Vandaveer

Grace & Speed

2007 (Gypsy Eyes)
songwriter, pop

A volte capita che un disco finisca troppo presto nell’angolo di uno scaffale, relegato nel sempre più affollato limbo degli album carini. Poi, un giorno, te lo ritrovi tra le mani dopo mesi e, come per incanto, ti rendi conto all’improvviso che in quella semplicità dai tratti apparentemente risaputi si nasconde in realtà una grazia tutt’altro che scontata. E capisci che un’opera di puro artigianato pop per voce e chitarra come “Grace & Speed”, disco d’esordio del songwriter americano Vandaveer, non è fatta per perdersi nella nebbia dell’anonimato, ma merita di conquistarsi un posto tra i raggi dell’ultimo sole dell’inverno.

Dopo essersi trasferito a Washington, D.C. ed essersi lasciato alle spalle il power-pop degli Apparitions, tra le cui fila ha militato fino allo scorso anno, Mark Charles Heidinger ha deciso di proseguire da solo la propria avventura: un nuovo nome, Vandaveer (forse una sorta di blasone di famiglia, visto che Wikipedia riferisce di un James Vandaveer Heidinger rappresentante al Congresso negli anni Quaranta...); un nuovo approccio, tutto teso ad imparare “che cosa rende una chitarra acustica la miglior macchina cantastorie del mondo”; una nuova identità, fatta di un cantautorato romantico ed intimista che non teme di rifarsi alla lezione dei classici, ispirandosi dichiaratamente “ai soliti sospetti, quelli senza paura”.

La sua voce esile tradisce l’amore per l’immancabile Nick Drake, la sua scrittura piana sembra intessuta di suggestioni degne de “L’arte del sogno” di Michel Gondry: Vandaveer si presenta con l’umiltà del trovatore, intonando gli accenti folk di “However Many Takes It Takes” come se si trattasse di un apocrifo dylaniano dagli angoli smussati. “Per questo brano penso di aver rubato qualche accordo, di avere preso in prestito una boccata di parole e di averci spruzzato sopra una melodia non proprio sconosciuta”, confessa con un sorriso.
Ma quando il ritmo di una drum machine scandisce la danza macabra di “Marianne, You’ve Done It Now...”, ci si ritrova trasportati immediatamente nel presente, al tempo degli ultimi Tunng, con il clarinetto di Chris Sullivan ad evocare un’intera iconografia fatta di speranze bruciate in fumosi locali notturni.

Marianne ha inseguito le luci di un miraggio scintillante ed ha trovato solo una lama pronta ad affondare nella sua gola. Harold si è arreso alla rabbia e alla disillusione ed è sceso in strada imbracciando una pistola. Vandaveer racconta le loro storie con il tono asciutto di un narratore noir, assumendo in “The Street Is Full Of Creeps” le sembianze di un nudo Ed Harcourt alle prese con il repertorio del primo Tom Waits, per poi lasciarsi andare sulle note di “2nd Best” alla leggerezza di un cabaret per cuori sognanti.
Tra i bozzetti acustici in stile Adem di “Out Past The Moat” e “Different Cities” e ballate pop di zucchero filato come la title track e “Parasites & Ghosts”, a salvare “Grace & Speed” dalla mediocrità è il tocco lieve con cui Vandaveer riesce a riproporre il tradizionale copione del mestiere di songwriter. E la freschezza spumeggiante di chitarra, batteria e controcanti con cui “Roman Candle” suggella il disco si tinge addirittura del verde dei Belle & Sebastian di “The Boy With The Arab Strap”.

Le canzoni di “Grace & Speed” sembrano voler penetrare oltre la superficie, cercare l’essenza della fragilità delle cose. “Despite the possessions that we boast, we’re all parasites and ghosts / and our planet’s just a temporary host”, riflette Vandaveer in “Parasites & Ghost”.
Non serve cercare di costruire un guscio di false sicurezze dentro cui nascondersi: “demons, they don’t live outside, they burrow deep where they can hide / inside a safe, you will still feel vulnerable”. L’approccio alla vita di Vandaveer, affidato alla dichiarazione d’intenti di “However Many Takes It Takes”, ha la stessa semplicità della sua musica: “you’ve got to walk a million miles / honey, go walk them with a smile / however many takes it takes”. Già, c
’è una lunga strada da percorrere: per affrontarla da uomini basta camminare con il cuore spalancato.

03/12/2007

Tracklist

1. However Many Takes It Takes
2. Marianne, You’ve Done It Now...
3. Grace & Speed
4. The Streets Is Full Of Creeps
5. Out Past The Moat
6. Crooked Mast
7. Different Cities
8. 2nd Best
9. Parasites & Ghosts
10. Roman Candle

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