Suzanne Ciani

Seven Waves

1982 (Finnadar)
progressive electronic, new age

Certi percorsi sono speciali fin dal primo passo. Sono quei sentieri intrapresi che conducono sempre e comunque a un nuovo scenario, un panorama del tutto insolito in cui poter finalmente scorgere spazi inesplorati, intere praterie da lasciare ai posteri. La vicenda umana e artistica di Suzanne Ciani ha indicato nuovi confini nel campo della musica elettronica. Senza la sua esperienza e il suo coraggio, forse oggi non potremmo parlare di new age e di molte altre cose legate al meraviglioso mondo delle macchine. Già, perché la Ciani ha saputo esplorare, non si è mai abbattuta, neanche quando il mondo girava al contrario e nessuno osava credere nel suo progetto. Il suo carattere forte e la presenza di un marito pronto a sostenerla in ogni momento sono state le armi segrete con le quali riuscire a vincere numerose battaglie nel corso del tempo.

E’ il 1969, e Suzanne è una studentessa della Berkeley University; dopo aver conseguito il diploma al Wellesley College, è intenzionata a ultimare i suoi studi in composizione. Il Master Degree in Music Composition diventerà per lei non solo l’approfondimento formativo decisivo, ma l’occasione della vita. Durante i corsi, Suzanne conosce Don Buchla. La fortuna è per il momento dalla sua parte: il suo ragazzo dell’epoca lavora proprio accanto allo studio di Buchla. Attratta dalle creazioni del leggendario inventore, la Ciani non impiega molto a stringere amicizia, al punto da decidere di lavorare per lui una volta ultimati gli studi. Sono gli anni della liberazione femminile, delle lotte giovanili, anni in cui tutto pare possibile, compreso un eventuale ribaltamento di certe strane convenzioni, come quella di malvedere una donna ai controlli. In effetti, sarà proprio questa pessima inclinazione una delle ultime a crollare. E soltanto diversi anni dopo, la Ciani riuscirà a imporsi in quel mondo affollato da soli maschietti. Un universo a sé, un microcosmo difficile da penetrare. Lei è stata tra le prime a credere ciecamente nella potenza salvifica del meraviglioso Buchla 200. Quest'ultimo sarà fin dal principio l’estensione “naturale” del suo corpo, l’attrezzo più amato con cui diffondere la propria musica, le proprie emozioni. Suzanne assembla, smonta, rimonta: i sintetizzatori assumono ben presto un posto principale nella sua vita quotidiana. Ne crea uno tutto suo, partendo dalle impostazioni del maestro, e lo chiama proprio Buchla, in onore del suo mentore.

In quegli anni, la Ciani è sostanzialmente una ricercatrice privata. Trascorre gran parte delle sue giornate tra fili e prese delle corrente, tasti da modificare e particolari moduli da assemblare. In quel tempo, l’unica donna della sua generazione a entusiasmarsi così tanto alle macchine è Laurie Spiegel, che si cimenterà in qualcosa di leggermente diverso, unendo il computer all’intera struttura. Percorsi che però si intrecciano, come i tanti circuiti che avvolgono l’attrezzo. Come la Ciani, anche la Spiegel darà vita a esperienze sonore assolutamente uniche nel firmamento elettronico. Se i corrieri cosmici muoveranno le proprie manopole immaginandosi a bordo di una navicella dalle fattezze kubrickiane, la Ciani e la Spiegel, quest’ultima nel suo manifesto “The Expanding Universe”, intraprenderanno strade sostanzialmente diverse da quelle dei pionieri tedeschi. E sarà soprattutto la prima, con le sue innumerevoli trovate, come quella famosissima di ricreare elettronicamente il suono di una lattina di Coca Cola che viene aperta, a fornire nuove possibilità nel campo della musica elettronica.
Ci crede, Suzanne. Conosce più di chiunque altro le potenzialità della sua macchina, e dei synth in generale. In quel periodo, fonda la Electronic Center for New Music con l’intento nobilissimo di promuovere nuove tecnologie musicali, ma la società fallisce praticamente all’istante. Non ci sono ancora sponsor disposti a credere in una donna alle prese con uno strumento considerato ancora alieno e poco fruibile per le grandi masse. Solo quattro decadi dopo, la blasonata Red Bull crederà in lei, e in tutto il panorama associato, creando la Red Bull Music Academy, della quale la Ciani diventa membro permanente, nonché faro assoluto del comparto rivolto all’elettronica sperimentale.

