Aereogramme

Sleep And Release

2003 (Chemikal Underground)
post-rock

Che bella sorpresa, gli Aereogramme. Balzati prepotentemente all'attenzione delle cronache musicali con "A Story In White" del 2001, rendono giustizia all'hype con questo "Sleep And Release". Difficile etichettare la musica degli scozzesi, tante sono le influenze, a volte anche apparentemente contrastanti, che si possono riscontrare nei dieci pezzi del disco. Sicuramente la matrice sonica è quella prevalente; come non riconoscere i muri di suono alla Sonic Youth, riff acidi alla Pixies, ma anche una qualità melodrammatica e una pulizia di suono che ha sapore di progressive settantino. Il rock dei Novanta non poteva mancare all'appello, Smashing Pumpkins qua e là principalmente, ma il tutto è filtrato da una sensibilità post-punk che elude l'elemento hard-rock ed evita al sound d'insieme di risolversi in una pallida imitazione del grunge. La voce di Craig B (ex Ganger), delicata, fragile, sempre sul punto di spezzarsi, a metà tra quella di Matthew Bellamy (Muse) e Som Wardner (My Vitriol), riesce altresì a essere psicotica quando le sciabolate metalliche dei compagni lo richiedono, mentre l'uso frequente d'archi e la presenza di corpuscoli elettronici in diversi pezzi rende ulteriormente suggestivo il sound, oltre a dimostrare la cifra stilistica del gruppo.

La prima traccia "Indiscretion #243" è una macchina vomita-riff, con una linea di basso minacciosa ben in evidenza; il pezzo, melodico al punto giusto, dimostra cosa sarebbero potuti essere i Weezer se avessero deciso di comporre musica seria. "Black Path" è la "Tonight Tonight" degli Aereogramme, maestosamente orchestrale, con tanto di cantato romantico. L'alternanza quasi metodica di brani soffici e tirati è il punto di forza del disco, per questo non troppo metallico né troppo stucchevole, così da non risultare noioso dopo svariati ascolti. Ancora quiete in "A Simple Process Of Elimination", un'originale composizione elettro-ambientale, con tanto di archi e cantato sognante, non distantissima dalle aurore boreali evocate dai Sigur Rós.

Debordante, invece, "No Really Everything's Fine", con un muro di suono eretto su devastanti stratificazioni chitarristiche, passate attraverso le lenti deformanti dei Sonic Youth. Nel prog-metal alla Tool si specchiano "Older" e "Wood", con cambi di ritmo e di umore, alternativamente calme, quindi scosse da sciabolate metalliche e dal cantato hardcore, sgolato e ossessivo di Craig B.

Se i Pixies più esagitati vengono omaggiati nell'assalto melodico di "Yes", l'album si chiude con un paio di composizioni di valore assoluto: splendida "In Gratitude", una romantica ballata dimessamente cantata, con la voce di Craig B cullata dagli archi e accompagnata da una batteria che risuona in lontananza, mai invasiva. La traccia numero dieci, senza titolo, tenta invece di riproporre i crescendo emotivi dei Mogwai, dimostrando in primis come il suono degli Aereogramme si dipani in mille rivoli, e poi una quantità di idee che il formato canzone sembra quasi reprimere.

In conclusione, i nomi chiamati in causa sono molteplici, di certo importanti, ma i loro insegnamenti vengono miscelati in un impasto sonoro a volte disomogeneo, comunque altamente personale. Gli Aereogramme dimostrano che nel 2003 ha ancora senso fare rock "energico", con chitarra basso e batteria, senza doversi necessariamente accodare al revival garage-blues-rock'n'roll in voga in questo periodo.

25/10/2006

Tracklist

  1. Indiscretion
  2. Black Path
  3. A Simple Process Of Elimination
  4. Older
  5. No Really, Everything's Fine
  6. Wood
  7. Yes
  8. In Gratitude
  9. A Winters Discord

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