Rufus Wainwright

Release The Stars

2007 (Geffen)
pop, songwriter
5.5

"Do I Disappoint You?", domanda la languida voce di Rufus in un'apertura tanto sognante e clamorosa quanto inaspettatamente sfortunata: per la prima volta la risposta è chiara, netta, affermativa. Il nuovo set di canzoni del rampollo di casa Wainwright è una brutta delusione per chi cercava un terzo capitolo alla formidabile serie "Want"; ma anche per chi sperava che la crescita di questo giovane cantautore, che Elton John in una dichiarazione si azzardò a includere tra i più grandi songwriter viventi, avrebbe continuato a portarlo a fronteggiare con prontezza eroica sfide sempre più azzardate. In realtà Rufus, proprio mentre dietro di lui l'orchestra si addensa in uno sferzante baccanale di melensaggini broadwayesche sempre più esagerate, si è seduto in poltrona e si è messo comodo.

La più palese delle mancanze, fin dal primo ascolto, sta nel songwriting: le melodie articolate, originali, anche bislacche degli episodi recenti si sono stemperate quasi dappertutto in un logorroico saliscendi che rischia di rovinare anche le buone idee ("Nobody's Off The Hook"); questa è un'involuzione evidente soprattutto perché ricorda da vicino le incertezze e i peccati di gioventù del primo album (specialmente "Tulsa"), piccoli pasticci che all'epoca potevano essere perdonati di buon grado, ma che un compositore ormai maturo, come Wainwright ha mostrato di essere, non può più permettersi.
Arrangiamenti più sopra le righe del solito non bastano a salvare idee stantie e appena abbozzate come "Slideshow" (che è poco più di un riciclaggio del brano iniziale), "Between My Legs" o la title track, né riescono a valorizzare il materiale che vorrebbe sollevarsi dall'insipida media dell'album (la delicata "Tiergarden", che avrebbe guadagnato certo piacevolezza togliendo qualche fronzolo), e in generale Rufus sembra proprio aver perduto, per non dire il buon senso, almeno il senso della misura.

Questo non significa tuttavia che il disco sia del tutto privo d'interesse: sarebbe veramente difficile non trovare almeno due o tre pezzi d'arrosto in mezzo a tanto fumo: "Going To A Town", singolo un po' ruffiano basato su una melodia discendente piuttosto risaputa, è comunque un brano degno di essere ricordato se non altro per la sua raffinata immediatezza; è forse un caso, ma in questo brano risplende ancora in buona parte il gourmet irrequieto di "Poses", e, si potrebbe aggiungere, anche una discreta dose di buon gusto. Altrettanto non si può certo dire di "Rules And Regulations", che potrebbe essere il pezzo migliore dell'album per freschezza d'impatto, la cui melodia è spesso tratteggiata goffamente da un synth timbricamente orrido, a dir poco. Un po' di relax e del furbesco wit di un tempo si respira nella stereotipata ma divertente "Sanssouci", dinoccolata ballad punteggiata da un riverbero di chitarra elettrica e da sinuosi interventi flautistici. Difficile pensare però che questo basti a stemperare l'amaro in bocca.

Per i fan di Wainwright forse la delusione non sarà così cocente: questo album è in effetti estremamente rappresentativo del suo stile; in una maniera però che non solo non aggiunge pressoché nulla di nuovo al suo repertorio, ma che anche rischia più volte di scivolare nell'autoparodia. C'è da sperare che si tratti soltanto di un episodio, di un disco di transizione, di un momentaneo eccesso di hybris correggibile nel prossimo futuro in un'altra eccellente prova sulla falsariga dei dischi precedenti, o, chissà, in una direzione completamente nuova. Per il momento possiamo solo goderci gli eleganti sbadigli di questo "Release The Stars".

11/06/2007

Tracklist

  1. Do I Disappoint You
  2. Going To A Town
  3. Tiergarten
  4. Nobody’s Off The Hook
  5. Between My Legs
  6. Rules & Regulations
  7. I'm Not Ready To Love
  8. Slideshow
  9. Tulsa
  10. Leaving For Paris No. 2
  11. Sanssouci
  12. Release The Stars

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