Martha Wainwright

Martha Wainwright

2005 (V2)
folk-pop

E' sempre il solito discorso: quando si è figli d'arte in alcuni casi si è bravi, ma si riesce a raggiungere un'iniziale grande visibilità soprattutto grazie al cognome che si porta; senza quel nome il percorso sarebbe risultato più difficile e impervio.
Non che il cognome Wainwright sia così altisonante, nel senso che rimane un cognome di nicchia, noto soprattutto agli abitudinari di certi suoni, però aiuta, e non si fa nulla per tenerlo celato.
Per farla breve: mamma e papà della signorina Martha sono due leggende della musica folk, il fratello è Rufus, il più famoso della famiglia, lei è cresciuta in un ambiente dove qualsiasi circostanza non ha fatto altro che avvicinarla al grande debutto.
La signorina Wainwright, nata a New York e cresciuta in Canada, classe 1976, dopo un paio di Ep che avevano fatto drizzare le antenne a molti, esce così per la prima volta sulla lunga distanza e lo fa con un disco discreto, che ci lascia il seguente dubbio: "L'avremmo mai ascoltato senza quel cognome ben visibile sotto gli occhi?".

Eppure l'inizio promette bene, i primi pezzi son carini: "Far Away" e "Gpt" fanno presagire un esordio coi controfiocchi, "Factory", già ascoltata in una versione leggermente diversa nel suo primo omonimo Ep, si dimostra all'altezza della situazione, poi, con l'avanzare delle tracce, il lavoro si trascina sempre più stancamente verso la conclusione.
Il disco è prevalentemente pensato e concepito per voce e chitarra acustica, con alcuni picchi leggermente sopra le righe, ed è composto di sedici ballate pop-folk condite da una voce che si fa abilmente apprezzare, in particolare nelle situazioni più delicate.
Spesso Martha cerca di sopperire alla carenza di idee proprio con le sue indiscusse capacità vocali, cosa che le consente di dar vita a qualche episodio particolarmente felice e riuscito ("Ball And Chain" sarebbe un perfetto singolo da Fm).

Un plauso per il fatto di dimostrarsi una brava autrice (scrive l'intero album con la sola eccezione di "Whiter Must I Wander") e una cantante duttile: si ascolti a tal proposito la conclusiva "Dis, Quand Reviendras Tu?", dove Martha si propone come eccellente interprete della chanson française più tradizionale.
L'eleganza formale e la classe cristallina di "When The Day Is Short" si alterna ai momenti troppo lamentosi di "Bloody Motherfucking Asshole" (non bastano un paio di parole dette in maniera sfacciata per fare una grande canzone), "Who Was I Kidding" e "Baby", o troppo privi di mordente, come nel caso di "These Flowers" e "This Life".

Mamma Kate è presente in un paio di episodi e il fratello Rufus le dà una mano intervenendo nel duetto "Bring Back My Heart" e nel backing vocal di "The Maker", ma, al di là della piacevolezza dell'ascolto, da una Wainwright ci saremmo aspettati un briciolo di coraggio in più, ci saremmo augurati di scoprire un Jeff Buckley o un Elliott Smith al femminile, quasi a voler compensare la loro prematura dipartita, e invece anche stavolta le nostre speranze risultano vane e lasciano un vuoto solo parzialmente riempito da una manciata di canzoni che ascolteremo con piacere per poi tuffarci nuovamente nella nostra ricerca senza fine.

Per i maniaci completisti, da segnalare che Martha ha interpretato uno swing della colonna sonora del film di Martin Scorsese "The Aviator" ("I'll Be Seeing You"), dove appariva anche in un breve cameo, e ha inoltre prestato la voce al vivace "Star Crossed Lovers", brano eseguito con i Propellerheads contenuto nella compilation "Red Hot + Indigo".

Tracklist

  1. Far Away
  2. GPT
  3. Factory
  4. These Flowers
  5. Bell & Chain
  6. Don't Forget
  7. This Life
  8. When The Day Is Short
  9. Bloody motherfucking Asshole
  10. TV Show
  11. The Maker
  12. Who Was I Kidding
  13. Whither Must I Wander
  14. Bring Back My Heart
  15. Baby
  16. Dis, Quand Reviendras Tu?

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