15/07/2022

The Smile

Ferrara Summer Festival, Piazza Trento e Trieste, Ferrara


And, when it once is smil’d,
There’s an end to all misery
Da “The Smile" di William Blake (“The Pickering Manuscript”, 1803 ca.)

Spesso si ha la tendenza a cristallizzare un gruppo o un artista in un album o in una manciata di brani, dimenticando tutto quello che vi sta intorno, in primis il talento delle persone stesse coinvolte nel progetto, e ciò non è sempre un bene, tutt’altro. Crossover tra Ferrara Summer Festival e Ferrara Sotto Le Stelle, la bella cornice di Piazza Trento e Trieste, a lato della maestosa Cattedrale di San Giorgio, ha visto come ospiti internazionali di spicco The Smile: non il sold-out che molti si sarebbero aspettati, probabilmente perché, sebbene il trio sia a trazione Radiohead, data la presenza di Thom Yorke e Jonny Greenwood, è ormai chiaro che non siano previste, e non lo saranno mai, cover degli alfieri alt-rock dell’Oxfordshire, come del resto non tutti i fan potrebbero essere a conoscenza dell’attuale side-project, che include Tom Skinner dei Sons Of Kemet alla batteria.

 

In ritardo di circa un quarto d’ora rispetto alla tabella di marcia, causa sole cocente che non accennava a calare, a fare gli onori di casa è il dj-set a cura del compositore e polistrumentista Robert Stillman, nome noto nell’attuale panorama jazz e collaboratore del trio nell’album “A Light For Attracting Attention”, il cui obiettivo è creare storie armoniche e misteriose, comunicando messaggi di pace e speranza. L’inizio è in salita, con parti leggermente soporifere in cui armeggia con le sue musicassette in console (c’era chi si faceva gli affari propri nel mentre, e chi mentiva), si rivelano invece decisamente migliori i momenti in cui l’artista si affianca ai panorami sonori preconfezionati con delle improvvisazioni al sax.

 

Gli Smile vengono accolti calorosamente sul palco con in sottofondo la voce profonda e solenne di Cillian Murphy che recita la meravigliosa poesia “The Smile” di William Blake. Yorke si siede al piano per “Pana-Vision”, partenza graduale verso i ritmi più sostenuti e i giochi di luce (e di batteria) dell’efficace “Thin Thing”, e il basso in primo piano e i guitar riff isterici di “The Opposite”. Thom accenna a più riprese a scherzare e interagire in italiano con il pubblico, alternandosi continuamente tra piano, tastiere, sequencer, chitarra e basso con Greenwood, sempre con il capo chino e il volto nascosto dall’iconico ciuffo, mentre Skinner, macchina da guerra perfetta alle percussioni, si diletta anche in qualche coro o alle tastiere.



Il terzetto svolge un percorso ben equilibrato tra il falsetto della minimale e nostalgica “Speech Bubbles”, dove Greenwood si destreggia tra sequenziatore e arpa, la gemma “Free In The Knowledge”, arricchita da una coda strumentale collegata alla successiva “A Hairdryer”, dai toni molto più alti e bistrattati rispetto all’album. La suspence delle tastiere di “Waving A White Flag” e la lenta “Bending Hectic” lasciano spazio alla frenetica “We Don't Know What Tomorrow Brings” e “Skrting On The Surface”, raggiungendo l’apoteosi con le sessioni strumentali di una nuova traccia, suonata per la prima volta la sera precedente al Fabrique a Milano, presentata in italiano da Thom come “sotto il nostro cuscino”, sebbene nel testo la frase ripetuta sembri essere “Under Your Pillow”.

 

Fanno seguito il basso jazzato di “The Smoke” e l'infuocata “You Will Never Work in Television Again”, che vede sul palco il ritorno di Robert Stillman, presente nel pezzo in questione anche su disco. L’encore successivo comprende “The Same”, accompagnata dal battimani del pubblico, le ancora inedite ma promettenti “Bodies Laughing” e “Just Eyes And Mouth”, e la chiusura con un brano di Yorke solista, una trascinante e jammata “Feeling Pulled Apart By Horses”.
La magnetica premiata ditta Yorke-Greenwood-Skinner regala un ottimo spettacolo per gli occhi e per la mente, senza mai perdere un colpo e l’attenzione del suo pubblico, a ulteriore prova che il trio non abbia bisogno di nessuna “Creep” o “Paranoid Android” per riuscire a sorprendere dal vivo.