02/04/2023

Thurston Moore

Monk, Roma


Ci sono concerti e concerti, musicisti e musicisti. Il Thurston Moore Group sul palco del Monk di Roma non è un evento qualsiasi: basti osservare il protagonista entrare in scena, con quella sua andatura ciondolante, quasi sgraziata, per percepire un’emozione e un’ammirazione fuori dal comune, e al contempo un profondo senso di rispetto, nei confronti di un artista che ha percorso da protagonista oltre quarant’anni di storia della musica rock “alternativa”. I Sonic Youth sono in naftalina, a causa del naufragio della relazione fra lui e Kim Gordon, ma i fan possono trovare conforto nelle gesta di quattro artigiani (oltre alla coppia, facevano parte della band anche Lee Ranaldo e Steve Shelley) che, ognuno seguendo la propria strada, continuano a produrre dischi di qualità.

 

Thurston Moore stasera al Monk chiude un tour europeo sigillato da due date italiane (l’altra il giorno prima a Milano): zero canzoni dei Sonic Youth in programma, come zero ce ne sono in qualsiasi set della Gordon, ma i suoni prodotti non possono che rimandare all’immaginario noise oriented costruito in tanti anni di attività dalla formazione newyorkese. Un concerto per metà composto da lunghe digressioni noise (in particolare “Venus” e la conclusiva “Locomotives”) e per l’altra metà da brani che rientrano in un quasi canonico formato canzone, ovviamente parliamo di un “formato canzone” come può essere interpretato da uno come Moore (“Hashish” e “Cantaloupe”, scritte con in testa le arie che resero immortali “Sunday” e “Sugar Kane”).

In scaletta sono state inserite anche due cover importanti e significative: la diluita ristrutturazione di “Temptation Inside Your Heart”, traccia presente nella deluxe edition di “White Light/White Heat”, quello che fu il secondo progetto dei concittadini Velvet Underground, nel lontano 1968, e una versione molto aderente all’originale di “All Apologies”, omaggio ai Nirvana interpretato da Jayan Bertrand dei Seafoam Walls, cantante e chitarrista che ha aperto la serata con un breve set per soli voce e chitarra.

Il disco più rappresentato è il più recente di Moore, “By The Fire”, mentre dai lavori precedenti viene concesso spazio soltanto a un ripescaggio da “Rock’n’Roll Consciousness”; lo show viene invece aperto dal recente singolo “Hypnogram”.
Accanto a Thurston, sul palco ci sono Jon “Wobbly” Leidecker dei Negativland, James Sedwards dei Nought e l’acclamata Deb Googe, storica bassista dei My Bloody Valentine. Energia istintiva, suono dirompente, l’intatta volontà di sperimentare coi suoni, elaborando soluzioni inusuali: queste le caratteristiche peculiari che da sempre costituiscono il mix sonoro di quella che a pieno diritto può essere ormai considerata una leggenda vivente, perfettamente a proprio agio nella dimensione raccolta assicurata da un live club.