12 artisti emergenti che hanno reso il 2014 più interessante

28-07-2014
Certi brani ti capitano tra le mani nel momento sbagliato: hai troppe cose da fare, sei sempre di corsa, in macchina ti sei fissato con un paio di gruppi e trascuri il resto, le novità si accumulano e richiedono almeno un ascolto fugace che a volte non sei in grado di concedere e decidi di procrastinare l’ascolto. L’arrivo delle vacanze in questo senso è salutare: in un paio di settimane di relax, ritorni sulle tue tracce e ti meravigli di quante cose ti siano passate inosservate. Abbiamo chiesto allora agli amici di Going Solo (blog che più di tutti si focalizza nel dare spazio alla new music sparsa per il globo) di stilarci una piccola lista di quelli che secondo loro sono gli artisti più interessanti di questa prima metà di anno.



FICKLE FRIENDS
Brighton è da considerarsi senza dubbio “place to be” per questo 2014 al giro di boa. Una miriade di band stanno cominciando a farsi largo seguendo la scia tracciata di recente dai Fear Of Men e la città è in totale fermento, tanto da poter parlare ormai di una vera e propria scena pop composta, fra gi altri da IYES, Keel Her, Hypnotized e Fickle Friends. Proprio questi ultimi sono comparsi dal nulla sul web con "Swim" e, qualche tempo dopo, "Play", due killer-songs che piantano le radici negli 80s e suonano però attualissime sulla base di un synth-pop a metà strada fra Haim e Passion Pit. Finora le release sono solo digitali su Killing Moon Records, ma tenete gli occhi puntati che è probabile che entro fine anno sarà disponibile qualcosa di ufficiale.






FAREWELL J.R.
Da Cambridge a Londra sono poco meno di 100 chilometri e saremmo quasi pronti a scommetere che in casa 4AD più di qualcuno ci sta facendo un pensierino. Lui è Nick Rainer - in arte Farewell J.R. - e il suo talento enorme consiste nella capacità di creare intorno a sé un immaginario folk che sembra prendere vita a stretto contatto con la natura e l’ambiente circostante. Atmosfere dilatate e cupe, archi, fiati e percussioni con un occhio a Bon Iver (e più in generale a quel tipo di folk che è trademark di 4AD tutta) e l’altro all’ambient-folk di gente come gli ahinoi poco conosciuti Fredrik. Il nuovo EP (il secondo dopo il più tradizionale Health dello scorso anno), intitolato and still.. è uscito il 21 di aprile per Talking Shop Records.






IYES
Il sodalizio tra musica e passione è un connubio riscontrato spesso quando si parla di pop music, e il dualismo tra l’erotica voce di Melis Soyaslanova e quella ugualmente calda di Josh Christopher (in arte IYES) ripercorre un po’ l’immaginario creato qualche anno fa dai Rhye, questa volta però in chiave electro-pop. Il duo di Brighton dopo essere rimbalzato in ogni dove con "‘Till Infinity" si è rimesso in gioco quest’anno con "Breathe" e "Toys", due pezzi ipnotici che possiedono entrambi i crismi per dividersi tra ascolti sinuosi sotto le lenzuola e nastri adesivi per ascolti compulsivi.






SALES
Il 2014 - tra le altre cose e grazie soprattutto alla spinta del solito Pitchfork - è anche l'anno di Frankie Cosmos, del ritorno di un certo tipo di songwriting minimale, filastrocchesco e non scevro di una certa naïveté, della semplicità di nuovo al centro di tutto. Accanto alla 19 enne newyorkese, battistrada di questo movimento "di rimbalzo" assieme agli affiliati Porches, troviamo pure i Sales, duo di Orlando composto da Lauren Morgan e Jordan Shih. Bastano poche note della loro "Chinese New Year" per ritrovarsi catapultati nuovamente ai tempi in cui impazzava la Juno-mania, dunque i Moldy Peaches, e però con vista spiaggia, come si deve. Inevitabile l'amore al primo ascolto.






