Out Hud

Let Us Never Speak Of It Again

2005 (Kranky)
punk-funk
6.5

I !!!, venuti agli onori delle cronache l'anno scorso con "Louden Up Now", una buona miscela di dance e punk-funk, nascono a Sacramento nel 1996, in parallelo a un'altra band, con cui condividono tre elementi.
Taylor Pope, Nick Offer e Justin Vandervolgen (chitarra, voce e basso) sono infatti i protagonisti assieme alla violinista Molly Schinct e a Phyllis Forbes del progetto Out Hud.
La carriera dei due gruppi procede di pari passo, e, un anno dopo l'esordio sulla lunga distanza dei !!! (con disco omonimo del 2001), tocca agli Out Hud cimentarsi nell'impresa. Il risultato è "S.T.R.E.E.T. D.A.D.", la versione post dei !!!, sei lunghi brani strumentali con ambizioni, coraggio e qualità indubbiamente maggiori rispetto al gruppo gemello (che viene a porsi un po' come progetto di facciata, per quanto gradevole).
Da allora passano tre anni e la band dà alle stampe il suo secondo Lp, "Let Us Never Speak of It Again".

Se i !!! per la seconda prova avevano cambiato ben poco della loro formula, per gli Out Hud non può dirsi altrettanto. Il disco si presenta diviso a metà tra nuovo e vecchio.
Il vecchio è rappresentato da tre lunghe digressioni punk-funk in salsa post, mentre il nuovo sono i brani restanti, delle canzoni vere e proprie (affidate a una voce femminile), che traspongono il punk-funk del gruppo in ambito disco-pop. Ed è proprio da questo versante che arrivano le cose migliori.
"It's for You", aperta da una pulsazione elettronica su cui si stagliano colpi di percussioni, improvvisamente si apre in un ritornello immediato per chitarra tra funk e wave e synth, prima di sfociare in una coda per piano jazzato e battito funky; "How Long", dopo una intro di violini esotici (di circa un minuto), mostra la sua faccia disco-funk, condita da un bel giro di tastiere in arrangiamento prima di indovinare il secondo ritornello immortale del disco, con epica apertura di synth e melodia rilassata.
Due brani perfetti per melodia, arrangiamento e ritmo.
Le altre due canzoni, seppur non a questi livelli, sono comunque molto meritevoli: "One Life to Leave", dominata da un giro di basso ritmato, è preda di violente incursioni punk-funk e sullo sfondo è trascinata un battito dance a ritmo di treno; "Old Nude" carbura lentamente, parte con una declamazione pacata su scampanellate funk e batteria sempre più insistente prima che, accompagnato da un violino suadente, un susseguirsi di figure elettroniche funga da base a una eterea melodia (che esprimerà le sue potenzialità quando sarà ripresa con arrangiamento per cristalli nel minuto di "The Zillionth Wait").
Se i nuovi Out Hud funzionano perfettamente, meno lo si può dire dei vecchi: le lunghe digressioni di "The Song So Good They Named It Thrice" (8 minuti) e "Dear Mr. Bush, There Are Over 100 Words for Shit and Only 1 for Music" (11 minuti), basate su invenzioni di tastiere e melodie di violino, appaiono piacevoli ma dispersive (e comunque minori rispetto a quelle contenute nel disco d'esordio); meglio fa "2005: A Face Odyssey" (7 minuti), che si fregia di un ipnotico giro di piano con contrappunti di chitarra, prima che un violento colpo di synth porti tutti nello spazio aperto.

Conclude "The Stoked American", bizzarra cantilena straniante. "Let Us Never Speak of It Again" in pratica rappresenta un passo a lato rispetto a "S.T.R.E.E.T. D.A.D.": seppure appaia preferibile il lavoro precedente, non si può negare in tutta onestà i grandi passi in avanti della band in personalità, né la loro perizia e il loro talento negli arrangiamenti e nel cesellare le strutture dei brani (che racchiudono idee e influenze molteplici, anche se il risultato può peccare, a tratti, di freddezza).
Resta un pizzico di amaro, perché potenzialmente il disco (che tra l'altro, lascia l'impressione di finire troppo presto) poteva essere migliore di quel che è, e l'aspettativa per il futuro, a questo punto, diviene ancora più alta.

Tracklist

  1. This Just in
  2. It's for You
  3. One Life to Leave
  4. Old Nude
  5. The Song So Good They Named It Thrice
  6. How Long
  7. 2005: A Face Odyssey
  8. The Zillionth Wait
  9. Dear Mr. Bush, There Are Over 100 Words for Shit and Only 1 for Music
  10. The Stoked American

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