B.C. Camplight

Blink Of A Nihilist

2007 (One Little Indian)
pop

Brian Chiristinzio è molto giovane, anche se, dalle foto che si possono trovare in rete, non lo si direbbe. La barba un po’ incolta e la bombetta demodè lo fanno sembrare un veterano della scena musicale. E l’ascolto del suo secondo lavoro, titolato, con la fantasia che lo contraddistingue, “Blink Of A Nihilist”, non fa assolutamente trasparire né la giovane età del nostro musicista, né la sua tutto sommato scarsa esperienza.

Secondo album, questo “Blink Of A Nihilist”, che giunge a due anni di distanza dal fortunato esordio “Hide, Run Away”, lavoro che, passato piuttosto sotto silenzio dalle nostre parti, ha goduto di una certa eco negli Stati Uniti, dove, grazie, ancora una volta, all’utilizzo di uno dei brani in esso contenuti ("Blood And Peanut Butter") per la colonna sonora del giovanilistico telefilm “The O.C.”, il buon Brian ha avuto l’opportunità di offrire il frutto del proprio ingegno a una platea più vasta. I riscontri (oddio, soprattutto di critica!) ricevuti da quell’album, per il quale sono stati scomodati nomi ingombranti come Beatles e Beach Boys, hanno fatto sì che B.C. Camplight fosse atteso alla “difficile” seconda prova con crescente interesse e attenzione.

Tale interesse e attenzione, comunque, deve aver pesato non poco sul nostro, che si suppone debba aver sentito la pressione e le aspettative che il pubblico più attento e la critica hanno riposto in lui.
E così “Blink Of A Nihilist” nasce come un lavoro ambizioso e strutturato, nel quale Brian Christinzio, gettando il cuore oltre l’ostacolo, con l’aiuto in fase di produzione di Brian McTear, vecchia volpe del mixer, tenta di condensare in poco meno di quaranta minuti tutte le sue idee e tutta la sua certosina arte della scrittura pop.
E forse proprio in questo ambizioso tentativo che risiede sia l’intrinseco valore dell’album in questione, sia il suo maggior limite.
Mentre, infatti, l’album d’esordio, pur contenendo arrangiamenti elaborati e trovate estrose, rimaneva un album di “canzoni” in senso stretto, con brani di immediato impatto che difficilmente uscivano dalla mente dell’ascoltatore, il suo ambizioso successore non si limita a impreziosire le strutture pop dei pezzi in esso contenuti con arrangiamenti raffinati e originali, ma, troppo spesso, eccede nella trovata ad effetto e nel colpo a sorpresa, a volte perdendosi un po’.
La sensazione che rimane dall’ascolto di “Blink Of A Nihilist” è quella che Brian si diverta talmente tanto a suonare da solo tutti gli strumenti (nelle interviste spesso si lamenta di essere costretto ad aiuti esterni per la batteria) e ad arrangiare i propri pezzi che, in alcuni casi, perda di vista il traguardo finale.

Così se l’incipit di “Suffer For Two”, come il successivo “Lord, I’ve Been On Fire”, sono brani orecchiabili e di immediato impatto, caratterizzati dall’inconfondibile piano elettrico e dal cantato in falsetto, già l’intermezzo strumentale “Werewolf Waltz” sembra esclusivamente un (banale) esercizio di stile. E altrettanto si può dire di “I've Got A Bad Cold”, brano a cappella che rimanda in maniera quasi didascalica agli esperimenti vocali di Brian Wilson.
Allo stesso modo, senza né capo né coda risultano “Grey Young Amelia”, con il suo incedere pigro e un invadente organo chiesastico, e “The 22 Skidoo”, che potrebbe essere una colonna sonora per locali equivoci.
Ma il culmine di questa dicotomia tra semplicità pop e barocchismi nell’arrangiamento viene raggiunto nel brano più ambizioso dell’intera raccolta: “Soy Tonto!”, dove nel breve volgere di quattro minuti si alternano armonie vocali alla Beach Boys, ritmi salsa, qualche secondo di una tromba lontana, archi a pioggia e, addirittura, un frammento di coro operistico.

Molto, molto meglio vanno le cose quando Brian si ricorda che compito del pop più cristallino e puro è quello di costruire le canzoni in sottrazione e non in addizione: così senza troppi fronzoli “The Hip And The Homeless” riporta l’album verso la retta via, intrapresa con i brani di apertura, e la chiusura di “Scare Me Sweetly”, forse il brano più semplice e immediato della raccolta, ricorda a chi, nel frattempo, avesse iniziato a dubitarne, che siamo di fronte a un grande talento.

In definitiva, un’occasione in parte mancata e un lavoro che, se da una parte conferma che ci troviamo di fronte a un artista dalle grandi potenzialità, dall’altra lascia un po’ di amaro in bocca e la voglia di andarci a riascoltare brani come “Emily's Dead To Me”, “Hide, Run Away”, “Parapaleejo”, “La, La, La”, autentiche gemme pop tratte dallo scrigno del primo album.
Quando B.C. Camplight, magari con il “fatidico” terzo album, dimostrerà di preferire la sostanza del suo sopraffino songwriting alla forma degli arrangiamenti barocchi ed eccessivi scelti per “Blink Of A Nihilist”, potremo definitivamente esultare e salutare l’avvento di uno dei migliori compositori pop degli anni 2000.

17/05/2007

Tracklist

  1. Suffer For Two
  2. Lord, I’ve Been On Fire
  3. Werewolf Waltz
  4. Forget About Your Bones
  5. Soy Tonto!
  6. The Hip And The Homeless
  7. The 22 Skidoo
  8. Officer Down
  9. Grey Young Amelia
  10. Scare Me Sweetly

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