SUNO DEKO
David Courtright - aka Suno Deko - è l’ultimo ingresso in roster Stratosfear, la label messa in piedi dai ragazzi di No Fear Of Pop che ha già messo in vetrina nomi interessanti come The Interest Group e Ships. Residente ad Atlanta, ha appena pubblicato - il 22 luglio - il primo EP dal titolo Thrown Color, quattro pezzi difficilmente catalogabili in cui a farla da padrone è la sovrapposizione di suoni e strumenti su cui si inserisce morbido l’approccio quasi-crooner di Courtright. Un chamber-folk fra i Grizzly Bear e Mutual Benefit, con qualche punta di dream-pop e un produttore, Warren Hildebrand (il boss di Orchid Tapes), che è garanzia assoluta di qualità.






YUMI ZOUMA
Gli Yumi Zouma - Charlie, Kim e Josh, terzetto a base variabile, tra Nuova Zelanda, Parigi e New York - non sono più una novità, non erano una novità nemmeno al momento della loro esplosione definitiva, lo scorso gennaio, col singolo(ne) "The Brae". La blogosfera aveva infatti già drizzato le orecchie in corso di 2013 per la demo di "A Long Walk Home For Parted Lovers", poi prontamente rimossa dal web causa accordo istantaneo concluso con Cascine, etichetta di Brooklyn, etichetta di Chad Valley, Kisses e Keep Shelly In Athens, etichetta dell'anno 2014 (e non solo per il "colpaccio" in questione). Gli Yumi Zouma di oggi sono una band dream-pop con un immaginario di fondo che richiama "i soliti 80s" ed è dunque comune a molte altre, eppure ci sono ben poche altre band dream-pop come gli Yumi Zouma. Per la cura maniacale che mettono negli arrangiamenti; per l'abilità con cui declinano la materia attraverso funky (un po' come l'ultimissimo Wild Nothing, ma meglio dell'ultimissimo Wild Nothing - che infatti li remixa mentre sono ancora dei signori nessuno) e l'R&B lato sophisti dei Rhye; per l'impressionante vicinanza (in qualità ed efficacia) di certi loro refrain a quelli degli anni d'oro dell'indie-pop, infine e semplicemente, perché un motivo ci deve essere se il compito di celebrare l'anniversario dello scioglimento dei leggendari Air France - peraltro con sample originali dati a leasing dagli stessi Joel Karlsson e Henrik Markstedt e l'onere di dover metter mano al miglior pezzo in repertorio - viene affidato proprio a loro.






BROODS
A qualche mese dai primi singoli i Broods sono ormai molto più che una gloriosa scoperta. Con già un EP all’attivo uscito ad inizio anno e l’imminente debut in uscita a fine agosto, il duo neozelandese composto dai fratelli Giorgia e Caleb Nott è pronto a scalare le classifiche della pop music. Artefice dei loro incandescenti singoli già pubblicamente dichiarati hit, non è solo il lavoro in cabina di regia di Joel Little (già su "Pure Heroine" di Lorde) ma anche la loro capacità di trascendere i confini introspettivi ed esuberanti del pop, come già facero i Chvrches lo scorso anno, mischiando con intelligenza delicate ballad notturne ("Sleep Baby Sleep") ad esuberanti onde di synth-pop e drum pad palpitanti ("L.A.F").






FRAME
Proveniente dalla scena DIY di Brooklyn, Caitlin Frame ci ha messo davvero poco per imporsi come uno dei nomi pop sui quali tenere ben puntati i riflettori. Un paio di singoli estremamente azzeccati e una vocalità ricca di sfumature, capace di elevarsi sopra le media: non è occorso altro. Dal punto di vista musicale, pur dichiarando fra le proprie fonti d’ispirazione band più che importanti dei magici anni Ottanta (Blondie, Siouxsie), Caitlin ci ricorda molto gente che ha segnato invece la decade successiva, come Coors, Cardigans, Sixpence None The Ritcher. Insomma quelle band che facevano molto bene del “pop con una spruzzata di ruvidezza” il proprio mestiere. Il debutto sulla lunga distanza di FRAME, dal titolo "Polarizer", è previsto per il prossimo autunno.






