Hot Chip

The Warning

2006 (Emi)
pop

Col senno di poi, il debut-album degli Hot Chip resta, per chi scrive, una delle migliori uscite del 2004. Tanto che si accinge, anche quest’anno, a far da colonna sonora nella stagione del costume da bagno e della t-shirt, col suo mix d’ironia e di synth-pop in salsa minimal funky . Logico che l’ appeal del nuovo lavoro sia alto, specie dopo aver seguito le mosse recenti della band londinese che è stata oggetto d’attenzioni da parte della Dfa (il remix di "Just Like We", ma anche la distribuzione di quest’album sul mercato americano), che ha sfornato un paio di gustosi Ep ricchi d’inediti, ed è reduce da un fortunato tour americano che a marzo ha lanciato negli Stati Uniti il singolo "Over And Over".

Hype a profusione ma, grazie al cielo, per nulla tradito, giacché "The Warning", pur non potendo contare sul fattore sorpresa del predecessore e, diciamolo, senza riuscire a mantenerne in toto gli standard, ci conferma che gli Hot Chip sono una delle band più abili e originali nel panorama del nuovo pop elettronico. Già, perché per quanto ci si possa sbizzarrire in veritieri accostamenti, questi inglesi sui generis suonano come sé stessi e nessun altro, in virtù d’una sezione vocale marcatamente ironico-svagata, e a composizioni disegnate da sonorità lineari che sposano svolgimenti niente affatto prevedibili. Ma nuovi elementi si sono aggiunti al dinoccolato sviluppo dei brani, a cominciare da un’accentuata inclinazione dance.

Pur non abbandonando mai il format vincente, l’incalzante disco funky di "And I Was A Boy From School", che si annuncia come singolo balneare per eccellenza, è il primo ad amoreggiare con le piste da ballo, aspirando a trasformarsi in manna per tutti i remixer del globo. Almeno quanto "Over And Over", ben più sbracata per via di quel clapping formato eighties , che molti proseliti ha fatto in zona Tiga, di un ritmo in levare assestato da contagiose tastierine, e della digressione robotica la cui demenzialità farebbe la gioia dei Devo. Né deve passare sotto silenzio l’introduttiva "Careful", nervoso break’n beat che riporta dritto a stagioni non ancora lambite dalla moda del revival: quelle dei primi campionamenti massicci e degli stop and go colmati da solenni aperture melodiche à-la Art Of Noise, che marchiarono a fuoco la seconda metà degli anni Ottanta.

Se da un lato la pigra "Colours" e l’eccentrica "Arrest Youself" hanno il difetto di indugiare troppo sull’ Hot Chip-style , a riportare il songwriting sui livelli abituali ci pensano il sognante dondolio della title track , il basso gommoso di "Just Like We (Breakdown)" e il synth-pop di razza emanato da "No Fit State", la cui svolta finto marziale è prossima a divenire l’ennesimo tratto distintivo della band. La ninna nanna di "Won't Wash", cui manca la voce del Phil Oakey prima maniera per avere prova di dove vada a parare, chiude un disco che colloca il nome degli Hot Chip nella categoria delle belle realtà, cancellandolo da quella, affollatissima, delle promesse non mantenute.

16/05/2006

Tracklist

  1. Careful
  2. And I Was A Boy From School
  3. Colours
  4. Over And Over
  5. Just Like We (Breakdown)
  6. Tchaparian
  7. Look After Me
  8. The Warning
  9. Arrest Yourself
  10. So Glad To See You
  11. No Fit State
  12. Won't Wash