Peter Buck spiega i motivi dello scioglimento degli R.E.M.

16-03-2016

E' passato appena un mese dalle celebrazioni per il venticinquennale del brano più famoso della band di Athens, che si torna a parlare degli R.E.M. L’ex chitarrista Peter Buck, in una rara intervista concessa al magazine Rolling Stone, ha spiegato i motivi che hanno portato nel  2011 allo scioglimento della band. Nel 2008, Buck, Michael Stipe e Mike Mills stavano lavorando su quello che sarebbe stato l’ultimo album dei R.E.M., "Collapse Into Now". “Non abbiamo mai fatto un annuncio o qualcosa di simile”, ha raccontato Buck a Rolling Stone, “ci siamo riuniti e Michael ha detto: ‘Spero che voi ragazzi possiate capire. Ho bisogno di allontanarmi da tutto questo per un bel po’ di tempo.’ E io ho aggiunto, ‘Perché non per sempre?’ Michael ha guardato Mike, e Mike ha annuito, ‘Per me va bene’. Ecco come abbiamo deciso”.
Buck ha aggiunto, "Sentivamo di aver fatto uno splendido album di addio. Sono davvero molto orgoglioso degli ultimi due album che abbiamo registrato. “Accelerate” è nella mia personale Top 5. Ma siamo arrivati al punto che ognuno sentiva la necessità di andare per la propria strada. Non volevamo continuare a fare canzoni vecchie di 20 anni." Buck ha evidenziato che creare alcuni album non specificati è stato davvero molto faticoso e poco gratificante. "Una volta che Pro Tools ha preso piede, è venuto a mancare il divertimento in studio, abbiamo fatto un paio di album nei quali non so nemmeno se quello che abbiamo fatto è un vero disco, o semplicemente alcuni suoni che abbiamo assemblato insieme." Buck ha confermato l’indiscrezione secondo cui  la band ha ancora nascoste negli archivi alcune canzoni custodite gelosamente. “E’ vero, ma non abbiamo tra gli scarti molte canzoni completamente finite” ha detto. “Un giorno potremmo probabilmente pubblicare un album formato da canzoni che pensavamo fossero troppo mediocri per finire negli album originali. Ma perché dovremmo farlo? Michael era solito non finire le canzoni che non lo convincevano fino in fondo. Non abbiamo mai avuto 20 canzoni tra cui scegliere per ogni album. Ne avevamo 14, e 12 finivano nell’album. Le altre due erano pronte per diventare le B-sides dei singoli.” Il chitarrista ha anche messo in evidenza il carattere amichevole che ha caratterizzato lo scioglimento del gruppo. “Mi piace molto il fatto che ci siamo allontanati senza mai parlare male l’uno dell’altro, senza farsi causa a vicenda. Tecnicamente la band si è separata. Ma semplicemente non stiamo più facendo dischi o tour insieme”. In un’altra parte dell’intervista, Buck ha parlato di quello che detesta all’interno del music business (“Tutto”) e ha delineato quelli che sono i suoi attuali progetti, avventure musicali di basso profilo che includono la produzione del prossimo album dei Jayhawks intitolato "Paging Mr.Proust", la collaborazione con Corin Tucker  (chitarrista/cantante delle Sleater-Kinney) nel progetto Filthy Friends, e con Scott McCaughey (aggregato ai R.E.M. nell’ultimo periodo di vita della band), nel loro progetto di lunga data Minus 5, e per finire, la pubblicazione di album solisti esclusivamente in vinile come "I Am Back To Blow Your Mind Once Again" del 2014 e "Warzone Earth" del 2015 (entrambi usciti per la piccola etichetta Mississippi Records).

Trovate l'intervista completa a questo link.