FAMY
Tornati a farsi sentire quest’anno, dopo aver messo in piedi assieme ad ex-membri dei Wu Lyf il progetto Los Porcos, i FAMY hanno pubblicato quest’anno un paio di EP ricchi di spunti interessanti, che faranno da preludio a un lavoro più corposo di prossima stampa. "Donkey" e "Ava" dimostrano come questo quartetto londinese abbia una capacità quasi naturale di costruire potenziali anthem, puntando decisi sull’epica vocalità del frontaman Bruce Yates. I punti di contatto con gli amici Wu Lyf sono molteplici, augurandoci che abbiano un egual successo e una vita artistica ben più lunga. Li tiene a battesimo la Transgressive Records, label da sempre alla ricerca di qualità.






ISLAND FOX
Sotto lo pseudonimo Island Fox in principio vi si celava un duo londinese costituito da Jessica Bartlet e Benjamin Abbott. A quanto sembra negli ultimi tempi qualcosa è cambiato, le tracce in combo (tra le quali l'inedita "Atoms" e la cover di "Yellow" dei Coldplay) sono scomparse e dei due solo la Bartlet è rimasta attiva, seppur con l'ausilio di giovani producer come il giovane Mazde. Il risultato è un mutamento di sonorità che dall'elettro-pop embrionale e minimalico delle origini si è tramutato in un moderno calderone di influenze dell'attuale scena elettro-soul tra Chet Faker, Flume e James Blake.






JOEL FORD
A prima vista il nome potrebbe sembrare sconosciuto, ma un veloce sguardo alla sua biografia può farvi tornare in mente qualcosa che magari avete già avuto modo di ascoltare (e apprezzare) nel recente passato. Correva l'anno 2010: Nodata.tv era ancora un blog di nicchia e tra le proposte selezionate (e riprese poi dalla stampa web più attuale) vi era un EP col moniker Games dal titolo "That We Can Play", con una delle più brutte copertine mai pubblicate. La produzione era, al contrario, niente male: synth-pop anni '80 in chiave moderna che davvero ti faceva titubare del fatto che fosse una collaborazione che oltre a Ford includesse Daniel Lopatin, uscito pochi mesi prima col quinto lavoro ambient-drone Returnal a nome Oneothrix Point Never. L'anno dopo il duo cambia nome nel più formale Ford & Lopatin e continua la sperimentazione in chiave ottanta con l'esordio su LP dal titolo Channel Pressure. Lasciato da parte il compagno d'avventura Joel Ford ha da poco lanciato il progetto solista omonimo e rilasciato un brano, "Connection To", che spinge il suono d'origine verso ambiti più techno mantenendo un'attitudine dancefloor che lo rende godibile ad un pubblico non troppo di nicchia.




TOBIAS JESSO JR.
Due giorni dopo lo scioglimento dei Girls, JR White aveva ricevuto una cassetta contenente alcune demo da un promettente songwriter canadese. Il tempo di un ascolto e Tobias Jesso Jr. aveva trovato un produttore per il proprio album d'esordio, oltre che un mentore.
Del lavoro svolto insieme si sa ancora pochissimo, ma qualcosa è filtrato proprio grazie a Tobias: due demo, caricate sul proprio canale Youtube, che hanno fatto letteralmente impazzire la blogosphera. Due canzoni quindi nemmeno finite, ma già così buone da mettere in luce le grandi capacità di scrittura del ragazzo canadese. Sono due ballate al piano, molto essenziali e scarne dal punto di vista musicale, che colpiscono per l'emotività e la sincerità dei messaggi. In bilico fra il Lennon solista e Daniel Johnston, "Just A Dream" è una tenera lettera a un nuovo nato, mentre "True Love" racconta di un amore pure fra un ragazzo e una ragazza, entrambi giovanissimi. Quello che più colpisce delle canzoni di Tobias è la capacità di veicolare i suoi messaggi usando una struttura semplice e un linguaggio estremamente diretto, toccando l'ascoltatore direttamente al cuore. E' una dote che hanno in pochi e che solitamente appartiene ai più grandi. Sono solo demo, ma ci vogliamo sbilanciare: il futuro appartiene a Tobias Jesso Jr.

 



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