Al di là delle vicende che hanno portato la musicista newyorkese sul tetto del mondo, con la realizzazione di colonne sonore per gli spot di American Express, General Electric, la sopracitata Coca Cola e Atari, oltre a vincere un Golden Globe e a ottenere ben cinque nomination ai Grammy, è fondamentale soffermarsi sull’album che resterà negli anni il suo assoluto capolavoro: “Seven Waves”. Se si considera esterna alla discografia concreta la produzione del rarissimo “Voices Of Packaged Souls”, de facto esperimento dato alle stampe per accendere l’entusiasmo sulle potenzialità del Buchla, composto da tredici voci atte a ricreare suoni fino ad allora impossibili da riprodurre artificialmente, allora possiamo definire senza commettere errore alcuno “Seven Waves” come il vero esordio della Ciani. Un’opera tanto delicata quanto complessa, tanto affascinante quanto seminale per l’evoluzione della musica elettronica dei benemeriti 80. Un lavoro che trae linfa dal suono delle onde dell’oceano. Del resto, il Pacifico sarà per tutta la carriera della Ciani la prima fonte di ispirazione. Dalla sua casa di Bolinas, in California, è possibile ammirare le onde che si infrangono sulla costa. E’ da qui che la compositrice di origini italiane modella i propri movimenti. La natura è dunque il richiamo perfetto. E il rumore dell’acqua la sinfonia da sintetizzare.

Sette onde, per l’appunto. Sette, come le meraviglie del mondo. Sette flussi di infinito candore, con variazioni al piano morbidissime, note che sembrano provenire dal guscio di una conchiglia, e non da una fredda scatola zeppa di strani ingranaggi. Ed è proprio un celere campionamento delle onde del mare a introdurre il primo brano: “Birth Of Venus”. Il titolo di ogni traccia è segnato come “wave”, e la “first wave” porta con sé la nascita di una Venere dalle sembianze di una sirena. Una dea acquatica, che domina con la sua eleganza l’oceano e il suo moto supremo. E’ uno sfarfallio di micro-variazioni modulari, in un crescendo terribilmente sublime, ammaliante in ogni sua fase. L’amore per Bach è opportunamente traslato nei circuiti, e il risultato è assolutamente sorprendente. Così come sorprende l’impronta minimale della successiva “Sirens”, che conforta con la sua infinita distensione melodica. Un movimento che mette in luce la vicinanza della Ciani con alcune traiettorie comuni all’amico Philip Glass. E’ un sound cristallino, limpido come le acque di Honolulu, quello che pervade “Seven Waves”. Un’ondata costante di suprema bellezza e infinita meraviglia.

Tra un candido getto d’acqua e l’altro, tra una melodia dolcissima e l’altra, si arriva al pezzo forte del lotto, al momento più alto: “Water Lullaby”. Un giro al piano surreale, uscito da un mondo parallelo in cui tutto fluisce liberamente, con la gravità messa momentaneamente da parte dal cullar del mare. Onde emozionali che si espandono, spariscono per qualche istante e poi tornano a mostrarsi, alzandosi da un orizzonte non più lontano. E’ nettare per l’anima, quello che la Ciani diffonde dal suo studio privato. L’esplosione della new age alle porte forse non raggiungerà mai cotanta meraviglia. Mentre il Giappone apprezzerà prima di tutti il potere salvifico della musica della Ciani; non a caso, “Seven Waves” uscirà inizialmente solo per il mercato giapponese grazie alla Victor, mentre a lanciarlo definitivamente e successivamente nel resto del globo sarà la sperimentale Finnadar del compositore ultra-sperimentale turco İlhan Mimaroğlu.

Se George Deuter ha inaugurato la stagione dei viaggi in India, e delle macchine occidentali messe al servizio della spiritualità orientale, la Ciani si è spinta paradossalmente ancora più in là dell’innovatore tedesco, pur rimanendo tra le sue mura, abbracciando la natura dal verso giusto, dal lato più morbido. Seguiranno epigoni, preziose collaborazioni come quella del 2016 con la giovane Kaitlyn Aurelia Smith, e intere collane ispirate dalla musica della Ciani. Ma nessuna onda si infrangerà sulla riva con la medesima delicatezza, con lo stesso irraggiungibile splendore.

23/09/2018

Tracklist

The First Wave: Birth Of Venus
The Second Wave: Sirens
The Third Wave: Love In The Waves
The Fourth Wave: Wind In The Sea
The Fifth Wave: Water Lullaby
The Sixth Wave: Deep In The Sea
The Seventh Wave: Sailing Away

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