25/03/2023

Måneskin

Palazzo dello Sport, Roma


Il giro del mondo, il ritorno a Roma, poi subito un nuovo giro del mondo. I Måneskin tornano a casa dopo essere diventati per tutti, ovunque, i Måneskin. Due serate sold-out al Palazzo dello Sport dell’Eur, poi via di corsa perché c’è un World Tour appena annunciato da affrontare, che li porterà in ogni angolo del globo, dalle Americhe all’Australia, passando per Giappone e Singapore, con corredo del passaggio al Primavera Sound Festival (sia a Barcellona che a Madrid) e a Glastonbury. Situazioni che non zittiranno certo chi li dava per finiti già ai tempi di X Factor, senza futuro dopo l’affermazione sanremese, incapaci di scrivere canzoni proprie dopo le tante apparizioni sul suolo americano, dove alle rock band italiane non si attribuisce di solito particolare credibilità. Eppure i ragazzi, nonostante scetticismi, illazioni e detrattori, proseguono il proprio percorso, che resta nella fase di crescita esponenziale.

 

Se le opinioni sui loro lavori in studio possono essere, giustamente, contrastanti, su quello che è il loro show proposto dal vivo c’è davvero ben poco da contestare. Ed è una sorpresa, anche per chi da più parti ha già sentito parlare benissimo della trasposizione live dei Måneskin. I quattro tengono il palco in pugno, divinamente, muovendosi da rockstar navigate e suonando in maniera ineccepibile e, almeno per quanto si possa constatare dagli spalti, senza alcun "aiutino". Lo spettacolo è di livello internazionale, con effetti luce coinvolgenti e un suono molto potente.
Sulle canzoni, beh, possono non piacere, ma dal vivo guadagnano in tiro e cattiveria, ricordando a tratti un sound non troppo distante - consentitemi il paragone, giusto per far comprendere quantomeno l'intenzione - dagli Smashing Pumpkins più hard, quelli degli anni Novanta, tanto per intenderci.

Scaletta organizzata per bene, con avvio iper-energico e le tracce più famose intervallate ad alcune meno appariscenti, ma già ben rodate, contenute nel nuovo “Rush!”, album che ovviamente caratterizza la scaletta con 14 brani eseguiti sui 22 complessivi, più un paio di interventi strumentali. I primi due minuti del concerto si svolgono con le figure dei quattro musicisti proiettate sul grande sipario rosso che tiene inizialmente celato il palco. Poi giù il telone, Damiano si aggrappa al microfono che scende dall’alto per intonare le strofe di “Don’t Wanna Sleep”, alla quale fanno subito seguito due fra le song più amate dal pubblico: “Gossip” e “Zitti e buoni”. Una partenza bella dritta, con il primo momento meno affilato che giunge sulle note di “Coraline”, sotto un diluvio di cellulari accesi.

Da “Bla Bla Bla” in poi, inizia la sequenza di crowdsurfing. A rotazione Damiano, Victoria e Thomas si avvicinano alla transenna e si gettano in mezzo al pubblico, spesso suonando anche una canzone intera mentre la folla li trascina. Thomas è perfetto nelle vesti di guitar hero, Victoria ed Ethan assicurano un autorevole sostegno ritmico, Damiano è il frontman carismatico che tutti ormai ben conoscono.
“Gasoline” chiude la prima parte dello show, poi Damiano e Thomas si spostano su un piccolo palco secondario posto sotto la tribuna centrale, dal quale eseguono un mini-set acustico che comprende “Torna a casa”, “Vent’anni” e la cover dei Cccp “Amandoti”. Mentre voce e chitarra ritornano sul palco principale, Victoria ed Ethan si esibiscono in un assolo a due che mette in risalto la tecnica dei due musicisti.

 

Ricostituitosi il quartetto, senza sosta alcuna si parte pe la terza parte dello spettacolo, inaugurata dal superclassico “I Wanna Be Your Slave” e chiusa sulle note di “Kool Kids”, mentre a una trentina di fan delle prime file viene concesso di salire sul palco a far festa con il gruppo. Breve pausa e poi via con i bis, aperti da un assolo di chitarra di Thomas e proseguiti sulle note di “The Loneliest”. E’ uno dei momenti più intensi, il quale sfocia nella ripresa di “I Wanna Be Your Slave” che chiude la serata. Due ore esatte di spettacolo scintillante, ben organizzato ma soprattutto – ribadiamo – suonato in maniera convincente. Davvero una bella festa, alla faccia dei detrattori.

Setlist

Main Stage

Don’t Wanna Sleep

Gossip

Zitti e buoni

Own My Mind

Supermodel

Coraline

Baby Said

Bla Bla Bla

In nome del padre

Beggin’

Timezone

For Your Love

Gasoline

 

Acoustic Stage

Torna a casa

Vent’anni

Amandoti

 

Main Stage

Bass & Drums solo

I Wanna Be Your Slave

La fine

Feel

Mark Chapman

Mammamia

Kool Kids

 

Encore

Guitar solo

The Loneliest

I Wanna Be Your Slave (reprise)

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