Massimo Sorrentino Group

La Notte Dei Tempi Viventi

2006 (Comar 23)
jazz

Attivo dal 2002, il progetto del Massimo Sorrentino Group si inserisce nell’ambito della variegata tradizione jazzistica con garbo e sincera dedizione, senza per questo obliare del tutto la propria personale tensione espressiva. Orbitanti nell’area napoletana, tutti i musicisti coinvolti (Daniele Sorrentino al basso e contrabbasso; Mario Toscano alla batteria; Andrea Rea al piano ed alle tastiere — oltre ad alcuni comprimari) dimostrano un’ottima padronanza dei propri strumenti, strutturando un interplay ricco di sfumature e qualche volta anche capace di interessantissime deviazioni dalla norma.

Tutto ruota, comunque, intorno alla chitarra di Sorrentino (artista nato a Pescara ma da tempo residente tra Napoli e Roma): una chitarra capace di passare da un suono etereo e languido a quello più ammantato di clamore psichedelico. Sullo sfondo, una musica che col passare del tempo ha incominciato ad esplorare territori nuovi, grazie anche all’apporto di strumenti come la fisarmonica, la tromba, il filicorno, il synth e le percussioni. Confini che si allargano, quindi, e che hanno nell’intarsio di world-music su delicatissima superficie jazz di “Me(Dio) fra te e l'oriente” il momento di massimo fulgore. L’atmosfera, mai sopra le righe, è trasognata e disincantata nell’iniziale “Pioggia di lacrime d'avorio”, con meditazioni e fughe di chitarra, ma anche saliscendi pianistici (davvero buono il lavoro di Rea) di sicuro impatto, anche se incapaci, ancora, di quella maturità revisionistica capace di elevare il tutto al di sopra della media.

Sorprende di più, invece, “Serendipity”, con la sua ariosità tutta mediterranea, il suo incedere narrativo e sicuro di sé, con sfavillanti linee melodiche che, nella loro subdola malinconia, parlano di spazi immensi o crepuscoli pacificati. “Plonger en Normandie” ha dalla sua, invece, un’architettura sfuggente, in cui i moti del cuore declinano arabeschi sofisticati. Nonostante il titolo, poi, “Inquieto spleen” libera sensazioni di assoluta tranquillità, sullo sfondo di un interplay d’alta classe, con piano e chitarra intenti ad esplorare le loro tastiere con gustosa creatività e con l’orecchio rivolto a certe classiche melodie “bachiane”. Un pacato descrittivismo impregna, invece, “Phase bagher” (con il Pat Metheny Group nel cuore), mentre “Sweet wave” swinga latina con grazia e ardore, intanti che la tromba (Peppe Fiscale) e la fisarmonica (Tony Sorrentino) contribuiscono a rallegrare ulteriormente le danze. Sorprende ancora, poi l’incanto elegiaco di “Stéphanie” (per sola chitarra), prima che la lunghissima title-track ci regali il brano più compiuto del lotto. Diversi quadri musicali si contrappongono, dandosi il cambio con notevole senso dinamico e “progressivo”, per una digressione di chiara ascendenza jazz-rock, in un mescolarsi vorticoso di stasi e sfuriate improvvise (con Sorrentino in veste di cerimoniere “elettrico”).

Alla fine, anche se la sensazione è che i Nostri sono solo all’inizio, non ci resta che augurarvi di imbattervi in queste nove piccole composizioni, perché, dopotutto, sincerità e dedizione meritano rispetto.


05/11/2006

Tracklist

  1. Pioggia di lacrime d'avorio
  2. Serendipity
  3. Plonger en Normandie
  4. Inquieto spleen
  5. Phase bagher
  6. Me(Dio) fra te e l'oriente
  7. Sweet wave
  8. Stéphanie
  9. La notte dei tempi viventi

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