Marmaduke Duke è un combo britannico (non è dato sapere, al momento, né residenza né base operativa precise) alle prese con estetismi d'enigmi e dragoni, ispirati palesemente da Tolkien e legittimati da presunti ritrovamenti (da parte dei genitori dei membri della band) di documentazioni circa loro oscure discendenze mitologiche. Ne nasce la figura del Duke, a ispirare il loro debutto pubblicato dalla neonata Captains Of Industry, con il titolo di "The Magnificent Duke". Rock nevrotico e trasversale, afferente in tutto e per tutto all'hardcore progressivo degli anni 90 e alle ballate languide codificate dall'hard-rock esistenziale, ma pure un'attenzione particolare a una serie di brani strumentali più avventurosi.
Inizialmente, a mettersi in evidenza sono in ogni caso i brani veloci e articolati. Si va dalle semplificazioni dei Mars Volta più irruenti in associazione via via con le sfuriate à-la Mike Patton ("The Kill And The Kure") o con l'Armenia dei System Of A Down e le loro stesse variazioni sferzanti ("The Kiss And The Consonant", pure con una citazione dei NoMeansNo). L'attacco Queens Of The Stone Age di "The False And The Cinematic" prelude a una zona più lineare e accessibile. I brani in tempo lento stemperano, di volta in volta, queste presunte asprezze; così, dall'inciso medievaleggiante di "An Imposter And A Magician" al midtempo per chitarre sovraccariche di suono di "A Fox And A Cake", fino al canto ombroso su accordi staccati di acustica di "A Conspiracy And A Devil", i Marmaduke trovano il bilancio perfetto per portare avanti l'opera.
Ma non basta. A complicare l'azione perviene a questo punto un pugno di brani strumentali. Se il ticchettio sopra il battito robotico delle due chitarre effettate di "Fridge And Fromage" è riempitivo, almeno il puro mormorio di fuzz di "Village And Minotaur" ha un che di atmosferico, e "Piggery And Peccary" accentua le percussioni e l'incedere delle chitarre fino a portare dalle parti dello sludge spicciolo e a un'intensificazione del tribalismo di sottofondo. In "Paul And Alexander" lo spunto ritmico si fa più incalzante che mai, mentre "Coast And Guard" chiama addirittura in causa certe peregrinazioni fratturate e cerebrali dei Tortoise di "Millions Now Living".
Tutto giocato su suddivisioni in base tre e letture trasversali della tracklist (notare la scansione degli articoli dei titoli), è soprattutto la prima parte di una trilogia (che sarà completata con "Duke Pandemonium" e "Death Of The Duke", di ventura pubblicazione) che condurrà a una risoluzione: chi sarà e a cosa porterà questo fantomatico Duke? Per il momento c'è un problema che si approssima per eccesso, ma ugualmente non trascurabile: al rinforzo del concept corrisponde la pura ispirazione dei singoli pezzi, mentre l'atmosfera generale cambia a comando.
Tra brani improvvise angolazioni prog-core, ballate semi-acustiche sovraincise e strumentali post-industriali a base di fuzz e inserzioni electro di fattura artigianale, a contendersi sono semmai tre nuclei creativi assoggettati più da godibilità superficiale che da reale vena mistica. Le opposizioni, le dicotomie presenti nei titoli dei brani spesso e volentieri rimangono lì, sulla carta. Aiuti live da membri di Biffy Clyro e Sucioperro.
13/12/2006