Cigarettes After Sex

Cigarettes After Sex

Languide armonie

In equilibrio fra romanticismo e sensualità, la band texana si è imposta rapidamente a livello globale attraverso una manciata di canzoni eleganti e fortemente suggestive, contraddistinte dalla voce baritonale di Greg Gonzalez. Diventando una delle certezze del dream-pop contemporaneo

di Fabio Ferrara

Fluttuante, leggera, impalpabile: la musica dei Cigarettes After Sex è riuscita nel giro di pochi anni a imporsi nell’immaginario collettivo come una delle più iconiche e riconoscibili nell’ambito del dream-pop contemporaneo. Poetica ma allo stesso tempo incredibilmente esplicita nei testi, la band texana ha costruito un universo sonoro soffice e traboccante di sensualità. Morbidi arpeggi di chitarra e imperturbabili linee di basso ci conducono in territori eterei e malinconici. Il solco della strada che percorrono i ragazzi di El Paso riprende l’eredità dei tanti gruppi storici che li hanno preceduti. Non è impresa complessa rintracciare nelle loro trame i riverberi fluidi e leggerissimi dei Cocteau Twins, il romanticismo introverso degli Slowdive, la magica sensualità della voce dei Mazzy Star, le atmosfere rarefatte dei Red House Painters. Eppure, Greg Gonzalez e compagni riescono a distillare anni di tradizione in una proposta musicale innovativa ed eccezionalmente piacevole da ascoltare.

 

cig21_01I Cigarettes After Sex si sono affermati grazie al passaparola della rete, ottenendo in un breve lasso di tempo una notorietà globale. Ospiti ormai immancabili dei grandi festival internazionali, si esprimono al meglio, tuttavia, negli ambienti più raccolti, più congeniali alla morbida magia delle loro melodie vellutate e sognanti. Non si può dire infatti che le loro performance abbiano come punto di forza l’improvvisazione e la spontaneità. Al contrario, le apparizioni sul palco sono controllate da un rigido e apparentemente invariabile protocollo. Le interazioni con il pubblico sono sempre piuttosto scarne: non è infatti attraverso il contatto diretto con la folla che tentano di riprodurre l’intensità emotiva dei loro brani.
Molta più enfasi viene data alla scenografia, alle luci e a tutto ciò che compete l’ambiente in cui si esibiscono. Ormai proverbiale è diventato il loro maniacale ricorso al bianco e nero che investe tutti gli ambiti della loro immagine pubblica: le foto ufficiali degli spettacoli, i video che vengono proiettati in background, il merchandising. Persino i componenti del gruppo, con i loro look total black, non sfuggono alla messa al bando di qualunque altra componente cromatica. In questa scelta vi è senz’altro un rimando al fascino senza tempo dell’epoca d’oro di Hollywood, quella romantica per eccellenza, quando il grande schermo era popolato dai grandi divi, impareggiabili maestri nell’arte della seduzione.
Ma nella loro predilezione per le tonalità in chiaroscuro vi è anche un significato più profondo. La placida armonia che pervade la loro musica, infatti, non è generata da uno stato di quiete ma da un continuo gioco di contrasti. Il languido erotismo dei loro testi si scontra con il desiderio di infinito e di unione di anime. Come la luce e l’ombra rappresentano gli opposti effetti della medesima causa, così l’eterna ambivalenza che permea l’intera produzione dei Cigarettes After Sex rappresenta il punto di equilibrio del loro sound. Perfino la voce del frontman Greg Gonzalez non si sottrae al gioco delle dicotomie. Il particolarissimo timbro androgino della sua vocalità diventa quasi l’unica forma possibile attraverso la quale esprimere le loro ultraterrene aspirazioni erotiche.
Le loro esibizioni assomigliano così a una sorta di liturgia nella quale si celebrano l’amore carnale e quello idealizzato. Luci soffuse, scenografie minimaliste, immagini di fuochi che si consumano e cieli stellati in background non sono semplicemente elementi di contorno dello spettacolo ma parti invariabili ed essenziali che servono per avvolgere gli spettatori nella spirale romantica ed elegante dei loro brani. I profili della band, il palco, le luci nella loro ripetitività sfumano quasi a scomparire. Le loro chitarre echeggianti, le linee di basso ripetute, le piccole variazioni che legano gli accordi dei loro brani ipnotizzano impercettibilmente gli ascoltatori fino a far diventare il mondo intorno pura astrazione e le emozioni che suscita il contatto fisico, il toccarsi, il fare l’amore l’unica realtà tangibile.

