Fatboy Slim

You've Come A Long Way, Baby

1998 (Skint)
big beat, electronic, house

C'era una volta Quentin Leo Cook, meglio conosciuto come Norman e bassista degli introversi, umbratili e proletari Housemartins da Kingston Upon Hull, che ha raggiunto a partire dal 1985 (in sostituzione di Ted Key), giusto in tempo per prender parte al capolavoro jangle-pop "London 0 Hull 4". Una decina d'anni dopo quel ragazzino si è trasformato in Fatboy Slim, grosso modo il dj più famoso e funambolico del globo. Potrebbe sembrare una mutazione imponderabile, imprevedibile, eppure non gli è cascato addosso alcun liquido radioattivo in stile Tartarughe Ninja, né lo ha punto un ragno. In realtà era tutto già scritto.
Prima di essere prelevato dall'amico Paul Heaton degli Housemartins, con il quale studiava insieme a Brighton, Norman, infatti, già infiammava la scena studentesca locale alla console. Nel melanconico documentario sugli Housemartins, "Whistle Test Documentary", che segue una giornata tipo della band nella grigia Hull, mentre alcuni membri del gruppo dormono o bruciano salsicce, Norman è già dalle parti della cucina, ma quelli che fa girare non sono piatti di Heinz Beans e funghi Portobello, bensì quelli di una console, dove missa Clash e Run DMC e li presenta alla videocamera come Clash DMC.

Era già tutto lì. La classe, le mani magiche, la voglia di divertirsi, la passione smisurata per la musica, finanche un archetipo di big beat: cassa dritta e arzilla, rock, hip-hop, rhythm and fun. Del resto, da buon bassista Norman ha ben chiara la quintessenza del tempo. Le sue sono lancette da scomporre e scaraventare in aria come pezzi di un mosaico coloratissimo, formando così un arcobaleno, figurato s'intende, di suoni sbarazzini, ritmi cazzuti, stop&go da capogiro e ripartenze mozzafiato. Norman è il Mago Merlino del big beat. Punto e a capo. È suo il cilindro fermo sulla console da cui pescare tutto e il suo contrario.
Al di là dei campionamenti da cultore massimo della musica tutta, che vanno da Eric Burdon and War e The Archies ("Build It Up - Tear It Down") a Wreckx-N-Effect feat. Teddy Riley e Minimal Funk ("You're Not From Brighton"), passando per Robert Ascot e Archive ("Love Island") fino a Ike Turner and The Kings of Rhythm e The Olympics ("Soul Surfing"), Cook gigioneggia come un sultano per tutto il tempo. Oltre a essere parimenti alfiere e custode di un fenomeno che nei 90 ha letteralmente strapazzato chart e dancefloor, il musicista inglese incarna il prototipo del "disc jockey" a 360°, oltrepassando ogni stereotipo che vuole il manipolatore ai benemeriti controlli confinato in un recinto spesso improprio, oltre che ingeneroso. È anche e soprattutto sua la formula che avrebbe contribuito a far grande insieme i vari Chemical Brothers, Prodigy, Leftfield e compagnia ballante e che lo avrebbe portato a far danzare riviere intere.

Da Brigthon a LA, da Miami a Napoli: Norman sorvola continenti, strapazza folle oceaniche e ride come un matto dietro quel suo sguardo British e mattacchione. Il suo stile prende forma e sostanza a metà degli anni 90 con gli amici di sempre, Tim Jeffery e JC Reid, con i quali forma i Pizzaman, trio di stampo house con cui nel 1995 tira fuori il clamoroso "Pizzamania" contenente ben tre hit da urlo: "Trippin' on Sunshine", "Sex On The Streets" e "Happiness". Ma soprattutto - udite, udite - come proprietario di un nightclub a Brighton, il Big Beat Boutique. Nomen omen, insomma. Il suo tocco caratteristico muterà gradualmente nel tempo in quella che si potrebbe definire una sorta di "patchanka" in salsa house. Norman esula da ogni confine. Non c'è limite alle sue smanie: dub, jazz, rock, soul, funky e chi più ne ha, più ne metta. È in questo suo sopracitato melting pot inconfondibile che giace lo spirito indomito da giocoliere del groove.
In parte composto da brani realizzati da Cook prima di scegliere il moniker Fatboy Slim, "Better Linving Through Chemistry" del 1996, il cui titolo omaggia i Chemical Brothers (che tanto avevano voluto la sua pubblicazione) e al contempo riprende uno slogan della DuPont che incoraggiava l'utilizzo di valium per bambini, è sicuramente il disco che consolida suono ed estetica del produttore e del big beat, ovvero elettronica spessa, martellante, acida, ma insieme vitale e all'occorrenza gioiosa. In pratica, il suono della rave generation che si fa innodico e accessibile per avviluppare le masse con i suoi possenti e pulsanti tentacoli.

