il vero compito di ogni dj) permettendosi il lusso di far ballare anche senza una cassa dritta a sostenere il beat. Classe indiscutibile, ma anche buon gusto, in virtù di una cultura musicale che non guarda solo al dancefloor, e di una capacità indiscussa nell’estrapolare elementi di groove da una gran pletora di sonorità e influenze diverse.

Jamie XX

 

Kode9 – Venerdì 4 novembre – Lingotto – Stone Island Sound Stage

 

E restiamo al tema degli amici (questa è evidentemente la serata giusta) con il set di uno che non avrebbe bisogno di alcuna presentazione, tanta è la sua centralità nel mondo dell’elettronica degli ultimi vent’anni. Steve Goodman torna a Torino dopo l’esibizione a sorpresa del 2018 – per quell’occasione posizionato incredibilmente dopo l’overdose sensoriale di un Aphex Twin in stato di grazia – e lo fa con un taglio aggressivo, a tratti anche poco friendly, equamente declinato secondo il verbo drum’n’bass + hardcore + dubstep + jungle. L’esperienza del maître à penser della Hyperdub si fa sentire nella capacità di infilarsi in derive destrutturate senza mai perdere il senso del groove e, soprattutto, senza sembrare scontato (le sonorità jungle, in mani sbagliate, possono apparire improponibili). Il dancefloor visto attraverso i suoi occhialetti, e ascoltato attraverso le sue cuffie, è un modo per riconciliarsi con la parte più acida del clubbing, quella descritta dall’hardcore continuum di Simon Reynolds, e adattata alla schizofrenia e alle patologie social del nuovo millennio.

 

MAKAYA McCraven – Sabato 5 novembre – Lingotto – Main Stage

 

Il jazz al C2C quest’anno è degnamente rappresentato da due set proposti alla medesima ora: il venerdì alle 19,30 ci sono gli italiani 72-Hour Post Fight, il giorno successivo è la volta del batterista inglese, una delle superstar della sua generazione, quella che ha trovato in Shabaka Hutchings il proprio rappresentante più noto e celebrato, la punta dell’iceberg della nuova scena londinese, che allinea una serie interminabile di nomi interessanti.
McCraven si esibisce con un quartetto composto – oltre che da lui – da un bassista, un chitarrista e un trombettista che si occupa anche delle percussioni. Un set inappuntabile ed energetico, schedulato quando la maggior parte del pubblico deve ancora arrivare, posto a quell’ora per fare in modo che nessuno si trovi là per caso: soltanto chi è davvero interessato ad ascoltarlo, evitando gli sguardi strani e il chiacchiericcio di coloro che vanno al C2C soltanto per ballare. Una conferma per chi ha mandato a memoria i dischi di Makaya, una straordinaria sorpresa per coloro che ancora non lo conoscono. Il quartetto suona in maniera divina, lui è una vera forza della natura. Si rivelerà uno dei momenti qualitativamente ed emotivamente più alti di questa edizione.

 

BICEP – Sabato 5 novembre – Lingotto – Main Stage

 

Il Lingotto è organizzato in due room, Una ospita lo Stone Island Sound Stage, nel quale nel day 3 si alternano esclusivamente dj-set (fra i quali spiccano quello di Deena Abdelwahed e i due proposti dai Nu Genea, che riempiranno quasi completamente la sala), l’altra ospita il Main Stage, che avrà fra i protagonisti Yendry, Pa Salieu e Caterina Barbieri, i quali non riusciranno a competere in termini di affluenza con la stanza accanto ma se la giocheranno (vincendo a mani bassi) a livello di qualità ed eterogeneità della proposta. Yendry è la piacevole novità, una giovane dominicana trasferitasi da tempo a Torino che unisce elettronica e r&b ai suoni più o meno tradizionali della sua terra d’origine (reggaeton, bachata, merengue). I suoi riferimenti più evidenti sono Rosalia e Beyoncé: ne risentiremo parlare. Pa Salieu si conferma fra i migliori rappresentanti del nuovo hip-hop, quello meno scontato, Caterina Barbieri ammalia i presenti con la sua ambient immersa fra le nuvole.
Ma i veri trionfatori della seconda parte della serata sono i Bicep, in un set coloratissimo, animato da visual elettrizzanti e da un sound caratterizzato da non pochi punti di contatto con i Chemical Brothers, ma con molte meno varianti da mettere sul tavolo. Non c’è mai il rischio di annoiarsi, semmai sarà il successivo dj-set proposto da Romy ad apparire deboluccio, ma per molti il C2C del ventennale finisce qua, dopo essere stati inondati dai laser bianchi, rossi e blu del duo britannico.

 

In ricordo di Mimi

 

Il pomeriggio del 6 novembre, quando si consumano gli ultimi eventi domenicali e molti di coloro che hanno partecipato al C2C sono ancora sulla via del ritorno verso casa, giunge la notizia della scomparsa, a causa di un tumore, di Mimi Parker, batterista e voce femminile dei Low, la band che negli anni Novanta mostrò al mondo un nuovo modo di fare musica, definito “slowcore”. I Low avrebbero dovuto esibirsi al C2C, ma soltanto poche settimane prima del Festival la loro presenza era stata cancellata a causa delle avverse condizioni di salute di Mimi. Nel 2019 i Low avevano estasiato la platea del TOdays, sempre a Torino, con un concerto rimasto nell’immaginario collettivo come uno dei più emozionanti di tutte le edizioni. Mimi è stata una musicista dalla sensibilità rara, che non dimenticheremo mai. Il nostro ricordo finale dell’edizione 2022 del C2C non può che essere per lei.

C2C Main Stage

Setlist

Giovedì 3 novembre - O.G.R.


22,00 - Aya

23,05 - Lyra Pramuk

00,25 – Arca

02,00 - Spiritual Sauna

  

Venerdì 4 novembre - Lingotto

18,30 - Sara Berts (Main Stage)

19,30 - 72-Hour Post Fight (Main Stage)

20,30 – Autechre (Room 2)

21,35 - Elena Colombi (Stone Island Sound Stage)

21,45 – Jockstrap (Main Stage)

22,45 – Blackhaine (Stone Island Sound Stage)

23,15 – Caribou (Main Stage)

23,50 - Jeff Mills (Stone Island Sound Stage)

01,00 - Jamie XX (Main Stage)

01,35 - Kode9 (Stone Island Sound Stage)

03,00 - Two Shell (Main Stage)

03,05 - Bill Kouligas (Stone Island Sound Stage)

  

Sabato 5 novembre - Lingotto

1830 - Stefania Vos (Main Stage)

19,25 - Renato Liotta: Ondina (Stone Island Sound Stage)

19,30 - Makaya McCraven (Main Stage)

20,00 - Nu Genea (Part I) (Stone Island Sound Stage)

21,00 - My Analog Journal (Stone Island Sound Stage)

21,10 – Yendry (Main Stage)

22,20 - Pa Salieu (Main Stage)

22,30 - Deena Abdelwahed (Stone Island Sound Stage)

23,35 - Caterina Barbieri (Main Stage)

00,15 - Nu Genea (Part II) (Stone Island Sound Stage)

00,45 – Bicep (Main Stage)

03,00 – Romy (Main Stage)

03,00 - DJ Plead (Stone Island Sound Stage)

C2C Festival su Ondarock