Il primo album firmato semplicemente Jason Molina è in realtà il gemello di quel "Magnolia Electric Co." che, nel 2003, aveva sancito il definitivo (?) abbandono del moniker Songs:Ohia. Realizzato insieme al predecessore, "Pyramid Electric Co.", esce in una seducente versione in vinile (accompagnata dal cd, come fecero un tempo gli Shellac di Steve Albini) e annuncia la completa maturità del ragazzo di Lorain.
Una escursione solitaria (il solo compagno è Mike Mogis alla produzione), distante dall'energia elettrica dell'album fratello e immersa nelle acque più profonde del cantautorato americano. Molina fa tutto da solo, con chitarra e pianoforte, evidenziando oltre ogni limite un concetto di intimismo legato alla costernazione ultima, estranea a qualsiasi forma di conforto. Un viaggio in sette tappe, in cui non si intravede nemmeno la parvenza di una fioca luce, costretta in una soffocante soffitta dall'intransigente dominio dell'oscurità assoluta.
I rimandi al miglior Oldham sono sempre presenti, ma forse è questa l'occasione in cui Jason riesce ad avvicinarsi con maggior consapevolezza al maestro. L'urgenza comunicativa è espressa compiutamente grazie a un folk anestetizzante, denso di amarezza blues e privo di maschere sonore in potenza accattivanti: un uomo spoglio si mostra al mondo, sconfitto e impotente, succube dello scorrere degli eventi.
Un disco asciutto e compatto, sincero e solido, anche nelle inevitabili carenze di un personaggio discontinuo qualitativamente, ma coerente e genuino nella proposta. Con ogni probabilità il migliore di una carriera sopravvalutata, ma che oggi riesce a spiegarci, attraverso una drammatica sincerità, il suo perché.
12/12/2006
1. Pyramid Electric Co
2. Red Comet Dust
3. Division Street Girl
4. Honey, Watch Your Ass
5. Song of the Road
6. Spectral Alphabet
7. Long Desert Train