 

Naturalmente affinché la magia si compia è necessario disporre di canzoni capaci di trasmettere questi sentimenti allo spettatore. Brani che si differenzino fra loro ma non troppo, in modo da lasciare che il fluire sonoro appaia in qualche modo uniforme. E poi che siano anche morbidi al punto giusto per sospingere l’animo verso una dimensione romantica. Nel loro album di esordio, tutti questi elementi coesistono in un miracoloso equilibrio. I Cigarettes After Sex riescono incredibilmente a confezionare delle tracce delicatamente slowcore, eppure mai tediose, fragili ma al contempo compatte, straordinariamente mature pur essendo parte di un’opera prima. Una simile raffinatezza è assai rara da riprodurre. Già nell’opera successiva non si ritrova la stessa freschezza. E probabilmente non si ritroverà mai più neanche in futuro. D’altronde questa è l’unica disperata certezza che tutti i romantici hanno: nulla è destinato a durare per sempre... bisogna assaporare la vita nella sua effimera transitorietà.

Dagli esordi ai tour mondiali

 

Non vi è nulla di costruito nel successo dei Cigarettes After Sex.  Il loro nome è arrivato sulla bocca di tutti in maniera inaspettata e insperata attraverso il tam-tam dei social network. Partiti da un ambiente periferico rispetto ai circuiti principali della musica mainstream, sono riusciti a imporsi dopo tanti anni di assoluto anonimato. La loro città di origine, El Paso, è il posto di frontiera per eccellenza. Molto ben nota agli amanti della settima arte per via dei numerosi registi che l’hanno scelta come set per i loro film (Tarantino, i fratelli Coen, Eastwood, per citarne alcuni), è una località che vanta una prestigiosa tradizione nell’ambito delle produzioni cinematografiche.
Anche la famiglia di Greg Gonzalez lavora nell’ambito della distribuzione video. Il futuro frontman, poco incline allo studio ma affascinato dal grande schermo, passa la sua adolescenza a divorare i numerosi Vhs che si ritrovava in casa. Lui stesso ammetterà in seguito che, se non avesse avuto successo nel mondo della musica, probabilmente avrebbe provato a intraprendere una carriera come regista. Fortunatamente, però, si appassiona ben presto anche al rock e prova a mettere su una band: i Cigarettes After Sex.

 

I primi passi della neonata formazione non fanno presagire un futuro radioso. Dalla fondazione, avvenuta nel 2008 al 2012 non avviene nulla in particolare. Dopo quattro anni di esibizioni amatoriali, decidono di registrare quattro canzoni in un Ep chiamato senza troppa fantasia I. Il luogo preposto è piuttosto insolito: la tromba delle scale dell’Università del Texas a El Paso. Ciò contribuisce a far circolare la notizia del loro debutto localmente, ma non sarà sufficiente per accrescere la loro notorietà in maniera significativa. Non nell’immediato, almeno. Tutto cambia, infatti, un paio di anni più tardi, quando decidono di inserire gli stessi brani nel loro canale YouTube. In questo caso, infatti, il democratico popolo della Rete mostra un deciso apprezzamento per la tenera ballata “Nothing’s Gonna Hurt You Baby”, facendo schizzare il numero di visualizzazioni in poco tempo. Si tratta di un punto di svolta per la band che nel frattempo aveva trovato un assetto stabile nei suoi componenti: oltre al frontman alla voce e chitarra vi sono anche Phillip Tubbs alle tastiere, Randy Miller al basso e Jake Tomski alla batteria.
Forti di questi primi segnali positivi, l’anno seguente Gonzalez e compagni decidono di trasferirsi a Brooklyn e di registrare il singolo “Affection”. Nella stessa incisione includono anche una fortunata cover in versione ambient di “Keep On Loving You” dei REO Speedwagon. Entrambe le canzoni ottengono un ragguardevole successo e contribuiscono a imprimere un’accelerazione alla loro carriera.
Nel 2017, infatti, dopo ben nove anni di gavetta, i Cigarettes After Sex riescono a farsi produrre il loro omonimo album di debutto. Curiosamente decidono di non includere al suo interno la hit “Affection”, sebbene avesse sonorità affini a quelle delle altre canzoni presenti nell’album. La loro opinione era che il brano avesse già fatto la sua storia e non occorresse inserirlo nella tracklist del nuovo lavoro. Ironicamente dichiareranno successivamente di sentirsi affini in questa decisione ai Beatles che per la stessa ragione avevano deciso di non includere “Penny Lane” nel loro capolavoro “Sgt Peppers”.

