Giardini di Miro'

Rise And Fall Of Academic Drifting

2001 (Homesleep)
post-rock

Nel passaggio storico tra un millennio e quello successivo, "Rise And Fall Of Academic Drifting" ha rappresentato la fotografia di un momento irripetibile per la scena italiana, che usciva dalla tradizione degli Ottanta e Novanta per tuffarsi in qualcosa di nuovo, di diverso. L'esordio "lungo" dei Giardini di Mirò non è, infatti, soltanto il monumento insuperato del post-rock in Italia. È anche, inconsapevolmente, uno dei dischi che danno il via a una scena tutta nuova, che oggi chiamiamo indie e che forse per la prima volta in assoluto osava guardare anche al di fuori degli angusti confini italiani, prediligendo anzi dialogare con pubblici e artisti stranieri. È anche il punto di contatto con un'altra esaltante epopea in parallelo, quella di Homesleep, l'etichetta bolognese che per tutti gli anni Zero avrebbe dettato le coordinate del suono underground italiano. Negli 80 chilometri di Via Emilia che collegano Cavriago a Bologna c'è l'istantanea di un momento storico che vale la pena di fissare, una volta per tutte.

Nati nel 1994 nella "filosovietica" Cavriago (Reggio Emilia) per iniziativa di Corrado Nuccini e Giuseppe Camuncoli, all'epoca studenti di lettere a Bologna, i Giardini di Mirò sono inizialmente uno dei tanti gruppi rock giovanili che nascono sul suolo emiliano e che guardano alla scena italiana come riferimento - in primis, i vari Csi e Massimo Volume, pure loro situati lungo la Via Emilia. Già alla fine del decennio, con l'ingresso alla spicciolata dei vari Jukka Reverberi, Lorenzo Lanzi, Mirko Venturelli, Luca di Mira ed Emanuele Reverberi, la formazione reggiana cambia pelle. Complici anche alcuni concerti in terra tedesca organizzati dall'Arci provinciale (Cavriago è gemellata con la cittadina di Mühlacker, nel Baden-Württemberg), i Giardini di Mirò iniziano a pensare a un sound di respiro internazionale, ottenendo infatti maggiori riscontri all'estero che in Italia. Jukka Reverberi di quei tempi ricorda: "Vivevamo in provincia e qua non c'era niente del genere, anzi, quando facevamo i concorsi locali arrivavamo sempre secondi o terzi. Non ne abbiamo mai vinto uno. Vincevano i riccardoni".

La chiave di volta è rappresentata dal post-rock. I Giardini di Mirò, proprio su spinta di Jukka, iniziano a scrivere brani strumentali nei quali la voce diventa in qualche modo superflua. Camuncoli, all'epoca dietro il microfono, accetta lo stato delle cose e lascia il progetto per diventare di lì a poco un fumettista di primo livello. Nel frattempo, il gruppo definisce il proprio stile. "Da parte nostra - dice Reverberi - c'è sempre stata una forte attenzione alla struttura della canzone. Poi i brani potevano essere cantati o strumentali, ma erano scelte a posteriori: prima ci siamo sempre occupati della musica. Per noi la parte principale era quella, non tanto scrivere la canzone ma costruire un brano con un arrangiamento importante, una struttura importante, a cui aggiungere anche la voce".
Il caso vuole che a mostrare la strada ai reggiani non sia una band prettamente post-rock, bensì i Sonic Youth di "Anagrama", Ep interamente strumentale del 1997. "Lo so, è strano, ma è così. Se pensiamo anche a un loro pezzo come 'Mildred Pierce', contenuto in 'Goo', c'è tutta una parte strumentale. Lì abbiamo deciso cosa volevamo fare. Certo, erano importanti anche gli Slint e i Massimo Volume, come poi lo sarebbero stati anche i Mogwai, ma soltanto dopo".

Non è un caso che i primi due Ep dei Giardini di Mirò escano per etichette americane e tedesche. Tra il 1998 e il 1999 la band entra nel giro Gammapop, che di fatto anticipa l'arrivo di Homesleep, e si esibisce di spalla ai Godspeed You! Black Emperor in una surreale data italiana a Pergine Valsugana, in provincia di Trento, con la strumentazione che occupa quasi tutto il locale e il pubblico costretto a guardare il live dalle finestre. È in quel periodo che Homesleep, in cerca di gruppi da lanciare, decide di mettere sotto contratto i GdM, più o meno in concomitanza con gli Yuppie Flu, il cui frontman Matteo Agostinelli è tra i fondatori dell'etichetta.
In Homesleep c'è anche Giacomo Fiorenza, che nell'estate del 2000 ospita i reggiani nel suo studio di Firenze per le registrazioni di "Rise And Fall Of Academic Drifting", l'esordio sulla lunga durata che viene registrato nel mese di giugno in un tour de force di dodici giorni. Quando Homesleep chiede al gruppo di registrare un album da pubblicare di lì a breve (esce nel 2001), i Giardini di Mirò hanno soltanto una manciata di canzoni pronte tra le mani. Il resto del repertorio viene scritto e messo a punto tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera del 2000 in una casa di campagna pericolante in provincia di Reggio - come nel 1990 avevano fatto i Cccp per il disco di congedo "Etica, epica, etnica, pathos", immortalati da Luigi Ghirri nelle campagne emiliane - abbandonando così la sala prove gestita dal Comune di Cavriago, che era il punto di incontro delle band locali, per un luogo dove poter suonare senza limiti di tempo.

