Spektr

The Near Death Experience

2006 (Candlelight Records)
avantgarde, black-metal

L’approssimarsi e l’esperienza (im-)possibile della morte. Sono questi i nuclei tematici intorno ai quali gli Spektr, duo francese di black- metal sperimentale, imbastiscono le trame di “The Near Death Experience”, in bilico tra ortodossia e avanguardia. Memore di quella fervida scena francese di inizio anni Novanta, fautrice di un black-metal dal suono ferocemente lo-fi (un nome su tutti: Belketre), ma anche delle fondamentali, seppur misconosciute, esperienze destabilizzante di Abruptum e Velvet Cacoon, K.lk e Hth (questi i misteriosi nomi) dimostrano di avere un gusto particolarissimo per atmosfere alienate e oscure, costantemente sull’orlo di un precipizio esistenziale.

I rumori cupi e il fruscio viscido che introducono “The Violent Stink Of Twitching Terror” delineano confini immateriali intorno ad un’anima in procinto di esalare l’ultimo respiro. Ma la polverizzante bestialità black che improvvisa ne scaturisce è indice di un sussulto vitale davvero inaspettato. In questo inferno terrificante, voci mostruose, aliti dark-wave e glitch rancido affastellano batterie claudicanti e “tombali”, in una marcia viziata e al rovescio (“Astral Descent”), fin dentro un cunicolo di gelide rivelazioni soniche, tra miasmi post-atomici e lontanissime, impalpabili reminiscenze Throbbing Gristle (“Climax”).

Lì dove la morte è più nitida della vita, la realtà sembra sfigurarsi in un simulacro annebbiato, un fantasma degradato di divinità erranti (“His Mind Ravaged, His Memory Shattered”). Come colte da una tensione trascendente, allora, le dinamiche mutevoli di “Phantom Reality” lasciano divampare un volteggiare panoramico, mentre il sound finisce per assumere connotazioni quasi shoegaze . E’ chiaro, quindi, che l’intento è quello di decostruire, di liberare, in un gioco camaleontico, le componenti base del genere di riferimento, aprendo la strada per una musica capace di farsi voce “espressionista” del disagio.

Disturbi radio, frequenze tenebrose e cascami di orchestrazioni classicheggianti fanno di “Visualization” un temibile concentrato di dilaniazione psichica, uno spettro amorfo di musica per l’Apocalisse o per la sua, futura rievocazione. Non è difficile, inoltre, immaginare anche una scenografia noir , ma solcata da fumicità horror-jazz , come quella di “Whatever The Case May Be”, carica di tensione tragica. Una tensione che, per tonfi abissali, si accumula, in maniera ancora più eclatante, in coda all’estremo baluardo black di “Disturbing Signal”, procedendo, atmosfericamente malsana e mortuaria, nella panoramica cimiteriale di “Unio Mystica”, in cui il misticismo è colto nel suo volto più negativo ed inumano.

Forse non ancora del tutto matura, la formula degli Spektr è, ad ogni modo, già significativamente viscerale e disturbante, mentre "The Near Death Experience" è senz'altro uno dei dischi black-metal più importanti dell'anno.

04/12/2006

Tracklist

  1. The Violent Stink Of Twitching Terror
  2. Astral Descent
  3. Climax
  4. Phantom Reality
  5. Visualization
  6. Whatever The Case May Be
  7. Disturbing Signal
  8. Unio Mystica
  9. His Mind Ravaged, His Memory Shattered

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