Kanye West

My Beautiful Dark Twisted Fantasy

2010 (Roc-A-Fella, Def Jam)
hip-hop

"Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza". La massima super-inflazionata di Johann Wolfgang Von Goethe contiene un messaggio universale, ma per Kanye West assume un significato del tutto particolare. Nel corso degli anni, il rapper statunitense ha infatti mostrato un'abilità sorprendente nel sapersi rialzare, tanto da innescare svariati dubbi sulla sincerità dei suoi scivoloni. Spesso sembra quasi che West cerchi appositamente il vaso da non centrare, la gaffe buona per ogni occasione e da spiattellare ai quattro venti senza una ragione. Già, perché West adora sguazzare nel fango alla stregua di un "suino" dal ghigno beffardo. Ama rendersi ridicolo davanti al mondo per poi risalire la china con la classe di un gigante che sa di non temere nessuno. West rincorre perennemente se stesso, senza badare agli altri. È il fuoriclasse della scena black statunitense che non teme niente e nessuno e usa ogni mezzo per ribadirlo, anche il più ridicolo. West è un temerario dal carattere impossibile. E non serve di certo citare le sue follie, i suoi infiniti deliri di onnipotenza per fornire una cifra del suo ego smodato e del suo essere maestosamente sfuggente.

Tuttavia, nel 2009 il rapper di Atlanta riesce a combinarla talmente grossa che sono in molti a presagire - e pregustare, a seconda del proprio palato musicofilo - la definitiva caduta del Dio più superbo dell'Olimpo del rap. Siamo nel bel mezzo della cerimonia degli Mtv Vma. Taylor Swift sale sul palco per ritirare il premio per il miglior video femminile, battendo la "rivale" Beyoncé, in lizza a sua volta con "Single Ladies". Mentre tutto volge al meglio, tra sorrisi e flash da ogni angolo della sala, West pensa bene di interrompere la Swift mentre stringe il premio in mano per sottolineare quanto sia ingiusta la sua vittoria e che a vincere, invece, deve essere l'amica Beyoncé, aggiungendo per giunta che quello dell'ex-Destiny's Child sia a conti fatti il miglior video di tutti i tempi. Una sceneggiata degna delle peggiori capere di borgata. Un'uscita imbarazzante per la stessa Beyoncé e per gli organizzatori costretti a suggerire al delirante Kanye di lasciare immediatamente la kermesse. È un episodio increscioso che finisce per sconvolgere le sue giornate, per alcuni versi ribaltando all'istante la propria popolarità. Una caduta di stile clamorosa, a cui si aggiunge la poco rassicurante relazione con la modella Amber Rose, evidentemente stanca di cotanta irruenza.

Ebbene, questi due episodi, per motivi diversamente importanti nella carriera del musicista statunitense segnano il suo primo lungo allontanamento dallo star system. Un isolamento necessario, e in fondo salvifico. Di lì a poco, infatti, West mostra addirittura di averne tratto giovamento. L'esilio autoimposto lo porta, de facto, a comporre un'opera fantasmagorica per una serie impressionante di ragioni: "My Beautiful Dark Twisted Fantasy". Un album che esplica tutta l'abilità di West nell'estrapolare sample tra i più incredibili, mostrando a chiare lettere devozione, tra gli altri, per Aphex Twin, Continent Number 6, Lyn Collins, Gil Scott-Heron, King Crimson, Black Sabbath, Rick James e (ovviamente) James Brown. Campioni estratti con precisione chirurgica, conficcati tra un beat e l'altro nel segno di un'alchimia inimitabile. Intuizioni fondamentali per il futuro del genere hip-hop negli anni a venire. Sample epocali, come quello epico e definitivo della voce di Jon Anderson dal brano "In High Places" di Mike Oldfield presente in "Dark Fantasy".
Il rapper americano giace in uno stato di grazia pazzesco, inatteso forse da tutti ma non da lui stesso, sempre più a suo agio nell'individuare soluzioni ritmiche e partiture melodiche di grandissima presa. Ad arricchire ulteriormente l'opera è la veste grafica fornita da George Condo, con West nudo a cavallo di una fenice altrettanto nuda e senza braccia. Una cover cesurata all'istante, così come avrebbe voluto lo stesso West, stando alle dichiarazioni postume di Condo. Una copertina principale accompagnata inizialmente da altre quattro, a conferma della solita mania di grandezza.

