Black Heart Procession

The Spell

2006 (Touch And Go)
alt-rock

E’ sempre l’oscurità l’indicatore principale della cifra espressiva dei Black Heart Procession.
Lo conferma "The Waiter#5", a sancire quell’ideale continuità con i lavori precedenti.
Anche tra gli arrangiamenti rigogliosi del controverso "Amore del Tropico", anno 2002, aveva modo di emergere il cuore corvino della musica di Pall Jenkins e soci.
Chi era/è capace leggere tra le righe, ma neanche tanto, di pezzi del calibro di "The Visitor" e "A Sign On The Road" lo avrà constatato.

Sono intanto passati quattro anni, l’attesa per questo "The Spell" c’è, ma non pare spasmodica, forse perché i Black Heart Procession non hanno più nulla da dimostrare.
Il trittico "1", "2", "3" li ha consacrati nell’olimpo della musica popolare americana dell’ultimo decennio, per via di una proposta originale e ancora oggi ineguagliata in termini qualitativi.
Qualche imitatore si è garbatamente presentato alle nostre orecchie, ma come al solito è l’attitudine a fare la differenza, e l’intensità dell’atto espressivo, che nel caso dei Black Heart Procession è notevole, pur nella composta linearità del fatto compositivo.

Ecco, ascoltate a proposito"The Replacement", incedere da thriller, con violini a stemperare parzialmente la tensione creata ad arte da una minacciosa melodia di piano e da nervosi stop and go ritmici.
Classico pezzo alla Black Heart Procession, direbbe qualcuno, ma in verità qualche piccolissima novità ci pare di scorgerla in "The Spell", soprattutto in un suono di chitarra maggiormente accentuato.
Pezzi come "Gps" e "The Fix" rimandano al Paisley underground degli immensi Thin White Rope, ma anche alla proposta di indie-rock distorto/contorto della precedente band di Pall, i Three Mile Pilot.
Dicevamo di "The Waiter#5", come fattore di continuità, ma al contempo ricettacolo di trucchi da mestierante. L’atmosfera cupa, le voci che emergono dalla tenebra, un melodioso violino in lontananza, l’angoscia dentro e fuori… un film già proiettato dai Black Heart Procession, che ne hanno fatto manifesto stilistico. E’ bene saperlo, che il pezzo affascini, e affascina effettivamente, è tutt’altro discorso.
Di ballate ammalianti ve ne sono poi diverse: "Tangled", "To Bring You Back", "The Spell", ad affermare con forza che la creatività è ancora al top.

Come concludere? Mah, diciamo che "The Spell" è un album "neutro", nel senso che i Black Heart Procession fanno esattamente i Black Heart Procession.
Non aspettatevi novità rilevanti, come potevano (in parte) essere quelle di "Amore del Tropico", qui ci sono solo le consuete grandi canzoni che evocano fantasmi e città deserte.
E la notte che fagocita i morsi della coscienza che devastano e sfigurano.

17/04/2006

Tracklist

  1. Tangled
  2. The Spell
  3. Not Just Words
  4. The Letter
  5. The Replacement
  6. Return To Burn
  7. Gps
  8. The Waiter#5
  9. Places
  10. The Fix
  11. To Bring You Back

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