Kim Novak

Un bell’esordio quello dei Kim Novak, quartetto francese che ha trovato spazio nell’etichetta Talitres (Clogs, Piano Magic, Calla) e che dichiara influenze che vanno “dagli Interpol ai Tindersticks, dai Radiohead ai Talking Heads”.
In realtà, le derivazioni che si possono rilevare in questo “Luck & Accident” non spaziano proprio in un raggio così ampio; il gruppo in definitiva si inserisce nel filone wave che, ben capitanato dagli Interpol (ma nel quale si trovano anche Editors o Maximo Park), sta spopolando nel mercato musicale odierno.

Le prime quattro canzoni sono chiarificatrici del suono che ha la band, un po’ alla Interpol (l’incalzante “Swallow” o la potente “Turn a Rabbit”) ma anche con retaggi dei primi Cure (“Lost At Play”) mentre qualcosa dei Tindersticks, volendolo proprio trovare, si rintraccia negli episodi più lenti come “In The Mirror”, con un tocco anche velvettiano) o “Around Your Neck”.
Come detto, però, a prevalere sono gli influssi wave, sia quando hanno un sound pop-rock (“If”, con un ritornello quasi smithsiano) sia quando, in rare occasioni, si avvicinano ad atmosfere più dark (la ritmica alla Joy Division di “Female Friends”).
“Some Photographs” e “Crash” sono due tra i migliori episodi del disco, il primo pezzo per la sua continua tensione inesplosa sino al finale, il secondo per le sue variazioni di ritmo da tenue melodia a un intenso passaggio vocale alla Bowie sino alla chiusura rabbiosa di chitarre in crescendo.
Il congedo del disco non è dei migliori: “On My Back” si perde un po’ nel suo giocare con l’alternanza di tenerezza ed esplosioni sonore, ma le impressioni generali rimangono buone.

Certo, un disco che si collochi in un filone musicale che è derivativo già di suo non può far gridare al miracolo però quello dei Kim Novak è un esordio godibile, con rare cadute di tono e con canzoni efficaci e di buona presa.
La musica scelta è forse quella giusta di questi tempi per sfondare, vedremo cosa riserverà loro il futuro.

29/05/2007