Silje Nes

Ames Room

2007 (FatCat Records)
glitch-pop, folk

Nata fra i freddi fiordi norvegesi, Silje Nes ricalca il percorso artistico della tipica esordiente. Cresciuta in un paese poco accogliente, fra ambienti sperduti, nient’altro da fare se non tentare di tinteggiare sogni e speranze con ciò che la fantasia mette a disposizione. Fra studi di filosofia e militanze disparate in band indie-pop locali, la ragazza riesce ad approcciarsi alla composizione in maniera molto casuale e istintiva. Progetto di scrittura che inizia nel 2001, con quattro soldi in tasca e una marea di idee nella testa. Armata di un quattro tracce, un microfono e un laptop, comincia il suo viaggio. Gracili strutture strumentali vengono poi rimpolpate con l’utilizzo di una chitarra (usata per le prime volte) e un piano (già studiato in precedenza).
Uno stile molto vario le permette di spaziare fra reticoli melodici molto differenti, impelagata in un quadretto elettro-impressionista vagamente improvvisato e un bozzolo folk-pop molto ispirato. L’uso di un campionario strumentale poliedrico e la durata contenuta dei quattordici pezzi permette ad “Ames Room” di incantare con grande grazia.

La garbata mescolanza di partiture elettroniche e lievi innesti acustici (“Over All”), rimanda al soft-rock di Justine Electra, così come le piccole frammentazioni folcloristiche da cabaret domestico proiettano i recenti ricordi verso la sofisticata teatralità intima di Eglantine Gouzy.
L’eterogeneità dei suoni creati dalla Nes disorienta con dolcezza l’ascoltatore, lasciando trasparire la volontà di avanzare tenui incastri avanguardistici, in field recording (“Magnetic Moments Of Spinning Objects”), di natura casereccia, vicini sia ai miagolii nordici di Hans Appelqvist, sia ai bisbigli inquieti di una fantasiosa Lisa Germano, tutta presa nell’assemblaggio elettrico di giochini al laptop e cinguettii mattutini (“Shapes, Electric”, “Ames Room”).

Si evince talvolta anche un approccio cantautorale maturo, composto, teso a rimarcare la bontà poliforme di una fanciulla attenta come poche ai singoli dettagli, e soprattutto intenzionata a non tralasciare variazioni stilistiche di ogni sorta (“Melt”). Lo spiazzamento emozionale è sempre dietro l’angolo.
Una tale “premessa” obbliga di scatto l’inserimento istantaneo della piccola compositrice norvegese nel nostro taccuino, sempre più colmo di pregevoli attese future e dita incrociate.

31/01/2008

Tracklist

1. Over All
2. Drown
3. Shapes, Electric
4. Ames Room
5. Giant Disguise
6. Dizzy Street
7. Long Shadows Left Around
8. Bright Night Morning
9. Recurring Dream
10. Searching, White
11. Magnetic Moments Of Spinning Objects
12. Melt
13. Escape14. No Bird Can

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