"My Beautiful Dark Twisted Fantasy" è anche il disco con cui l'uomo inizia a interrogarsi seriamente sul proprio futuro, sulla necessità di cambiare vita e dedicarsi solo alle donne e alla preghiera. È il primo effettivo contatto con il Kanye West predicatore. Un'immagine nuova, che in seguito lo porterà a esprimere il desiderio di candidarsi alle elezioni presidenziali (giusto per non farsi mancare nulla). La sua popolarità è alle stelle e il musicista avverte il peso sempre più schiacciante del successo, di una ricchezza smodata che induce al consumismo sfrenato. Ma è un pozzo senza fondo paradossalmente impossibile da godere. West si dichiara stanco del business musicale. Eppure, continua a sentirsi una divinità che può praticamente avere tutto, nonostante la dichiarata inquietudine che avvolge i suoi testi. Insomma, il suo è un egocentrismo a corrente alternata, con il senso di colpa a fungere da interruttore, tra luccicanti Lamborghini e improvvisi diavoli in corpo.

I fantasized 'bout this back in Chicago
Mercy, mercy me, that Murcielago
That's me, the first year that I blow
How you say broke in Spanish? Me no hablo
Me drown sorrow in that Diablo
La coralità gospel dell'introduttiva "Dark Fantasy", con le voci di Justin Vernon e Nicki Minaj, mette comunque le cose in chiaro fin da subito. West è il messia a cui rivolgersi, così come il peccatore pronto a flagellarsi. Un'autoironia sottile, propria dei grandissimi. La successiva "Gorgeous", con la presenza di Kid Cudi e Raekwon, sale grazie al riff memorabile di "You Showed Me" di Enoch Light and the Glittering Guitar. È solo la prima delle trovate geniali esposte poc'anzi. Vedi su tutte la super-hit di lancio "Power" accanto al fidato Dwele, con i coretti femminili in loop che si alternano al brivido imploso della miliare "21st Century Schizoid Man" di Fripp e soci, mentre la ritmica delle varie "It's Your Thing" dei Cold Grits e "Afroamerica" dei Continent Number 6 eccitano il contesto. Un crescendo nevrotico, i cui versi palesano ancora una volta un mix spettacolare di angoscia "scenica" e follia:
The system broken, the school is closed, the prison's open
We ain't got nothing to lose, motherfucker, we rolling
Huh? Motherfucker, we rolling
With some light-skinned girls and some Kelly Rowlands
In this white man world, we the ones chosen
So goodnight, cruel world, I'll see you in the morning
Huh? I'll see you in the morning
This is way too much, I need a moment
L'epica "All Of The Lights" è a sua volta il cavallo di battaglia del disco. L'inno definitivo. West domina dall'alto del suo regno, esterna il proprio "disagio" da superstar che auto-rinnega, coinvolgendo ai cori Alicia Keys, Alvin Fields, Charlie Wilson, Drake, Elly Jackson, Elton John (presente ovviamente anche al piano), Fergie, John Legend, Ken Lewis, Kid CuDi, Rihanna, Ryan Leslie e Tony Williams. È il manifesto della sua trasformazione. La redenzione è cominciata e non si torna più indietro, o almeno così sembra. Il quarto singolo di lancio al disco anticipa in scaletta i fantasmi indomiti e saggiamente filtrati di "Monster". Andatura killer, sconquassi di vario tipo, irresistibili ripartenze e flow da capogiro. Una ricetta in cui si inseriscono a meraviglia Bon Iver, Jay-Z, Nicki Minaj e Rick Ross, in un'alternanza calibratissima al netto delle apparenti distanze. Il sample a fase continua di "Will You Love Me Tomorrow?" di Smokey Robinson funge invece da cornice romantica di "Devil In A New Dress", ballata dall'appeal decisamente sixties e parimenti lunatico, dulcis in fundo rivolta sostanzialmente all'amata Amber Rose, sempre più in procinto di rompere la relazione con West.

