Beautiful New Born Children

Hey People!

2005 (Domino)
garage-punk

"Hey People!" è il titolo del debutto da parte di un nuovo quartetto tedesco, i Beautiful New Born Children, che nel 2003 ha spedito un misterioso Cd-R alla Domino, e che - passato qualche tempo - si è visto produrre e pubblicare sotto forma di Lp (anche se di durata confrontabile con quella di un Ep) le loro prime sfuriate garage/Stooges-pop. Così, Per Beckett (già negli Schneider TM) e compagni ora possono vantare una non indifferente acquisita visibilità, a coronamento di un lavoro ancora acerbo e non esattamente distintivo, ma pure - in ultima analisi - dai risvolti interessanti.

L'album appare scaltro e casinista fin dalle prime battute ("Do The Do"), dotato di scatto iper- Strokes-iano accelerato, voce filtrata in bassa definizione e un vortice di feedback nella conclusione. Ma il seguente "Paper Mill" ha un riff più colorato e bonaccione (sopra cui s'innesta un vocalismo ancora Hives-Strokes) e una seconda chitarra inquieta dal fantasioso contrappunto, che si libra di furia detonante nel chorus fino a produrre, nella chiusa, una sospensione di una qualche drammaticità. Così dicasi per la baldoria rumorista di "Up And Down And Round And Round", in cui queste tensioni spicciole accumulate lungo l'ascolto si sfogano in cacofonia soverchiante e la costruzione diventa mirata (cioè fuoriesce dalle semplici schegge punk). Si parte con un riff instabile e vocals affossate dalle distorsioni e si giunge, dopo poche battute, a un'ampia coda fatta d'ultra-cacofonia, di magmi indistinti, di innalzamenti maniacali e terroristi di rumore bianco.

Queste intuizioni brillanti non prevedono, però, un programma preciso di applicazione sulla lunga distanza. Già "A Good Dose" è al limite del riempitivo (per un album di 22 minuti), anche se verso la conclusione si fa sentire qualche spolverata electro-kraut, e la produzione deturpa, omologandole alla scena modaiola del revival, certe piacevolezze melodiche vaudeville-bluesy contenute in "I Do Too". "Left, Right, Forward" ha ritmo elevato per un riff anonimo, anche se scardinato da nuove erosioni dissonanti e arroventate della seconda chitarra. "Ok, Allright, Fine" fa il verso alla "White Riot" Clash-iana, mentre la solita chitarra free-form si preoccupa di introdurre uno sguaiato chorus-requisitoria.

Le apparenze sono quelle di una collezione di garage revival, ma le movenze e lo spunto sono quelli dell'attacco noise-rock, contaminato con stereotipi da Sonics, Flipper e compagnia disturbante, con un epilogo di sbilanciamento definitivo e immodificabile alla "European Son". Il chitarrista era un bassista, il bassista un chitarrista. Canzoni di maniera, scansioni di secchezza immediata e incisione vintage-retro, ma il ritmo è ripetitivo e meccanico.

09/02/2010

Tracklist

  1. Do The Do
  2. Paper Mill
  3. A Good Dose
  4. I Do Too
  5. Left, Right, Forward
  6. Hey Heartbreaker
  7. Ok, Allright, Fine
  8. Hectic Control
  9. Up And Down And Round And Round

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