Working For A Nuclear Free City

Working For A Nuclear Free City

2006 (Melodic)
pop, shoegazer

Un’esaustiva selezione apparsa sul finire dello scorso anno (Aa.Vv. — "Bez’s Madchester Anthems: Sorted Tunes From Back In The Day", Warner Strategic Marketing ), aveva riportato alla ribalta i fasti dell’indimenticabile stagione che visse l’area mancuniana tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90’s. Si trattava di un’opera antologica — ed essenziale — curata da Mark "Bez" Berry, il folle "ballerino" degli Happy Mondays. Poco dopo quella uscita, il madchester-sound ritrova nuova linfa vitale grazie al debutto dei Working For A Nuclear Free City, una magica miscela di suoni e colori in grado di restituire a quella gloriosa tradizione la vivacità creativa dei tempi d’oro.

La band inizia a prendere forma nel 1999, quando Phil Kay (producer e tastierista) e Gary Mc Lure (chitarre) danno vita a un primo abbozzo dei futuri WFANFC. Il duo nasce prevalentemente come studio project, sperimentarore e bizzaro fin dal nome scelto (una ironica risposta alle leggende metropolitane che vorrebbero presenti a Manchester dei fantomatici rifugi antiatomici…), ma senza particolari ambizioni per quanto riguarda dimensione live (assente per diverso tempo dalla loro attività) e ipotetici sogni di gloria. Le cose iniziano a prendere una piega diversa quando nel 2004 entrano in pianta stabile nel gruppo il fratello di Phil, Jon (sezione ritmica) e Ed Hulme (basso). Con questo nuovo assetto i quattro iniziano a suonare dal vivo, riscuotendo un buon successo nella loro Manchester e in festival dalle platee più ampie come quello di Leeds. Il 2005 inizia e prosegue in modo più che incoraggiante: i WFANFC fanno da supporto a band dall’hype smodato come i Duke Spirit e vengono invitati a suonare nelle prestigiose trasmissioni della Bbc Radio 1 e di Xfm. Il passo successivo è il contratto con l’indipendente Melodic (a proposito: da tenere sott’occhio almeno un paio di gruppi della label, i Romo-Goth e i newyorkesi The Isles), l’entrata in studio e la produzione del meraviglioso, omonimo debutto.

Se è innegabile che l’album profumi del classico baggy-sound dall’inizio alla fine, allo stesso modo commetteremmo un errore se ci limitassimo a parlare della band mancuniana come dell’ennesima piatta e sbiadita operazione revivalistica senza capo né coda. Sì, perché insieme all’assidua presenza dei numi tutelari Stone Roses (fosse stata inserita nella tracklist di "Second Coming", la splendida "Dead Fingers Walking" avrebbe fatto un figurone ), Primal Scream ("Troubled Son", che incrocia Bobby Gillespie e The Music) e perfino Charlatans ("Fall Out"), nell’album dialogano seducenti frammenti di sonorità eterogenee: dai futurismi retrò di Broadcast e Magnetophone ("Innocence", "England") a quelli degli Stereolab (il kraut-pop indianeggiante di "Forever"), dai Chemical Brothers ("Over") ai Radio Dept. di "Pet Grief" (le armonie ambientali dell’iniziale "The 224th Day"), dalle scorie di serena claustrofobia Sonic Youth ("Home") fino al neo-shoegaze di Amusement Parks On Fire ("So"), il tutto pervaso da una sottile vena psichedelica.

"Working For A Nuclear Free City" fotografa, attraverso la personale visione del gruppo, l’evoluzione che il suono di madchester ha compiuto nel corso degli anni fino ad oggi. Il risultato è qualcosa di molto, molto affascinante.

P.S. La Melodic ha programmato per il 5 marzo l’uscita di "Rocket", nuovo Ep della band. Attendiamo impazienti…

(18/01/20017)

18/01/2007

Tracklist

  1. The 224th day
  2. Troubled son
  3. Dead fingers talking
  4. Pixelated birds
  5. Quiet place
  6. The tape
  7. England
  8. Over
  9. So
  10. Innocence
  11. Home
  12. Fallout
  13. Forever
  14. The tree

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