Porsi al di là del bene e del male rifiutando le mode della dieta macrobiotica, dell'ingombrante presenza del "concetto" nell'Arte contemporanea, dell'epilazione integrale delle zone genitali, "abolire la mediocrità, rifiutare la moderazione, e riportare sotto mentite spoglie nella testa del pubblico l’antico fuoco che animò il rock’n roll". Fare di "live fast, die young" il proprio motto. Non è semplice essere
Johann Sebastian Punk. Le audizioni sono aperte. A presentarsi sono in due: un perfetto sconosciuto e il figlio di
John Lydon. Sarà il solito raccomandato a farcela, o si sta forse spianando una strada alternativa nella Storia del Rock?
Yes, I Miss The Ramones è l'inno di chi ha smesso di considerare impensabile che un banale brano punk rock abbia in clarinetti, clavicembali e oboi tutta la propria forza icononoclastica.
Johann Sebastian Punk:
Enrico Ruggeri lo ha scoperto e voluto sul palco del MEI di Faenza per festeggiare i propri trent’anni di carriera.
Beatrice Antolini, appena ha ascoltato il suo progetto, ha deciso di unirsi a Daniele Calandra di
SRI Productions per la sua prima assoluta produzione esecutiva. Si chiama Johann Sebastian Punk: ha poco più di vent’anni, cova piani catastrofici, ha dichiarato guerra alla spontaneità, è un eroe decadente intenzionato a riportare un’immagine dionisiaca di bellezza laddove questa è stata sostituita da un grigio e sordido provincialismo.