 

cig20Notturno e minimale (proprio come la copertina), semplice ma efficace, l’esordio dei Cigarettes After Sex (2017) mette in sequenza storie di piccoli e grandi amori, con dolcezza, navigando su evoluzioni anche molto lente (“Opera House”), presentando con smisurata grazia sinuose bedroom stories (“K.” già da sola varrebbe il prezzo del biglietto) che si srotolano fra lenzuola di seta, cercando riferimenti musicali sia dentro (“Sunsetz” e “Apocalypse” sono 100% Legrand + Scully) che fuori - “Each Time You Fall In Love” è strappata al George Michael più intimista - dai tradizionali canoni indie.
È un lavoro che sa essere anche piacevole e avvolgente (“Truly” e “John Wayne” serbano persino una certa “immediatezza”) e che ha fatto innamorare senza riserve un'enorme schiera di fan. La traccia di apertura è “K.” da cui è stato estratto il primo singolo. Si racconta di un amore finito male e di un cuore spezzato.
I rapporti interpersonali, il desiderio carnale e l’amore sono le tematiche ricorrenti in tutto l’album. Non di rado i testi diventano piuttosto espliciti e la donna assume una dimensione puramente estetica: dispensatrice di gioia (nel caso si mostri compiacente rispetto ai desideri degli uomini) o di malinconia (quando è lontana o emotivamente non disponibile). Eppure, Cigarettes After Sex rimane un album elegante e garbato. La voce androgina di Gonzalez imprime un sigillo poetico anche alle parole più grevi; il resto della band, come in una danza, appare e scompare in delicate e allo stesso tempo impercettibili variazioni sonore. In “Sunsetz” il basso di Miller si erge incontrastato nell’accompagnamento della voce nel ritornello; nella successiva “Apocalypse” quasi si dissolve sovrastato dalla batteria e dal dolce sottofondo della tastiera. In altri brani come “Opera House” la parte strumentale rimane solo da accompagnamento per meglio valorizzare le parole di Gonzalez.
Si tratta in definitiva di un eccellente album di esordio che otterrà anche un buon riscontro di vendite oltre confine. In men che non si dica la band texana si ritrova dunque catapultata nelle arene di tutto il mondo dopo anni di semianonimato. Anche la critica si mostra tendenzialmente benevola nei confronti dei loro brani giudicati fortemente evocativi, notturni e minimali.

 

Chiaramente però ci si aspetta di vedere come il quartetto americano avrebbe retto alla prova del tempo. E, a giudicare dalla qualità del loro secondo lavoro, Cry, pubblicato due anni dopo l’album di esordio, l’hype su di loro pare destinato a sgonfiarsi. Non perché non vi siano canzoni di qualità al suo interno. Basti citare la dolcissima “Heavenly” (con un incipit che si ferma a due passi dalle porte della new wave). O anche “Hentai”, una lenta ballata in cui la voce androgina di Gonzalez si attarda a raccontare di anime pornografici giapponesi fra chitarre elettriche pizzicate e una linea di basso malinconica.
A queste, per la verità, si contrappongono episodi un po' troppo narcolettici, privi di particolari guizzi musicali (“You’re The Only Good Thing In My Life”, “Falling In Love”). Al di là però della valutazioni sui singoli brani, il limite più evidente di Cry è che manca di equilibrio. Il magico bilanciamento fra romanticismo e sensualità, fra atmosfere da nouvelle vague e incursioni passionali che caratterizzava Cigarettes After Sex sembra ormai svanito.
Le trame erotiche in Cry sono fantasie adolescenziali, lontane dalle sofisticate visioni decadentiste o dalla spudoratezza di linguaggio ispirata alla poetica di Brautigan del precedente album. Musicalmente Mazzy Star e Beach House restano fra i riferimenti più evidenti.

 

L’auspicio era che attraverso questo secondo lavoro i Cigarettes After Sex potessero ridurre le distanze rispetto ai propri modelli. Non ci sono riusciti, almeno per questa volta. Le loro melodie sembrano a volte avvilupparsi su se stesse senza idee. Corpi che si cercano, lenzuola di seta, toni chiaroscurali, candele profumate, oceani di morbidezza e fragilità potrebbero non bastare più. Il rischio di diventare patrimonio esclusivo di ragazzine innamorate dalla lacrimuccia facile è reale.
Qualcosa, tuttavia, si muove all’orizzonte. La gestazione del terzo lavoro sta prendendo tempo, nuovi equilibri si stanno formando all’interno della band. Tubbs ha deciso di intraprendere una carriera lontano dal gruppo. Nel novembre 2022 è stato rilasciato un nuovo singolo, “Pistol”, che probabilmente è il preludio al loro terzo album.

 

Contributi di Claudio Lancia (“Cigarettes After Sex”, "Cry")