È però "You've Come A Long Way, Baby" il disco della maturità di Norman Cook, il lavoro che accrebbe la fama del suo autore e portò il genere ai suoi vertici artistici e commerciali (primo posto in classifica in Uk e Nuova Zelanda, disco di platino letteralmente ovunque). Il merito di diffusione e grandezza del secondo album di Fatboy Slim non è però di derivazione unicamente musicale. Come per tutti i dischi capaci di cristallizzare un'epoca, è stata la sua capacità di penetrare la cultura popolare coeva grazie anche grazie a una vera e propria iconografia collaterale a garantirne il successo.
La copertina, ad esempio (perlomeno nella sua versione europea), con un non meglio identificato ciccione che si fuma una sigaretta al Fat People's Festival di Danville indossando una t-shirt che recita "I'm N. 1 SO Why Try Harder", ma soprattutto i video, così riusciti da monopolizzare l'heavy rotation su Mtv. Alzi la mano chi non si è fatto ipnotizzare decine e decine di volte dall'evoluzione (e devoluzione) della specie in computer grafica al ritmo dei beat e del geniale sample di archi di "Right Here, Right Now", o chi non ha ballato scomposto e fuori tempo come gli avventori dell'esuberante video di "Praise You". Girato da Re Mida Spike Jonze, quest'ultimo è un video all'apparenza così amatoriale e raffazzonato che Mtv nemmeno voleva passarlo, ma che poi vinse il premio per il miglior videoclip proprio al festival dell'emittente.

Ascoltando la miglior musica rock spesse volte il coinvolgimento è così totale da scatenare nell'ascoltatore il cosiddetto air guitar (o le sue varianti air bass, air drum e via discorrendo), ossia l'imitazione mimica di un assolo o più in generale di una parte di un brano. Sebbene si tratti a tutti gli effetti di musica elettronica, le canzoni di "You've Come A Long Way, Baby" sono così fisiche e le pose e gli "smanettamenti" di Fatboy così visualizzabili (anche senza vederlo) da innescare spesso e volentieri quello che potremmo chiamare air dj. Basti pensare a quando Cook strizza "Rockafeller Skank" fino a fare impallare il disco per poi rilasciare ritmica e bassi tutto d'un botto. Sembra di vederlo Fatboy, curvarsi lentamente sui piatti attorcigliando la mano e il braccio intorno a una manopola per poi lasciarla andare e scoppiare in piedi insieme alla canzone. O a "Praise You", il cui prodigioso giro di tastiera viene fatto scomparire e riapparire a piacimento.

L'inizio del disco è a dir poco leggendario, con quella che Mixmag non ha esitato a definire una delle dieci migliori canzoni dance di ogni tempo. Mescolando un sample d'archi di "Ashes, The Rain and I" della James Gang e una battuta di Angela Bassett in "Strange Days" di Kathryn Bigelow a una ritmica cavalcante e rocambolesca, Fatboy Slim fa di "Right Here Right Now" la perfetta bomba Edm da classifica. Un brano in odore sci-fi che sarebbe stato abusato tanto sulle piste da ballo quanto in pubblicità sportive, videogiochi e centri commerciali.
Tanto per non abbassare ritmo e divertimento, subito dopo troviamo un altro singolo, l'immarcescibile, scalmanata "The Rockafeller Skank", presentata su disco da un fan fittizio che la richiede in radio recitandone con tutta l'energia del caso i versi "Right about now, the funk soul brother. Check it out now, the funk soul brother". Anche qui la scelta dei sample è cruciale. I vocals provengono da un pezzo del rapper Finesse della crew D.I.T.C., mentre la musica ruba frammenti da "Sliced Tomatoes" dei Just Brothers e da "Beat Girl" di John Barry And His Orchestra. Hip-hop e soul rimaneggiati e ricombinati al ritmo dei tipici pestoni big beat in un brano che non ha eguali per immediatezza ed euforia.

Quello che è probabilmente il brano più famoso in assoluto di Norman Cook può dunque fungere da teorema della sua formula irripetibile. Da una parte dell'equazione troviamo l'abilità sovrumana ai piatti e un senso del groove innato, dall'altra un amore per la musica senza barriere di genere e la capacità di tirare dal cilindro il disco giusto al momento giusto. Meno radiofoniche, "Gangster Trippin" e "Kalifornia" sono due numeri più tipicamente da dj. La prima è una festa sballata all'insegna del breakbeat, con i piatti della batteria così aperti che suonano come se ce li avessi nella stanza. Mentre la seconda è un brano acidissimo con le tastiere velenose a inscenare un rave chimico. La melodia è però tutto sommato solare, così da generare un gioco di contrasti unico. Il sole è abbagliante e picchia duro anche in "Soul Surfing", un party in spiaggia sudato e un po' cafone che allarga le influenze del disco fino alla surf music.
La dose di acido più cospicua arriva sul finale, intitolato programmaticamente "Acid 8000" e costituito da sette minuti abbondanti di synth gracchianti, cambi di tempo, flanger argentati, echi e sirene impazzite. Si tratta molto probabilmente del brano più in linea con i dettami dei Chemical Brothers e con la cultura rave, totalmente volto al raggiungimento dell'estasi chimica. Un momento che strizza l'occhio alla precedente "You're Not From Brighton", altro miracolo vagamente in scia "french touch" con la variante della sezione ritmica a metà tra big beat e synth-funk. Epica da tramandare ai posteri che vorranno dimenarsi ai piatti su qualche lido ibizenco.

I predicatori del mash-up che di lì a poco spopolerà in ogni club e su ogni spiaggia che si rispetti, a cominciare dai divini 2 Many DJ's, devono sostanzialmente tutto a Fatboy Slim. L'ultimo giullare caduto sulla terra.

08/08/2021

Tracklist

  1. Right Here, Right Now
  2. The Rockafeller Skank
  3. Fucking In Heaven
  4. Gangster Tripping
  5. Build It Up - Tear It Down
  6. Kalifornia
  7. Soul Surfing
  8. You're Not From Brighton
  9. Praise You
  10. Love Island
  11. Acid 8000




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