Fursaxa

Lepidoptera

2005 (ATP Recordings)
free-folk

La musica è emozione. Un filo di solennità indecifrabile proteso verso la divinità. Un lago di beatitudine in cui anche l'angoscia e la disperazione sembrano ritrovare un senso, amalgamando le loro filigrane con il respiro dell'eterno. "Lepidoptera" è uno di quei dischi che vivono di quel respiro. Al suo primo cd ufficiale dopo tre album su vinile (promettenti e da riascoltare), Tara Burke (in arte Fursaxa) ci regala una delle opere più potenti e suggestive dell'anno, con l'apporto produttivo dei fratelli Gibbons (Bardo Pond), musicalmente attivi anche con qualche parte di chitarra. Percussioni, organo, flauto, chitarra, accordion e voce: tutto miscelato per un volo senza tempo dalle parti di Nico, verso alcune lande "globali" di certo Don Cherry, tra le pieghe della Kendra Smith più solenne e ieratica e qualche vetta di drone-music dall'afflato totalizzante.

La libertà che questa musica richiama è veramente abissale. "Freedom" è quasi un rituale religioso, in cui la trascendenza di un vuoto che ci accompagna perennemente si sporge da dietro il bagliore della voce che si perde tra i suoi echi e le sue sfumature armoniche. Il deserto solcato dal richiamo di un flauto lontano; scampanellii come sciami di insetti fannulloni e felici; una voce desolata e narcotizzata: "Purple Fantasy" è puro descrittivismo sonoro. Cerchi di fuoco come feste pagane accese da coralità primitiva ("Velada"); celebrazioni di un Dio irraggiungibile ("Karma") che sbadiglia sulla veranda di casa, pipa accesa e sguardo austero. La creazione di uno spazio in cui poter liberare significati nascosti e ormai sepolti.

L'ascesa di un desiderio di immortalità verso un cielo ammutolito ("Tyranny"). La preghiera tramutata in respiro ("Moonlight Sonata") e lasciata vacillare, tremante di paura e di terror panico. Diamantine corde e radiosa psichedelia vocale che dipanano gomitoli cosmici ("Neon Lights"). Quello di Fursaxa è un universalismo religioso che fonda la sua cifra sonora su di un vibrare arcaico e "nascosto".

Molti parleranno di free-folk, certo. Ma, invero, qui il folk è da intendersi come uno spazio libero in cui la musica si tramuta in omaggio sacrificale sotto forma di cerimoniale tragico e, al contempo, liberatorio, magico e salvifico ("Poppy Opera"). Cerimoniale che, un'umanità solennemente incolonnata lungo un deserto senza limiti, costantemente imbastisce e perpetua nei secoli ("Russian Snow Queen").

Se non riuscite a versare nemmeno una lacrima davanti alla struggente bellezza cristallina di "Pyracantha" (voce e chitarra galoppante), allora, per piacere, fate domanda alla Nasa e aspettate di essere spediti su Marte! Nel frattempo, noi altri potremo per l'ennesima volta annegare nel maelstrom angelico/infernale di "Una De Gato", ultimo avamposto di vibrazioni ipnotiche prima del silenzio.

22/02/2010

Tracklist

1. Freedom
2. Purple Fantasy
3. Velada
4. Moonlight Sonata
5. Neon Lights
6. Karma
7. Poppy Opera
8. Russian Snow Queen
9. Pyracantha
10. Tyranny
11. Una De Gato

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