È il morbido preludio alla traccia capolavoro dell'opera. Presentata come secondo singolo dopo "Power" il 12 settembre 2010 agli Mtv Video Music Awards, "Runaway" è un instant classic. Una di quelle canzoni che entrano in circolo praticamente all'istante. Memorabile le note al piano in loop per tutta la durata del brano, la sezione ritmica presa da "Mecca And The Soul Brother", esordio discografico del rapper e producer Pete Rock, così come l'assolo in coda, bridge creato con campione della versione live di "Mary Jane" di sua maestà Rick James, gli archi epici ma melanconici fino al midollo, a enfatizzare musicalmente parole che definiscono in maniera totalizzante una nuova coscienza, prima che i versi della seconda strofa, affidata a Pusha T dei Clipse, rincarino le dosi.
And I always find, yeah, I always find something wrong
You been putting up with my shit just way too long
I'm so gifted at finding what I don't like the most
So I think it's time for us to have a toast
Let's have a toast for the douchebags
Let's have a toast for the assholes
Let's have a toast for the scumbags
Every one of them that I know
Let's have a toast for the jerk-offs
That'll never take work off
Baby, I got a plan
Run away fast as you can
Il momento più alto del disco precede il groove cinetico di "Hell Of A Life", ma soprattutto la delicatissima "Blame Game", eseguita con l'amico John Legend, che rende tutto ancora più soave, tra note al piano in caduta libera, archi mesti che cullano parole nate da uno strano senso di colpa. West e Legend si intendono alla grande e il risultato è ancora una volta notevole.

La consistenza epocale di un disco come "My Beautiful Dark Twisted Fantasy" è ampiamente definita dal suo essere costantemente ispirato. Un'opera viva, senza cali, stilisticamente variopinta. E unire sotto lo stesso cielo la makossa e il canto immateriale di Bon Iver è soltanto l'ultimo dei miracoli. Cosa dire poi di "Who Will Survive In America", versione ridotta di "Comment # 1" di Gil-Scott Heron, estratta dall'esordio "Small Talk At 125th And Lenox"? Un'invettiva poetica che prende di mira il movimento studentesco (prevalentemente bianco) e la sua pretesa di rappresentare un cambiamento a suo modo inedito, inattuabile per il profeta di Chicago, semplicemente perché i ricchi mai riuscirebbero a comprendere del tutto la miseria e le lotte delle classi meno abbienti. Il colpo di coda che spazza via ogni microscopico dubbio sulla grandezza e l'importanza di questa pietra miliare dalla black music del nuovo millennio.

26/01/2020

Tracklist

  1. Dark Fantasy
  2. Gorgeous (featuring Kid Cudi & Raekwon)
  3. Power (featuring Dwele)
  4. All Of The Lights Interlude
  5. All Of The Lights
  6. Monster (featuring Jay-Z, Rick Ross, Nicki Minaj & Bon Iver)
  7. So Appalled (featuring Jay-Z, Pusha T, Prynce Cy Hi, Swizz Beatz & The RZA)
  8. Devil In A New Dress (featuring Rick Ross)
  9. Runaway (featuring Pusha T)
  10. Hell Of A Life
  11. Blame Game featuring John Legend & Chris Rock
  12. Lost In The World featuring Bon Iver
  13. Who Will Survive In America




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