"Rise And Fall Of Academic Drifiting" è emblematico della capacità unica della band di creare brani non solo suggestivi ma narrativi, con una costruzione del pezzo stesso articolata in molteplici passaggi che si pongono come punti di svolta di un racconto breve, ridisegnando così una personale forma-canzone che si articolerà nei dischi successivi. Pochi inizi di album sanno essere così intensi e performanti come i 6'28" di "A New Start", quintessenza dello stile compositivo e di arrangiamento del gruppo, che vede in questo album un organico in cui compaiono anche Fender Rhodes, tromba, clarinetto e archi. Le chitarre e il basso costruiscono il brano passaggio dopo passaggio, generando solide melodie che vanno a intrecciarsi confluendo in una splendida "strofa" condotta da sezione ritmica e tromba. E accade una cosa non proprio comune nel post-rock di quegli anni: troviamo un senso di sorpresa costituito da evoluzioni inaspettate che fanno pensare a modalità di scrittura simile già a band come American Football e Mogwai.

Nel successivo "Pet Life Saver" proprio la voce di Agostinelli definisce il brano fin dalle prime note: "Down the old streets in the backyards/ I've gathered some fame/ pet life saver, I am". La parte conclusiva grave e ineluttabile, in cui riaffiorano le atmosfere dei Rachel's, è affidata agli archi, che incorniciano uno dei finali più intensi della produzione dei Giardini di Mirò. Sirio Zuelli ne firma il video - vincitore del Premio Videoclip Indipendenti MEI 2001 - che vede Emidio Clementi protagonista tra le strade di Bologna in immagini dal reale contaminate dall'animazione.
Nella quiete del post-rock di "Beauty Tape Rider" fa la sua comparsa il vocoder, tesa come una corda è invece "Trompsø Is OK", con quell'andamento delle chitarre obliquo dove, nella parte finale, esplode ritualmente la chitarra elettrica di Reverberi.

La prima sezione minimale di "Pearl Harbour", in cui la chitarra, scandita anche dal silenzio delle pause, dialoga con gli archi, la seconda chitarra e la batteria, attraverso un ponte apre a una seconda sezione massimale, intensa, distorta. "Little Victories" riprende l'atmosfera mite e malinconia di "Pet Life Saver" ospitando stavolta alla voce Paul Anderson dei Tram:

Find a way to leave unscathed
Taking nothing but half baked ideas
Little victories are all I claim
My regard was not enough for you
Miles away from where I want to be

È proprio quel sound di tromba con cui si apre "Penguin Serenade" a richiamare la band di Mike Kinsella, inscrivendo quei fraseggi sospesi e malinconici che riecheggiano dall'Illinois nella drammaturgia della band di Cavriago, fatta anche di e-bow e violini, non digiuna delle sonorità di Ennio Morricone. L'elettronica e le figure ritmiche spezzate definiscono invece il brano finale omonimo del titolo del disco, a chiudere con i suoi quasi dieci minuti queste spirali sonore e a voler quasi prefigurare le evoluzioni musicali del successivo album. Il brano ha una forma aperta e sonorità morbide, familiari in quegli anni a ensemble come gli Sharks Keep Moving. Dopo la prima sezione, un morbido fraseggio di slide costruito su un tappeto di organo disegna un paesaggio dal tratto Americana, che sfocia in un finale emozionale dagli echi dream-pop e in un finalissimo cadenzato dal violino e da ritorni elettronici.

"Rise And Fall Of Academic Drifting", così come le date che hanno portato dal vivo il disco, ha fortemente influenzato i musicisti che in quegli anni si formavano e mettevano su una band in Italia. Fondamentale anche per il nascente movimento italiano la spinta internazionale della formazione emiliana, inserita in una scena europea insieme a band della Morr Music, della Temporary Residence Ltd e della Constellation.
A dare una spinta decisiva al successo dell'album contribuì anche un'apparizione televisiva a Mtv Supersonic: nei tredici minuti messi a disposizione dall'emittente, i Giardini di Mirò suonarono due pezzi - "Pet Life Saver" e "A New Start" - di cui uno lungo nove minuti. Qualcosa di impensabile, o quasi, con le logiche di oggi.

21/06/2020

Tracklist

  1. A New Start (For Swinging Shoes)
  2. Pet Life Saver
  3. The Beauty Tape Rider
  4. Trompsø Is Ok
  5. Pearl Harbor
  6. Little Victories
  7. Penguin Serenade
  8. Rise and Fall of Academic Drifting

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