That Fucking Tank

The Day Of Death By Bono Adrenalin Shock

2006 (Jealous)
rock

Il duo chitarra-batteria è ormai di routine, ne prendiamo atto. Inutile starsene qui a richiamare alla mente le numerose mini-compagini che da qualche anno a questa parte hanno (ri-)scoperto il piacere di suonare un rock travolgente, nudo&crudo. Ognuno di voi si faccia la sua piccola lista mentale e ne cerchi i punti di contatto, le sfumature, le anomalie. I That Fucking Tank si trovano lì, da qualche parte. Provenienti dai Kill Yourself, Andrew Abbott (chitarra e banjo!) e James Islip (batteria) hanno già all'attivo un esordio ("A Document Of The First Set") mediamente interessante, e in questo nuovo lavoro si confermano discreti interpreti di un suono fragoroso e "matematico", rumoroso e allucinato, che prova a riflettere il caos piuttosto che cercare di "razionalizzarlo". Un assalto sonoro come ormai siamo abituati a sentire, che azzanna con il morso di un vampiro a stecchetto per troppo tempo.

E' una musica contagiosa e febbrile, che sa anche come farci muovere il culo grazie a quel suo fascinoso pulsare sincopato e non di rado sbracato-funky ("Making A Meal For Beethoven"; "Andrew" - quest'ultima tutta paillettes metallico-fiammanti). Per chi ha adorato e adora gli Shellac, la ferocia abrasiva di "Simply The Beast" sarà come manna dal cielo. C'è tutto quello che vi serve per un po' di sano godimento-disimpegno schizoide, dalla lezioncina math-rock di "Lands And Body Go Wild" (i Don Caballero erano fottutamente grandi!) al punk galattico di "The Freedom Of Music", passando per l'incalzante "Pumping Iron" e le disarticolazioni progressive di "The Rain Comes All The Way From Siberia".

Un bel casino e una gran bella voglia di scatenare disordini, ma con pochi mezzi, senza esagerare. Tutto in economia, ma con la possibilità di concedersi il lusso di dimostrare che, in fondo, non siamo mica scavezzacollo senza arte né parte! E, allora, ecco un tremolare di corde che convoglia in un diagramma di incastri rapidissimi e fiammate elettriche ("Lands And Body Coiling Off"); o una meditazione chitarristica che vacilla dentro un'intimità sonnacchiosa ("Lands And Body Go Wild").

Hanno qualche freccia tagliente al loro arco, insomma. Scatenano disordini ("James") che mettono a soqquadro le orecchie, ma qualche volta appaiono a disagio quando cercano di tratteggiare linee intersecate di melodia e rumore che seguono direzioni diverse o opposte. Per darci la buonanotte usano addirittura un banjo ("Say Goodnight"), timido e sonnambulo in un blaterare di presenze notturne. C'è un unico problema, in fondo: vogliamo di più, molto di più!

22/12/2006

Tracklist

  1. Good Morning
  2. Making A Meal For Beethoven
  3. Simply The Beast
  4. Lands And Body Go Wild
  5. The Freedom Of Music
  6. Lands Speak Record
  7. The Rain Comes All The Way From Siberia
  8. A Pleasant Outing
  9. Lands And Body Go Wild
  10. Pumping Iron
  11. Evening In A Body Café
  12. Andrew
  13. James
  14. Say Goodnight